Il presente lavoro vuole essere un contributo allo studio delle costruzioni con verbo funzionale: si descrivono caratteristiche sintattiche e semantiche di frasi semplici con verbo supporto e predicato nominale in italiano e tedesco. Un numero assai elevato di sostantivi può occorrere nella frase, alla stregua dei verbi e degli aggettivi, con la funzione di predicato ed avere un proprio dominio argomentale. Nelle costruzioni con nome predicativo, le informazioni altrimenti veicolate nei costrutti con verbo predicativo dalla coniugazione verbale sono assunte da verbi funzionali, denominati in questo lavoro “verbi supporto”. La descrizione ed il confronto di costrutti dalle medesime caratteristiche semantiche e sintattiche in italiano e tedesco comporta l’identificazione, la definizione, l’ordinamento e la classificazione di un numero elevato di strutture nelle lingue considerate. Lo strumento descrittivo fondamentale utilizzato per lo studio dei costrutti con verbo supporto è costituito dalle classi di oggetti. La nozione di classe di oggetti è illustrata nel capitolo primo, in cui l’utilità di questo strumento descrittivo è paragonata al potere esplicativo delle nozioni tradizionali di restrizione di selezione e solidarietà lessicale. Nel capitolo, che introduce alcune nozioni preliminari, si fa risalire la nozione di classe di oggetti a quella di campo lessicale, concetto elaborato nell’ambito del contestualismo anglosassone. Si introducono inoltre due definizioni ricorrenti in questo lavoro: la nozione di collocazione, definita unitamente a quelle di potenziale collocativo ed intervallo collocativo, e quella di frase semplice, l’intervallo collocativo in cui si analizzano i verbi supporto.Nel capitolo secondo si specifica inizialmente il quadro teorico di riferimento, costituito dalla teoria sulle nominalizzazioni di Z. S. Harris e dalla teorizzazione sulla modalità di riduzione del verbo supporto di M. Gross, quindi si definiscono le costruzioni con verbo supporto. Nelle strutture esaminate, la forma verbale attualizza il predicato nominale; i predicati nominali formano classi di nomi predicativi con caratteristiche sintattiche analoghe e selezionano principalmente insiemi di supporti generali ed appropriati, definiti “forme base”. Le proprietà dei costrutti con verbo supporto sono elencate con riferimento al nome, al verbo ed al costrutto. Successivamente, si distinguono le strutture così definite dalle locuzioni verbali e dai costrutti con verbo causativo, caratterizzati da proprietà sintattiche differenti. Infine, i costrutti con verbo supporto sono distinti dalle strutture con verbo funzionale generalmente intese, studiate nella linguistica tedesca. Nel capitolo terzo si inizia l’ordinamento dei costrutti con verbo supporto su basi semantiche e sintattiche. La proposta di classificazione si fonda sullo scarto stilistico veicolato dalle forme verbali metaforiche, intensive o appartenenti a registri linguistici diversi dalla lingua standard e sulle Aktionsarten conferite da alcuni verbi supporto al costrutto. Le definizioni formulate di variante stilistica ed estensione processuale sono proposte in questi termini per la prima volta; contrariamente alla prospettiva adottata dai ricercatori francesi, il verbo supporto ed il nome predicativo sono considerati, con riferimento ai valori processuali, una unità e non sono attribuite a ciascun membro del predicato composto caratteristiche processuali proprie. In questa fase dell’ordinamento delle strutture, si illustra la distinzione fra variante stilistica e verbo supporto appropriato, forme verbali spesso confuse nelle descrizioni più recenti. Nel capitolo si descrivono inoltre l’orientamento dei verbi supporto, nonché le analogie e differenze fra costrutti in cui occorrono i verbi supporto generali dell’italiano fare e dare. Nell’ultima parte del capitolo si valuta fino a che punto determinate proprietà che caratterizzano generalmente i costrutti con verbo supporto possano essere applicate al tedesco. Le caratteristiche prese in esame pertengono alla formazione dei quadri argomentali ed alle nominalizzazioni delle forme verbali. Le considerazioni sull’applicabilità dei criteri introdotti seguono necessariamente alla prima fase dell’ordinamento dei costrutti, poiché la mancata formazione dei quadri argomentali concerne in molti casi costrutti con verbi supporto appropriati o varianti stilistiche e le nominalizzazioni pertengono ai verbi supporto appropriati. Riguardo alle nominalizzazioni delle forme verbali, si propone il test secondo cui l’occorrenza del possessivo innanzi al verbo nominalizzato ne caratterizza l’uso come