Due prospettive metafisiche che caratterizzano la modernità, il cartesianisimo e l’agostinismo, in apparenza così diversi tra loro, si assimilano nella comune idea che la mente umana sia animata da una intenzionalità a desiderare controfattualmente di vivere secondo un ordine di cose diverso e migliore di quello attestato dall’esperienza. Per Cartesio la grandezza dell’intelligenza umana si presenta nella capacità del libero arbitrio di volere il bene migliore anche contro l’evidenza del bene esistente. Nello spirito della modernità cartesiana il poter guidare con arte e scienza dell’artificiale la natura, di per sé indifferente all’autoconservazione dell’individuo, è divenuto un obbligo morale per la salvaguardia della salute come della lotta al naturale egoismo degli individui in vista della benevolenza universale. Per Agostino l’intelligenza è capace di comprendere l’ordine, la forma e la misura secondo cui tutte le cose esistono, e quest’ordine è in sé buono; ma addattarsi ad esso è per l’intelligenza una rinuncia al meglio. Il meglio è perfezionare se stessi attingendo riflessivamente nel dialogo interiore la parola vera del Creatore. Presentando e discutendo le tesi di tre interpreti della relazione fra cartesianesimo ed agostinismo nella modernità (H. Blumenberg, J.-L. Marion, Ch. Taylor), nel saggio si espongono le condizioni per le quali non è vero che il desiderio del meglio è sempre nemico del bene.
Il desiderio controfattuale del meglio. Agostino, Descartes e la Modernità
LOMBARDO, Mario
2003-01-01
Abstract
Due prospettive metafisiche che caratterizzano la modernità, il cartesianisimo e l’agostinismo, in apparenza così diversi tra loro, si assimilano nella comune idea che la mente umana sia animata da una intenzionalità a desiderare controfattualmente di vivere secondo un ordine di cose diverso e migliore di quello attestato dall’esperienza. Per Cartesio la grandezza dell’intelligenza umana si presenta nella capacità del libero arbitrio di volere il bene migliore anche contro l’evidenza del bene esistente. Nello spirito della modernità cartesiana il poter guidare con arte e scienza dell’artificiale la natura, di per sé indifferente all’autoconservazione dell’individuo, è divenuto un obbligo morale per la salvaguardia della salute come della lotta al naturale egoismo degli individui in vista della benevolenza universale. Per Agostino l’intelligenza è capace di comprendere l’ordine, la forma e la misura secondo cui tutte le cose esistono, e quest’ordine è in sé buono; ma addattarsi ad esso è per l’intelligenza una rinuncia al meglio. Il meglio è perfezionare se stessi attingendo riflessivamente nel dialogo interiore la parola vera del Creatore. Presentando e discutendo le tesi di tre interpreti della relazione fra cartesianesimo ed agostinismo nella modernità (H. Blumenberg, J.-L. Marion, Ch. Taylor), nel saggio si espongono le condizioni per le quali non è vero che il desiderio del meglio è sempre nemico del bene.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.