Forse una delle più efficaci definizioni di realismo sociologico ce la offre Margaret Archer: “Il realismo sostiene che le ragioni siano cause per l’azione […]». Questa semplice ma profonda affermazione ci obbliga a ripensare fino alla radice ciò che indichiamo con il termine società. Da oltre due secoli, infatti, dietro il termine società gettiamo tutte le nostre colpe, tutte le nostre paure e tutte le nostre responsabilità quasi che con “società” si sia trovato il capro espiatorio di tutti i nostri mali e di tutti i nostri disagi, quelli che quotidianamente viviamo. La società diviene così il “meccanismo” di cui noi siamo passivi ingranaggi o spettatori. Nel realismo sociologico, senza eliminare gli aspetti della società che non dipendono da noi ma che non possono esistere senza di noi, si evidenzia che la società è una creazione umana che sprigiona dalla nostra dimensione pratica. È probabilmente finita l’esperienza storica in cui la società veniva letta come un sistema (oppressivo o tecnico che sia ) e si è giunti ad una “svolta” in cui bisogna “difendere la realtà della società” in quanto realtà di uomini liberi e con-creatori di essa. Le “ragioni”, nel senso dei significati e dei fini che concretizzano l’umano, sono la forza che genera società e a quella “forza” bisogna relazionarsi sia cognitivamente sia eticamente se vogliamo attingere ad un sapere sociale che parla della realtà sociale e non delle nostre costruzioni teoriche o empiristiche su di essa. I saggi raccolti in questo volume raccolgono i contributi di autori di fama internazionale che affrontano la centralità della “svolta realistica” per il futuro sia delle società sia delle scienze che le studiano.

Realismo Sociologico. La realtà non ama nascondersi

MORANDI, Emmanuele;
2008-01-01

Abstract

Forse una delle più efficaci definizioni di realismo sociologico ce la offre Margaret Archer: “Il realismo sostiene che le ragioni siano cause per l’azione […]». Questa semplice ma profonda affermazione ci obbliga a ripensare fino alla radice ciò che indichiamo con il termine società. Da oltre due secoli, infatti, dietro il termine società gettiamo tutte le nostre colpe, tutte le nostre paure e tutte le nostre responsabilità quasi che con “società” si sia trovato il capro espiatorio di tutti i nostri mali e di tutti i nostri disagi, quelli che quotidianamente viviamo. La società diviene così il “meccanismo” di cui noi siamo passivi ingranaggi o spettatori. Nel realismo sociologico, senza eliminare gli aspetti della società che non dipendono da noi ma che non possono esistere senza di noi, si evidenzia che la società è una creazione umana che sprigiona dalla nostra dimensione pratica. È probabilmente finita l’esperienza storica in cui la società veniva letta come un sistema (oppressivo o tecnico che sia ) e si è giunti ad una “svolta” in cui bisogna “difendere la realtà della società” in quanto realtà di uomini liberi e con-creatori di essa. Le “ragioni”, nel senso dei significati e dei fini che concretizzano l’umano, sono la forza che genera società e a quella “forza” bisogna relazionarsi sia cognitivamente sia eticamente se vogliamo attingere ad un sapere sociale che parla della realtà sociale e non delle nostre costruzioni teoriche o empiristiche su di essa. I saggi raccolti in questo volume raccolgono i contributi di autori di fama internazionale che affrontano la centralità della “svolta realistica” per il futuro sia delle società sia delle scienze che le studiano.
2008
9788821185687
teoria sociale; epistemologia; realismo sociale; onologia sociale
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