Lo studio rinviene nel concetto di genio lo snodo fondamentale che permette il passaggio da un paradigma epistemico olistico ad un paradigma epistemico particolarista. Questo capovolgimento filosofico - la rivoluzione della percezione che si manifesta nel Settecento - viene coadiuvato sia dalla nuova filosofia empirica che dall'autorità anti-classica, ma 'geniale', di William Shakespeare. Shakespeare fornirà, infatti, per il campo estetico e letterario il tramite per la contestazione delle regole degli antichi attraverso la convalida dell'originalità e dell'autorevolezza anche dei moderni. La nuova percezione del mondo, che contesta l'operatività del sistema analogico rinascimentale proponendo un universo che la nuova scienza rende sempre più complesso e ricco di dati reali, richiederà nuovi codici mimetici adatti ad una realtà sempre più parcellizzata e molteplice. Ciò permetterà la nascita di un'estetica del tutto nuova ed anti-universale. L'unità della varietà dovrà fare spazio alla varietà 'tout court'; pertanto si cercherà un registro di rappresentazione diverso, realistico più che ideale, che si tradurrà in una nuova estetica - un'estetica regionalista - limitata a tempi e luoghi ben precisi e non più riferibile all'antica metafisica del bello, il che comporterà la caduta dell'idea di perfezione. I nuovi princìpi saranno la varietà, il sublime, il pittoresco, il gotico, il giardino inglese, il caratteristico, capaci di rispecchiare le più varie sensibilità e che si declineranno, nel Settecento inglese, in un orgoglioso recupero di prerogative indigene. La ricerca individua i nuovi princìpi di questo processo in autori quali W. Duff, W. Shakespeare, J. Addison, M. Akenside, W. Hogarth, W. Gilpin, U. Price, R.P. Knight. Enfasi è posta anche sulla nascita di un'estetica regionalista ad opera di Francis Grose.The book examines the paradigmatic change which took place in the 18th century when the exclusive concept of ingeniousness was progressively undermined by the rise of the imagination, a non-exclusive faculty present in each and all. This marks also the passage from an aesthetics of the beautiful to an aesthetics of the sublime, and furthermore the passage from holism to particularism, from unity and authority to variety and individualism. Examined authors and critics are: W. Duff, W. Shakespeare, J. Addison, M. Akenside, W. Hogarth, W. Gilpin, U. Price. Great emphasis is set on Francis Grose's formulation and recognition of an avant la lettre regional conception of aesthetics.
Genio ed immaginazione nel Settecento inglese
BEZRUCKA, Yvonne
2002-01-01
Abstract
Lo studio rinviene nel concetto di genio lo snodo fondamentale che permette il passaggio da un paradigma epistemico olistico ad un paradigma epistemico particolarista. Questo capovolgimento filosofico - la rivoluzione della percezione che si manifesta nel Settecento - viene coadiuvato sia dalla nuova filosofia empirica che dall'autorità anti-classica, ma 'geniale', di William Shakespeare. Shakespeare fornirà, infatti, per il campo estetico e letterario il tramite per la contestazione delle regole degli antichi attraverso la convalida dell'originalità e dell'autorevolezza anche dei moderni. La nuova percezione del mondo, che contesta l'operatività del sistema analogico rinascimentale proponendo un universo che la nuova scienza rende sempre più complesso e ricco di dati reali, richiederà nuovi codici mimetici adatti ad una realtà sempre più parcellizzata e molteplice. Ciò permetterà la nascita di un'estetica del tutto nuova ed anti-universale. L'unità della varietà dovrà fare spazio alla varietà 'tout court'; pertanto si cercherà un registro di rappresentazione diverso, realistico più che ideale, che si tradurrà in una nuova estetica - un'estetica regionalista - limitata a tempi e luoghi ben precisi e non più riferibile all'antica metafisica del bello, il che comporterà la caduta dell'idea di perfezione. I nuovi princìpi saranno la varietà, il sublime, il pittoresco, il gotico, il giardino inglese, il caratteristico, capaci di rispecchiare le più varie sensibilità e che si declineranno, nel Settecento inglese, in un orgoglioso recupero di prerogative indigene. La ricerca individua i nuovi princìpi di questo processo in autori quali W. Duff, W. Shakespeare, J. Addison, M. Akenside, W. Hogarth, W. Gilpin, U. Price, R.P. Knight. Enfasi è posta anche sulla nascita di un'estetica regionalista ad opera di Francis Grose.The book examines the paradigmatic change which took place in the 18th century when the exclusive concept of ingeniousness was progressively undermined by the rise of the imagination, a non-exclusive faculty present in each and all. This marks also the passage from an aesthetics of the beautiful to an aesthetics of the sublime, and furthermore the passage from holism to particularism, from unity and authority to variety and individualism. Examined authors and critics are: W. Duff, W. Shakespeare, J. Addison, M. Akenside, W. Hogarth, W. Gilpin, U. Price. Great emphasis is set on Francis Grose's formulation and recognition of an avant la lettre regional conception of aesthetics.File | Dimensione | Formato | |
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