Politici e ateisti. Percorsi della miscredenza a Venezia fra Sei e Settecento

Il libro analizza le caratteristiche del dissenso religioso – soprattutto nelle dimensioni dell’irreligiosità e della miscredenza – a Venezia in un periodo compreso fra la metà del Seicento e gli anni Quaranta del secolo successivo. La quasi decennale ricerca è stata condotta sulla scorta di un’ampia documentazione proveniente dagli archivi veneti e romani – in particolare fondi inquisitoriali – e per lo più in relazione alle manifestazioni orali, alla cultura popolare e alla costante rielaborazione di tematiche libertine, fino a toccare le sensibilità massoniche. Grande attenzione è dedicata ai temi più dibattuti del periodo, al loro continuo e originale intrecciarsi, alle differenti ricezioni, alle letture, all’«aggressiva originalità dei lettori», alla proposta di dottrine eretizzanti e irreligiose da parte di ecclesiastici, alle convergenze fra discussione politica e religiosa e agli esiti di tali convergenze: la diffusione del tema delle religioni come impostura politica e la desacralizzazione del discorso religioso.