verbo con funzione predicativa, mentre quando il possessivo non occorre prima della nominalizzazione, la forma verbale originaria non ha valore predicativo e la nominalizzazione è per lo più interpretabile come evento.Il capitolo quarto è, analogamente al capitolo terzo, a cui è strettamente connesso, decisamente innovativo e di particolare rilievo. Nella prima parte si prosegue l’ordinamento dei costrutti con verbo supporto sulla scorta delle Aktionsarten veicolate ed in relazione alle strutture con forme base. La descrizione proposta non coincide con quella in Gross (1996c); la divergenza maggiore consiste nella valutazione del valore intensivo, che non viene considerato Aktionsart nel presente lavoro. Si dimostra che il valore intensivo non caratterizza necessariamente la forma verbale, poiché può essere “distribuito” fra la forma verbale ed il predicato nominale. Inoltre, il valore intensivo non si dà mai in sé perché si aggiunge alle Aktionsarten conferite dalle estensioni processuali o veicolate dalle fome base unitamente al predicato nominale. Si stabilisce appresso quali verbi supporto possono essere cancellati sulla base della regola teorizzata da M. Gross relativamente alla riduzione del verbo supporto e indicata in forma abbreviata con [Réd Vsup]. I verbi supporto generali possono essere cancellati unitamente ai verbi supporto appropriati, in quanto attualizzano i nomi predicativi ma non sono estensioni processuali. Poiché l’intensità non costituisce Aktionsart, le forme verbali che veicolano questo valore possono essere, per il motivo sopra esposto, parimenti ridotte. A differenza delle forme base e delle forme intensive, i verbi supporto che conferiscono Aktionsarten al costrutto non possono essere cancellati. Il capitolo presenta in seguito una parte applicativa, in cui si mostra come individuare costrutti con valore incoativo nelle due lingue esaminate. Infine, si procede all’individuazione di un nucleo di verbi supporto con funzione di ausiliare sulla base dei modelli di eventi fonte di ausiliarizzazione studiati da Heine (1993).Il capitolo quinto, in cui si conclude l’ordinamento dei costrutti, ha carattere principalmente descrittivo ed ha come oggetto le strutture converse. Anche in questo capitolo si introducono elementi di novità rispetto agli studi precedenti, poiché le strutture converse di azione esaminate sono definite secondo criteri meno generali di quelli proposti negli studi sui Funktionsverbgefüge o sui costrutti con verbo supporto. Nella prima parte si analizzano le strutture converse di azione, che esibiscono inversione dei nomi argomentali e dei ruoli semantici rispetto alle strutture dirette ed hanno significato passivo. Si prendono in esame dapprima le coppie di verbi supporto maggiormente frequenti nelle due lingue esaminate, rispettivamente dare // avere-ricevere e geben // bekommen-erhalten; con riferimento alla coppia di verbi supporto dare // ricevere dell’italiano ci si sofferma sulla classe di nomi predicativi con suffisso -ata, il cui valore predicativo è attribuibile al suffisso quando il nome occorre in una determinata posizione del costrutto. In seguito, si esamina il ruolo del modificatore del nome predicativo e si pongono in relazione i costrutti in cui il nome occorre modificato dall’aggettivo con strutture analoghe modificate dall’avverbio, ovvero con strutture in cui occorrono verbi predicativi ed avverbi con significati corrispondenti. Descritte le caratteristiche generali, si considerano costrutti con caratteristiche più specifiche. L’italiano possiede, a differenza del tedesco, ulteriori coppie produttive: fare // ricevere, fare // essere oggetto di, fare // subire, infliggere // subire; per entrambe le lingue si dà inoltre breve descrizione dei verbi supporto conversi appropriati. Nella seconda parte del capitolo si definiscono e si descrivono le strutture converse di stato: esse sono distinte da costrutti con significato analogo che non rientrano nella definizione di strutture con verbo supporto poiché trasformabili in proposizioni relative appositive. Nella terza ed ultima parte del capitolo si mostra che la regola sulla riduzione del verbo supporto, notata per convenzione in forma abbreviata come [Rid Vsup], non si applica a strutture di tipo converso indipendentemente dai significati di azione o di stato espressi dal costrutto; ciò nonostante, le strutture converse sono costruzioni con verbo supporto a pieno titolo, poiché esibiscono le proprietà ulteriori tipiche di questi costrutti. In conclusione, si definisce per la prima volta il dominio della regola [Rid Vsup], alla luce dei casi in cui tale regola non è operativa.

