All’interno della complessa rete di relazioni culturali tra Italia e Spagna, il saggio analizza le raffinate strategie “traduttive” di una commedia di Lope de Vega, “La hermosura aborrecida” (1617), riscritta nel 1692 da uno dei più prolifici commediografi napoletani, Carlo Celano. L’adattamento, intitolato “Nelle cautele i danni” è un’opera “regio comica”, etichetta con la quale si identificano nel sec. XVII i rifacimenti spagnoleggianti. La programmatica ibridazione tra codici drammaturgici diversi, l’orizzonte culturale del pubblico partenopeo, la somiglianza dell’ambientazione storica (l’assedio di Parigi da parte di mori e l’assedio di Granata da parte dei Re Cattolici) fanno sì che Celano trovi nell’”Orlando Furioso” di Ariosto la chiave di volta per la sua operazione di transcodificazione, mutuandone stilemi, motivi, personaggi e situazioni. Amplifica poi l’elemento comico del testo fonte dando ampio spazio alla figura del Capitan Fracasso, discendente del guappo napoletano Micco Passero, e parente stretto di Capitan Matamoros, maschera della Commedia dell’Arte. Tagli e omissioni, amplificazioni, traduzioni letterali e parafrasi, slittamenti di senso rispetto al testo fonte, nonché una diversa strutturazione del materiale diegetico e l’adozioni di metri e registri stilistici della tradizione italiana, rispecchiano perfettamente le prassi “traduttive” del genere regio-comico, ormai consolidate nel tempo. La riscrittura di Celano diventa metaforicamente una nuova pianura di Granata dove, sullo sfondo della mitica contesa tra arabi e cristiani, evocata da Lope de Vega, si celebra e si rinnova lo scontro/incontro tra “lingue” e “culture” di paesi diversi.
Conflitti di lingue e di culture nella pianura di Granata: "La hermosura aborrecida" di Lope de Vega e "Nelle cautele i danni" di Carlo Celano
GALLO, Antonella
2007-01-01
Abstract
All’interno della complessa rete di relazioni culturali tra Italia e Spagna, il saggio analizza le raffinate strategie “traduttive” di una commedia di Lope de Vega, “La hermosura aborrecida” (1617), riscritta nel 1692 da uno dei più prolifici commediografi napoletani, Carlo Celano. L’adattamento, intitolato “Nelle cautele i danni” è un’opera “regio comica”, etichetta con la quale si identificano nel sec. XVII i rifacimenti spagnoleggianti. La programmatica ibridazione tra codici drammaturgici diversi, l’orizzonte culturale del pubblico partenopeo, la somiglianza dell’ambientazione storica (l’assedio di Parigi da parte di mori e l’assedio di Granata da parte dei Re Cattolici) fanno sì che Celano trovi nell’”Orlando Furioso” di Ariosto la chiave di volta per la sua operazione di transcodificazione, mutuandone stilemi, motivi, personaggi e situazioni. Amplifica poi l’elemento comico del testo fonte dando ampio spazio alla figura del Capitan Fracasso, discendente del guappo napoletano Micco Passero, e parente stretto di Capitan Matamoros, maschera della Commedia dell’Arte. Tagli e omissioni, amplificazioni, traduzioni letterali e parafrasi, slittamenti di senso rispetto al testo fonte, nonché una diversa strutturazione del materiale diegetico e l’adozioni di metri e registri stilistici della tradizione italiana, rispecchiano perfettamente le prassi “traduttive” del genere regio-comico, ormai consolidate nel tempo. La riscrittura di Celano diventa metaforicamente una nuova pianura di Granata dove, sullo sfondo della mitica contesa tra arabi e cristiani, evocata da Lope de Vega, si celebra e si rinnova lo scontro/incontro tra “lingue” e “culture” di paesi diversi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.