Il “come fare” della qualità dei servizi sociali per la vita quotidiana dei disabili comporta la precisazione del “cos’è”. Se, in estrema sintesi, il “cos’è” della qualità, dal punto di vista giuridico si configura come riconoscimento di un diritto ad ottenere particolari servizi sociali e sanitari, mentre dal punto di vista sociologico come riconoscimento di un bisogno che l’individuo esprime quale membro di una società, dal punto di vista pedagogico il “cos’è” della qualità si configura come possibilità di realizzazione umana di un poter-dover essere della persona che aspira a divenire personalità. La prospettiva di questa pedagogia è quella della persona che può e deve essere aiutata a realizzare se stessa, indipendentemente dallo stato sociale, etico, giuridico o di salute in cui si trova. La qualità della vita del disabile quindi, per la pedagogia, è presente laddove la persona del disabile è nella possibilità reale e concreta di ottenere per sé e per gli altri ciò che è percepito da lui stesso come realizzazione della propria umanità (indipendentemente dai limiti insiti al deficit). Il “come fare” della qualità, a questo punto, è dato dalle azioni che favoriscono il processo di realizzazione a cui la persona del disabile aspira in quanto suo poter-dover essere. Il servizio sociale genera questo tipo di qualità se agisce come strumento di promozione del percorso di realizzazione della persona del disabile, nel rispetto della sua percezione di realizzazione. Un tale servizio assume valore e significato di qualità se persegue e supporta l'obiettivo della possibilità di realizzazione di ogni persona in generale, e della persona del disabile in particolare.
Bisogni e disgregazioni. Quali prospettive d’intervento?
LASCIOLI, Angelo
2002-01-01
Abstract
Il “come fare” della qualità dei servizi sociali per la vita quotidiana dei disabili comporta la precisazione del “cos’è”. Se, in estrema sintesi, il “cos’è” della qualità, dal punto di vista giuridico si configura come riconoscimento di un diritto ad ottenere particolari servizi sociali e sanitari, mentre dal punto di vista sociologico come riconoscimento di un bisogno che l’individuo esprime quale membro di una società, dal punto di vista pedagogico il “cos’è” della qualità si configura come possibilità di realizzazione umana di un poter-dover essere della persona che aspira a divenire personalità. La prospettiva di questa pedagogia è quella della persona che può e deve essere aiutata a realizzare se stessa, indipendentemente dallo stato sociale, etico, giuridico o di salute in cui si trova. La qualità della vita del disabile quindi, per la pedagogia, è presente laddove la persona del disabile è nella possibilità reale e concreta di ottenere per sé e per gli altri ciò che è percepito da lui stesso come realizzazione della propria umanità (indipendentemente dai limiti insiti al deficit). Il “come fare” della qualità, a questo punto, è dato dalle azioni che favoriscono il processo di realizzazione a cui la persona del disabile aspira in quanto suo poter-dover essere. Il servizio sociale genera questo tipo di qualità se agisce come strumento di promozione del percorso di realizzazione della persona del disabile, nel rispetto della sua percezione di realizzazione. Un tale servizio assume valore e significato di qualità se persegue e supporta l'obiettivo della possibilità di realizzazione di ogni persona in generale, e della persona del disabile in particolare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.