Costrutti con verbo supporto: italiano e tedesco a confronto

CANTARINI, Sibilla
2004-01-01

Abstract

Il presente lavoro vuole essere un contributo allo studio delle costruzioni con verbo funzionale: si descrivono caratteristiche sintattiche e semantiche di frasi semplici con verbo supporto e predicato nominale in italiano e tedesco. Un numero assai elevato di sostantivi può occorrere nella frase, alla stregua dei verbi e degli aggettivi, con la funzione di predicato ed avere un proprio dominio argomentale. Nelle costruzioni con nome predicativo, le informazioni altrimenti veicolate nei costrutti con verbo predicativo dalla coniugazione verbale sono assunte da verbi funzionali, denominati in questo lavoro “verbi supporto”. La descrizione ed il confronto di costrutti dalle medesime caratteristiche semantiche e sintattiche in italiano e tedesco comporta l’identificazione, la definizione, l’ordinamento e la classificazione di un numero elevato di strutture nelle lingue considerate. Lo strumento descrittivo fondamentale utilizzato per lo studio dei costrutti con verbo supporto è costituito dalle classi di oggetti. La nozione di classe di oggetti è illustrata nel capitolo primo, in cui l’utilità di questo strumento descrittivo è paragonata al potere esplicativo delle nozioni tradizionali di restrizione di selezione e solidarietà lessicale. Nel capitolo, che introduce alcune nozioni preliminari, si fa risalire la nozione di classe di oggetti a quella di campo lessicale, concetto elaborato nell’ambito del contestualismo anglosassone. Si introducono inoltre due definizioni ricorrenti in questo lavoro: la nozione di collocazione, definita unitamente a quelle di potenziale collocativo ed intervallo collocativo, e quella di frase semplice, l’intervallo collocativo in cui si analizzano i verbi supporto.Nel capitolo secondo si specifica inizialmente il quadro teorico di riferimento, costituito dalla teoria sulle nominalizzazioni di Z. S. Harris e dalla teorizzazione sulla modalità di riduzione del verbo supporto di M. Gross, quindi si definiscono le costruzioni con verbo supporto. Nelle strutture esaminate, la forma verbale attualizza il predicato nominale; i predicati nominali formano classi di nomi predicativi con caratteristiche sintattiche analoghe e selezionano principalmente insiemi di supporti generali ed appropriati, definiti “forme base”. Le proprietà dei costrutti con verbo supporto sono elencate con riferimento al nome, al verbo ed al costrutto. Successivamente, si distinguono le strutture così definite dalle locuzioni verbali e dai costrutti con verbo causativo, caratterizzati da proprietà sintattiche differenti. Infine, i costrutti con verbo supporto sono distinti dalle strutture con verbo funzionale generalmente intese, studiate nella linguistica tedesca. Nel capitolo terzo si inizia l’ordinamento dei costrutti con verbo supporto su basi semantiche e sintattiche. La proposta di classificazione si fonda sullo scarto stilistico veicolato dalle forme verbali metaforiche, intensive o appartenenti a registri linguistici diversi dalla lingua standard e sulle Aktionsarten conferite da alcuni verbi supporto al costrutto. Le definizioni formulate di variante stilistica ed estensione processuale sono proposte in questi termini per la prima volta; contrariamente alla prospettiva adottata dai ricercatori francesi, il verbo supporto ed il nome predicativo sono considerati, con riferimento ai valori processuali, una unità e non sono attribuite a ciascun membro del predicato composto caratteristiche processuali proprie. In questa fase dell’ordinamento delle strutture, si illustra la distinzione fra variante stilistica e verbo supporto appropriato, forme verbali spesso confuse nelle descrizioni più recenti. Nel capitolo si descrivono inoltre l’orientamento dei verbi supporto, nonché le analogie e differenze fra costrutti in cui occorrono i verbi supporto generali dell’italiano fare e dare. Nell’ultima parte del capitolo si valuta fino a che punto determinate proprietà che caratterizzano generalmente i costrutti con verbo supporto possano essere applicate al tedesco. Le caratteristiche prese in esame pertengono alla formazione dei quadri argomentali ed alle nominalizzazioni delle forme verbali. Le considerazioni sull’applicabilità dei criteri introdotti seguono necessariamente alla prima fase dell’ordinamento dei costrutti, poiché la mancata formazione dei quadri argomentali concerne in molti casi costrutti con verbi supporto appropriati o varianti stilistiche e le nominalizzazioni pertengono ai verbi supporto appropriati. Riguardo alle nominalizzazioni delle forme verbali, si propone il test secondo cui l’occorrenza del possessivo innanzi al verbo nominalizzato ne caratterizza l’uso come