A che titolo il burlador di Tirso de Molina, l’ateo libertino di Molière ed il seduttore sensuale di Mozart e Da Ponte sono lo stesso personaggio, ossia Don Giovanni? Che cos’hanno in comune i romanzi dedicati a Sherlock Holmes, stante che, come è noto, Holmes non esiste? E se Holmes, che era scapolo, non esiste, che dire di sua moglie? Pinocchio è una creazione di Geppetto o di Collodi? Questi sono solo alcuni dei quesiti che sorgono non appena ci si ferma a riflettere sui personaggi fittizi e sulle asserzioni che intorno alle narrazioni d’invenzione, in sede di commento o ricapitolazione, vengono proferite. Allo scopo, tra l’altro, di rispondere a queste domande, o almeno di chiarirne il senso, nel corso degli ultimi trent’anni filosofi, logici e linguisti della tradizione analitica si sono impegnati nella formulazione di teorie della narrativa d’invenzione – altrimenti dette teorie della fiction. Qui, principalmente, mi concentro sulla nozione di personaggio fittizio, cercando di enuclearne i tratti fondamentali e gli aspetti problematici, con particolare attenzione ai temi dell’identità dei personaggi attraverso storie e dell’attività creativa di un autore. L’articolo si sviluppa in tre parti. Nella prima parte offro una caratterizzazione generale del discorso intorno alla fiction , esprimendo in forma di assunti alcune fra le principali intuizioni preteoriche riguardanti la nozione di personaggio fittizio. Nella seconda parte fornisco un quadro d’insieme sulle teorie della fiction che, nei miei intendimenti, dovrebbe da un lato contribuire alla sistematizzazione di un’area di studio recente ed in forte sviluppo, dall’altro rendere la comprensione dell’articolo più agevole a quanti non si siano mai occupati di metafisica della fiction. Nella terza parte, attraverso l’analisi critica di alcune fra le principali linee di soluzione fino ad oggi proposte, giungo a delineare quelli che sono, a mio parere, i compiti fondamentali e la struttura richiesta per una teoria in grado non solo di chiarire i presupposti del discorso intorno alla fiction, ma di collocare le prassi legate alla produzione ed alla fruizione di romanzi all’interno di un contesto più ampio, quello delle attività immaginative umane.

Teorie della fiction, identità attraverso storie e creazione di personaggi

SPOLAORE, Giuseppe Mario
2003-01-01

Abstract

A che titolo il burlador di Tirso de Molina, l’ateo libertino di Molière ed il seduttore sensuale di Mozart e Da Ponte sono lo stesso personaggio, ossia Don Giovanni? Che cos’hanno in comune i romanzi dedicati a Sherlock Holmes, stante che, come è noto, Holmes non esiste? E se Holmes, che era scapolo, non esiste, che dire di sua moglie? Pinocchio è una creazione di Geppetto o di Collodi? Questi sono solo alcuni dei quesiti che sorgono non appena ci si ferma a riflettere sui personaggi fittizi e sulle asserzioni che intorno alle narrazioni d’invenzione, in sede di commento o ricapitolazione, vengono proferite. Allo scopo, tra l’altro, di rispondere a queste domande, o almeno di chiarirne il senso, nel corso degli ultimi trent’anni filosofi, logici e linguisti della tradizione analitica si sono impegnati nella formulazione di teorie della narrativa d’invenzione – altrimenti dette teorie della fiction. Qui, principalmente, mi concentro sulla nozione di personaggio fittizio, cercando di enuclearne i tratti fondamentali e gli aspetti problematici, con particolare attenzione ai temi dell’identità dei personaggi attraverso storie e dell’attività creativa di un autore. L’articolo si sviluppa in tre parti. Nella prima parte offro una caratterizzazione generale del discorso intorno alla fiction , esprimendo in forma di assunti alcune fra le principali intuizioni preteoriche riguardanti la nozione di personaggio fittizio. Nella seconda parte fornisco un quadro d’insieme sulle teorie della fiction che, nei miei intendimenti, dovrebbe da un lato contribuire alla sistematizzazione di un’area di studio recente ed in forte sviluppo, dall’altro rendere la comprensione dell’articolo più agevole a quanti non si siano mai occupati di metafisica della fiction. Nella terza parte, attraverso l’analisi critica di alcune fra le principali linee di soluzione fino ad oggi proposte, giungo a delineare quelli che sono, a mio parere, i compiti fondamentali e la struttura richiesta per una teoria in grado non solo di chiarire i presupposti del discorso intorno alla fiction, ma di collocare le prassi legate alla produzione ed alla fruizione di romanzi all’interno di un contesto più ampio, quello delle attività immaginative umane.
2003
9788871153476
Fiction; Metafisica; Identità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/30982
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