Nell’Acutezza e l’Arte dell’ingegno di Baltasar Gracián sono frequenti i riferimenti a storici moderni che sembrano avere appreso la lezione di Tacito, come Pierre Matthieu e Virgilio Malvezzi. Per Gracián “la narrazione è l’anima della storia. Solo la narrazione dà senso ai fatti e agli avvenimenti”. Secondo il gesuita, i fatti storici custodiscono messaggi che vanno decifrati come emerge a più riprese nelle allegorie del Criticón, per esempio nell’incontro di Critilo con una ninfa che distribuisce prodigiose penne e che “severa e inflessibile, segnala come assai spesso vi sia un’inconciliabilità tra narrazione storica e verità”. Gracián vincola la penna alla spada, già a partire dalla dedica a don Pablo de Parada, e non risparmia critiche agli storici spagnoli, le cui opere non corrispondono all’eroismo e alla grandezza dei connazionali nelle loro imprese. Il Criticón, già definito epopeya menipea, “si erge a opera che rivendica, finalmente, la capacità da parte degli spagnoli di usare la spada e la penna, di rendere immortali, ad un tempo, gli eroi della prudenza e quelli dell’ingegno”.
"Pluma bien cortada" e "espada cortadora". Narrazione e storia in Baltasar Gracián
GAMBIN, Felice
2007-01-01
Abstract
Nell’Acutezza e l’Arte dell’ingegno di Baltasar Gracián sono frequenti i riferimenti a storici moderni che sembrano avere appreso la lezione di Tacito, come Pierre Matthieu e Virgilio Malvezzi. Per Gracián “la narrazione è l’anima della storia. Solo la narrazione dà senso ai fatti e agli avvenimenti”. Secondo il gesuita, i fatti storici custodiscono messaggi che vanno decifrati come emerge a più riprese nelle allegorie del Criticón, per esempio nell’incontro di Critilo con una ninfa che distribuisce prodigiose penne e che “severa e inflessibile, segnala come assai spesso vi sia un’inconciliabilità tra narrazione storica e verità”. Gracián vincola la penna alla spada, già a partire dalla dedica a don Pablo de Parada, e non risparmia critiche agli storici spagnoli, le cui opere non corrispondono all’eroismo e alla grandezza dei connazionali nelle loro imprese. Il Criticón, già definito epopeya menipea, “si erge a opera che rivendica, finalmente, la capacità da parte degli spagnoli di usare la spada e la penna, di rendere immortali, ad un tempo, gli eroi della prudenza e quelli dell’ingegno”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.