Nel Primo dopoguerra la provincia di Verona, comunemente situata ai margini della cartografia della sovversione, conosce lo sviluppo di rilevanti conflitti sociali contraddistinti dalla presenza di una Camera del lavoro aderente all’usi che ne risulta, in quegli anni, la prima sezione veneta per numero di iscritti e una delle piu'consistenti in ambito nazionale. L’esigenza di comprendere come fosse stato possibile tale sviluppo a fronte di relazioni sociali fino ad allora contraddistinte da una nota prevalente di staticita' e pacificazione, ha portato l’indagine verso la ricostruzione di due aspetti fondamentali: lo sviluppo delle lotte operaie e contadine e dei processi di organizzazione sindacale, e il ruolo ricoperto in tale contesto dai sindacalisti rivoluzionari e, in particolare, dagli anarchici. Ne esce un quadro complesso che, rivisitando e confermando linee interpretative gia' percorse dalla storiografia, non manca di spunti originali che aiutano a comprendere, tramite l’analisi di un caso locale, la realta' di un anarchismo “di provincia” – distante dalle zone del Paese dove questo trova piu' ampia diffusione – negli anni compresi tra l’Unita' e il fascismo.
Il naso rotto di Paolo veronese. Anarchismo e conflittualita' sociale a Verona (1867-1928)
DILEMMI, Andrea
2006-01-01
Abstract
Nel Primo dopoguerra la provincia di Verona, comunemente situata ai margini della cartografia della sovversione, conosce lo sviluppo di rilevanti conflitti sociali contraddistinti dalla presenza di una Camera del lavoro aderente all’usi che ne risulta, in quegli anni, la prima sezione veneta per numero di iscritti e una delle piu'consistenti in ambito nazionale. L’esigenza di comprendere come fosse stato possibile tale sviluppo a fronte di relazioni sociali fino ad allora contraddistinte da una nota prevalente di staticita' e pacificazione, ha portato l’indagine verso la ricostruzione di due aspetti fondamentali: lo sviluppo delle lotte operaie e contadine e dei processi di organizzazione sindacale, e il ruolo ricoperto in tale contesto dai sindacalisti rivoluzionari e, in particolare, dagli anarchici. Ne esce un quadro complesso che, rivisitando e confermando linee interpretative gia' percorse dalla storiografia, non manca di spunti originali che aiutano a comprendere, tramite l’analisi di un caso locale, la realta' di un anarchismo “di provincia” – distante dalle zone del Paese dove questo trova piu' ampia diffusione – negli anni compresi tra l’Unita' e il fascismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.