verbo con funzione predicativa, mentre quando il possessivo non occorre prima della nominalizzazione, la forma verbale originaria non ha valore predicativo e la nominalizzazione è per lo più interpretabile come evento.Il capitolo quarto è, analogamente al capitolo terzo, a cui è strettamente connesso, decisamente innovativo e di particolare rilievo. Nella prima parte si prosegue l’ordinamento dei costrutti con verbo supporto sulla scorta delle Aktionsarten veicolate ed in relazione alle strutture con forme base. La descrizione proposta non coincide con quella in Gross (1996c); la divergenza maggiore consiste nella valutazione del valore intensivo, che non viene considerato Aktionsart nel presente lavoro. Si dimostra che il valore intensivo non caratterizza necessariamente la forma verbale, poiché può essere “distribuito” fra la forma verbale ed il predicato nominale. Inoltre, il valore intensivo non si dà mai in sé perché si aggiunge alle Aktionsarten conferite dalle estensioni processuali o veicolate dalle fome base unitamente al predicato nominale. Si stabilisce appresso quali verbi supporto possono essere cancellati sulla base della regola teorizzata da M. Gross relativamente alla riduzione del verbo supporto e indicata in forma abbreviata con [Réd Vsup]. I verbi supporto generali possono essere cancellati unitamente ai verbi supporto appropriati, in quanto attualizzano i nomi predicativi ma non sono estensioni processuali. Poiché l’intensità non costituisce Aktionsart, le forme verbali che veicolano questo valore possono essere, per il motivo sopra esposto, parimenti ridotte. A differenza delle forme base e delle forme intensive, i verbi supporto che conferiscono Aktionsarten al costrutto non possono essere cancellati. Il capitolo presenta in seguito una parte applicativa, in cui si mostra come individuare costrutti con valore incoativo nelle due lingue esaminate. Infine, si procede all’individuazione di un nucleo di verbi supporto con funzione di ausiliare sulla base dei modelli di eventi fonte di ausiliarizzazione studiati da Heine (1993).Il capitolo quinto, in cui si conclude l’ordinamento dei costrutti, ha carattere principalmente descrittivo ed ha come oggetto le strutture converse. Anche in questo capitolo si introducono elementi di novità rispetto agli studi precedenti, poiché le strutture converse di azione esaminate sono definite secondo criteri meno generali di quelli proposti negli studi sui Funktionsverbgefüge o sui costrutti con verbo supporto. Nella prima parte si analizzano le strutture converse di azione, che esibiscono inversione dei nomi argomentali e dei ruoli semantici rispetto alle strutture dirette ed hanno significato passivo. Si prendono in esame dapprima le coppie di verbi supporto maggiormente frequenti nelle due lingue esaminate, rispettivamente dare // avere-ricevere e geben // bekommen-erhalten; con riferimento alla coppia di verbi supporto dare // ricevere dell’italiano ci si sofferma sulla classe di nomi predicativi con suffisso -ata, il cui valore predicativo è attribuibile al suffisso quando il nome occorre in una determinata posizione del costrutto. In seguito, si esamina il ruolo del modificatore del nome predicativo e si pongono in relazione i costrutti in cui il nome occorre modificato dall’aggettivo con strutture analoghe modificate dall’avverbio, ovvero con strutture in cui occorrono verbi predicativi ed avverbi con significati corrispondenti. Descritte le caratteristiche generali, si considerano costrutti con caratteristiche più specifiche. L’italiano possiede, a differenza del tedesco, ulteriori coppie produttive: fare // ricevere, fare // essere oggetto di, fare // subire, infliggere // subire; per entrambe le lingue si dà inoltre breve descrizione dei verbi supporto conversi appropriati. Nella seconda parte del capitolo si definiscono e si descrivono le strutture converse di stato: esse sono distinte da costrutti con significato analogo che non rientrano nella definizione di strutture con verbo supporto poiché trasformabili in proposizioni relative appositive. Nella terza ed ultima parte del capitolo si mostra che la regola sulla riduzione del verbo supporto, notata per convenzione in forma abbreviata come [Rid Vsup], non si applica a strutture di tipo converso indipendentemente dai significati di azione o di stato espressi dal costrutto; ciò nonostante, le strutture converse sono costruzioni con verbo supporto a pieno titolo, poiché esibiscono le proprietà ulteriori tipiche di questi costrutti. In conclusione, si definisce per la prima volta il dominio della regola [Rid Vsup], alla luce dei casi in cui tale regola non è operativa.
2004
9-788855-527880
Costrutti con verbo supporto
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