L’antropologia filosofica nasce nella Germania degli anni Venti in un periodo “fluido” in cui l’eclissi delle tradizionali concezioni dell’uomo non aveva ancora lasciato il posto alla cristallizzazione totalitaria dell’uomo di massa che si sarebbe imposta negli anni Trenta. Mai prima d’ora, poteva ancora affermare Max Scheler nel 1926, l’uomo è risultato così drammaticamente enigmatico a se stesso, eppure tale epoca è anche la prima in cui l’uomo, socraticamente, sa di non sapere chi è. L’antropologia filosofica era dunque originariamente vissuta come una grande occasione per relativizzare tutti i tentativi volti a consegnare l’uomo a una definizione fissa, restituendo così l’enigmaticità dell’uomo in tutta la sua complessità. Sempre nel 1926, Scheler osserva che l’enorme mole di dati raccolti dalle scienze biologiche, dalla fisiologia, dalla medicina e dalla psicologia hanno reso l’uomo, se possibile, ancora più misterioso a se stesso: più conosciamo l’uomo, come oggetto di discipline specialistiche, e tanto meno lo comprendiamo nella sua totalità.
L'uomo nella tempesta che è il mondo
CUSINATO, Guido
2000-01-01
Abstract
L’antropologia filosofica nasce nella Germania degli anni Venti in un periodo “fluido” in cui l’eclissi delle tradizionali concezioni dell’uomo non aveva ancora lasciato il posto alla cristallizzazione totalitaria dell’uomo di massa che si sarebbe imposta negli anni Trenta. Mai prima d’ora, poteva ancora affermare Max Scheler nel 1926, l’uomo è risultato così drammaticamente enigmatico a se stesso, eppure tale epoca è anche la prima in cui l’uomo, socraticamente, sa di non sapere chi è. L’antropologia filosofica era dunque originariamente vissuta come una grande occasione per relativizzare tutti i tentativi volti a consegnare l’uomo a una definizione fissa, restituendo così l’enigmaticità dell’uomo in tutta la sua complessità. Sempre nel 1926, Scheler osserva che l’enorme mole di dati raccolti dalle scienze biologiche, dalla fisiologia, dalla medicina e dalla psicologia hanno reso l’uomo, se possibile, ancora più misterioso a se stesso: più conosciamo l’uomo, come oggetto di discipline specialistiche, e tanto meno lo comprendiamo nella sua totalità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.