Il saggio affronta il tema dei rapporti fra diritto penale nazionale e diritto comunitario, muovendo dalla ricognizione degli interessi che appaiono bisognosi di una tutela penale armonizzata od equivalente, nei diversi Stati membri, a livello europeo, distinguendo quelli “propri” della Comunità e quelli che invece assumono “rilevanza comunitaria” per le politiche della Comunità in certi settori o per il carattere transnazionale della criminalità che li offende. Viene quindi sottolineata l’inadeguatezza dell’attuale limitazione e divisione di competenze fra “primo” e “terzo pilastro” dell’Unione europea, che contraddice le esigenze di una diretta competenza comunitaria relativa al diritto penale per la tutela di tutti detti interessi, a partire da quelli “propri” della Comunità. Nella seconda parte del lavoro vengono infine esaminati i diversi livelli in cui il diritto penale rientra espressamente fra le attribuzioni dell’Unione europea secondo le previsioni del Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, approvato in data 29 ottobre 2004 (anche se non ancora ratificato da tutti gli Stati membri). L’autore sottolinea come, oltre alle attribuzioni riconosciute nell’apposito capo IV, collocato nella parte III, relative allo “spazio di libertà, sicurezza e giustizia” (artt. III-270 segg.), fra cui grande potenzialità innovativa va riconosciuta all’art. III–274, che prevede la possibilità di istituzione di un pubblico ministero europeo e di definizione, da parte di una legge europea, dei reati che ledano gli interessi finanziari comunitari, per i quali lo stesso è competente, anche nell’art. III–415 sia ravvisabile, alla luce di un’interpretazione sistematica e comparativa rispetto all’attuale formulazione dell’art. 280 Trattato Comunità europee, una specifica base giuridica per la creazione di un nucleo di diritto penale comune europeo, strettamente inteso, che può essere immediatamente operativo sia sul piano della previsione di fattispecie incriminatrici comuni, con relative sanzioni penali, che su quello della disciplina di essenziali istituti di parte generale nonché di natura processuale, secondo un modello di “unificazione” normativa analogo a quello delineato dal progetto denominato Corpus Juris.

Diritto penale comunitario e Costituzione europea

PICOTTI, Lorenzo
2005-01-01

Abstract

Il saggio affronta il tema dei rapporti fra diritto penale nazionale e diritto comunitario, muovendo dalla ricognizione degli interessi che appaiono bisognosi di una tutela penale armonizzata od equivalente, nei diversi Stati membri, a livello europeo, distinguendo quelli “propri” della Comunità e quelli che invece assumono “rilevanza comunitaria” per le politiche della Comunità in certi settori o per il carattere transnazionale della criminalità che li offende. Viene quindi sottolineata l’inadeguatezza dell’attuale limitazione e divisione di competenze fra “primo” e “terzo pilastro” dell’Unione europea, che contraddice le esigenze di una diretta competenza comunitaria relativa al diritto penale per la tutela di tutti detti interessi, a partire da quelli “propri” della Comunità. Nella seconda parte del lavoro vengono infine esaminati i diversi livelli in cui il diritto penale rientra espressamente fra le attribuzioni dell’Unione europea secondo le previsioni del Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, approvato in data 29 ottobre 2004 (anche se non ancora ratificato da tutti gli Stati membri). L’autore sottolinea come, oltre alle attribuzioni riconosciute nell’apposito capo IV, collocato nella parte III, relative allo “spazio di libertà, sicurezza e giustizia” (artt. III-270 segg.), fra cui grande potenzialità innovativa va riconosciuta all’art. III–274, che prevede la possibilità di istituzione di un pubblico ministero europeo e di definizione, da parte di una legge europea, dei reati che ledano gli interessi finanziari comunitari, per i quali lo stesso è competente, anche nell’art. III–415 sia ravvisabile, alla luce di un’interpretazione sistematica e comparativa rispetto all’attuale formulazione dell’art. 280 Trattato Comunità europee, una specifica base giuridica per la creazione di un nucleo di diritto penale comune europeo, strettamente inteso, che può essere immediatamente operativo sia sul piano della previsione di fattispecie incriminatrici comuni, con relative sanzioni penali, che su quello della disciplina di essenziali istituti di parte generale nonché di natura processuale, secondo un modello di “unificazione” normativa analogo a quello delineato dal progetto denominato Corpus Juris.
2005
Unione europea e diritto penale – Reati transnazionali – Frodi comunitarie – Pubblico ministero europeo – Costituzione europea
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