Il volume approfondisce il profilo contabile e di bilancio dei piani volti ad assegnare al personale aziendale, nell’ambito di politiche di incentivazione delle risorse umane, strumenti finanziari rappresentativi di patrimonio netto (tipicamente, azioni e opzioni). Il primo capitolo illustra, con finalità introduttive, le nozioni essenziali relative ai piani di assegnazione ad amministratori e dipendenti di azioni e opzioni. Il secondo e il terzo capitolo, invece, si caratterizzano per un approccio fondato sui principi del calcolo di bilancio, e ciò al fine di conseguire due obiettivi prioritari. In primo luogo, il lavoro approfondisce, sulla base di una chiave di lettura originale, i contenuti dello standard internazionale Ifrs 2 preposto a disciplinare il trattamento contabile dei piani in esame, sviluppando l’indagine in chiave comparativa rispetto all’approccio sino ad oggi invalso nel nostro paese (impostazione “internazionale” versus impostazione “nazionale”). In secondo luogo, il lavoro tende a verificare, sul fondamento dell’analisi comparata accennata, quali siano le ragioni che si pongono all’origine della diversità di trattamento contabile che caratterizza le impostazioni considerate. In particolare, l’idea di fondo che guida il lavoro riposa sulla convinzione dell’esistenza di due ipotetiche direttrici di analisi in grado di dare spiegazione della suddetta diversità: la prima ne riconduce le ragioni alle differenze proprie del paradigma contabile che costituisce il fondamento di ciascuna impostazione e che condiziona, nell’una e nell’altra, l’identificazione dei componenti di reddito che devono concorrere alla formazione del risultato di esercizio; la seconda direttrice è una derivata della precedente: qualora la diversità di trattamento contabile non possa essere razionalmente spiegata in termini di paradigma contabile di riferimento, essa deve essere ricondotta, giocoforza, alla presenza, nell’una o nell’altra impostazione, di scelte tecniche non condivisibili. In particolare, al fine di dare risposta al problema sollevato, il volume si focalizza sull’esigenza di accertare se la controversa imputazione a conto economico del costo associato ai piani in argomento, sancita dall’Ifrs 2, sia compatibile con il quadro di riferimento condiviso negli studi condotti a livello nazionale in materia di calcolo finalizzato alla misurazione del reddito di esercizio.
I piani di stock grant e stock option destinati al personale. Profili di misurazione del reddito di esercizio.
CORBELLA, Silvano
2004-01-01
Abstract
Il volume approfondisce il profilo contabile e di bilancio dei piani volti ad assegnare al personale aziendale, nell’ambito di politiche di incentivazione delle risorse umane, strumenti finanziari rappresentativi di patrimonio netto (tipicamente, azioni e opzioni). Il primo capitolo illustra, con finalità introduttive, le nozioni essenziali relative ai piani di assegnazione ad amministratori e dipendenti di azioni e opzioni. Il secondo e il terzo capitolo, invece, si caratterizzano per un approccio fondato sui principi del calcolo di bilancio, e ciò al fine di conseguire due obiettivi prioritari. In primo luogo, il lavoro approfondisce, sulla base di una chiave di lettura originale, i contenuti dello standard internazionale Ifrs 2 preposto a disciplinare il trattamento contabile dei piani in esame, sviluppando l’indagine in chiave comparativa rispetto all’approccio sino ad oggi invalso nel nostro paese (impostazione “internazionale” versus impostazione “nazionale”). In secondo luogo, il lavoro tende a verificare, sul fondamento dell’analisi comparata accennata, quali siano le ragioni che si pongono all’origine della diversità di trattamento contabile che caratterizza le impostazioni considerate. In particolare, l’idea di fondo che guida il lavoro riposa sulla convinzione dell’esistenza di due ipotetiche direttrici di analisi in grado di dare spiegazione della suddetta diversità: la prima ne riconduce le ragioni alle differenze proprie del paradigma contabile che costituisce il fondamento di ciascuna impostazione e che condiziona, nell’una e nell’altra, l’identificazione dei componenti di reddito che devono concorrere alla formazione del risultato di esercizio; la seconda direttrice è una derivata della precedente: qualora la diversità di trattamento contabile non possa essere razionalmente spiegata in termini di paradigma contabile di riferimento, essa deve essere ricondotta, giocoforza, alla presenza, nell’una o nell’altra impostazione, di scelte tecniche non condivisibili. In particolare, al fine di dare risposta al problema sollevato, il volume si focalizza sull’esigenza di accertare se la controversa imputazione a conto economico del costo associato ai piani in argomento, sancita dall’Ifrs 2, sia compatibile con il quadro di riferimento condiviso negli studi condotti a livello nazionale in materia di calcolo finalizzato alla misurazione del reddito di esercizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.