Alla luce della controversa interpretazione della letteratura mauro fila spagnola dei secc. XV e XVII nei suoi risvolti politico-sociali, lo studio indaga lo scarto esistente tra dura realtà storica e l’idealizzazione letteraria, che crea la figura del moro amigo, amante raffinato e cavaliere cortese, drammaticamente contrapposto al morisco, disprezzato e perseguitato. Il personaggio del nobile guerriero granadino è il protagonista di un nutrito gruppo di commedie lopesche, denominate appunto moriscas dalla prolifica studiosa María Soledad Carrasco Urgoiti. Tra queste spicca El hidalgo Bencerraje (1605), consapevole omaggio “disimpegnato” ad una moda letteraria imperante, ma non privo di risvolti interessanti sul piano della delicata e conturbante relazione del castigliano viejo con l’Altro per eccellenza della storia spagnola: il musulmano. La storia dell’esemplare amicizia tra l’abenserragio Jazimín e don Juan de Mendoza sancisce la perfetta osmosi tra mondo arabo e cristiano sul piano della nobiltà dei sentimenti e delle azioni, suggellata dall’inevitabile battesimo di Jazimín. La figura del moro “buono” Jazimín, doppio perfetto di don Juan, denuncia però una paralisi conoscitiva: la visione “narcisistica” del cristiano viejo impedisce di attingere alla vera ed autentica identità musulmana, misconosciuta e travisata. Questo cangiante gioco di rispecchiamenti costituisce comunque, secondo l’antropologia, un timido tentativo di appropriazione e conoscenza dell’ estraneo., forse l’unico possibile in un’epoca in cui la fragile identità spagnola si rinsalda drammaticamente, anche attraverso dolorose amputazioni delle proprie radici (espulsione di moriscos, ebrei, gitani).

"El hidalgo Bencerraje" di Lope de Vega:luci e ombre della maurofilia letteraria nei Secoli d'Oro

GALLO, Antonella
2008-01-01

Abstract

Alla luce della controversa interpretazione della letteratura mauro fila spagnola dei secc. XV e XVII nei suoi risvolti politico-sociali, lo studio indaga lo scarto esistente tra dura realtà storica e l’idealizzazione letteraria, che crea la figura del moro amigo, amante raffinato e cavaliere cortese, drammaticamente contrapposto al morisco, disprezzato e perseguitato. Il personaggio del nobile guerriero granadino è il protagonista di un nutrito gruppo di commedie lopesche, denominate appunto moriscas dalla prolifica studiosa María Soledad Carrasco Urgoiti. Tra queste spicca El hidalgo Bencerraje (1605), consapevole omaggio “disimpegnato” ad una moda letteraria imperante, ma non privo di risvolti interessanti sul piano della delicata e conturbante relazione del castigliano viejo con l’Altro per eccellenza della storia spagnola: il musulmano. La storia dell’esemplare amicizia tra l’abenserragio Jazimín e don Juan de Mendoza sancisce la perfetta osmosi tra mondo arabo e cristiano sul piano della nobiltà dei sentimenti e delle azioni, suggellata dall’inevitabile battesimo di Jazimín. La figura del moro “buono” Jazimín, doppio perfetto di don Juan, denuncia però una paralisi conoscitiva: la visione “narcisistica” del cristiano viejo impedisce di attingere alla vera ed autentica identità musulmana, misconosciuta e travisata. Questo cangiante gioco di rispecchiamenti costituisce comunque, secondo l’antropologia, un timido tentativo di appropriazione e conoscenza dell’ estraneo., forse l’unico possibile in un’epoca in cui la fragile identità spagnola si rinsalda drammaticamente, anche attraverso dolorose amputazioni delle proprie radici (espulsione di moriscos, ebrei, gitani).
2008
9788889473078
maurofilia; commedia barocca; Lope de Vega
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