Nel 2002 è stato celebrato il ventennale dell'istituzione dell'Università di Verona, articolata inizialmente nelle tre Facoltà di Medicina e chirurgia, Economia e commercio e Magistero, e tra le pubblicazioni apparse in quell'occasione vi è anche questo volume, curato da Filippo Rossi, a lungo professore di Patologia generale nell'Ateneo scaligero. In realtà, tutte e tre queste Facoltà esistevano già prima del 1982, come strutture didattiche dell'Università di Padova decentrate a Verona, e quella di Medicina e chirurgia funzionava dall'anno accademico 1969-70, anche se limitatamente al secondo triennio di studi. Lo sdoppiamento degli insegnamenti clinici padovani a Verona e la loro collocazione nelle nuove strutture ospedaliere di Borgo Roma furono seguiti, dopo cinque anni, dall'apertura dei corsi del terzo anno e poi, a partire dal 1983-84, dal completamento della Facoltà, che nel frattempo era divenuta autonoma rispetto all'Ateneo patavino. Il volume ripercorre la storia della Facoltà medica veronese a partire dai primi progetti risalenti alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Figura centrale in questa storia è quella di Giambattista Rossi, all'epoca presidente degli Istituti Ospitalieri di Verona, che nel 1965 matura l'idea di fare del nuovo ospedale di Borgo Roma, allora in fase di costruzione, un Policlinico universitario al fine di elevare la qualità dell'assistenza sanitaria veronese e di creare un grande polo ospedaliero di riferimento non solo per il Veneto, ma per tutto il nord-est d'Italia. Inizialmente il progetto di Rossi, che immagina lo sdoppiamento a Verona della Facoltà di Medicina di Padova, desta l'interesse dell'amministrazione locale, peraltro preoccupata dei costi elevati e di possibili problemi che l'iniziativa avrebbe potuto creare a livello politico, ma si scontra con la forte resistenza opposta dai medici ospedalieri, che temono di perdere il loro primato sulla sanità veronese a scapito degli universitari padovani. Questi ultimi, invece, intravedono nel progetto di Rossi una grande opportunità di sviluppo per le loro carriere, schierandosi da subito a favore dell'iniziativa, che avrebbe anche consentito di alleggerire il numero degli studenti iscritti a Padova, cresciuto negli ultimi anni in modo preoccupante. Nei tre anni successivi Rossi lavora intensamente al progetto, superando via via tutti gli ostacoli di ordine burocratico ed economico e le difficoltà politiche che, sia a livello locale che nazionale, si frapponevano alla realizzazione dell'iniziativa, e il 31 ottobre 1968 viene firmata una convenzione tra gli Istituti Ospitalieri di Verona, il Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli studi universitari in Verona e l'Università di Padova per «la istituzione ed il funzionamento in Verona di corsi paralleli raddoppiati del secondo triennio del corso di laurea in Medicina e chirurgia» dell'Università di Padova. La fase di elaborazione e realizzazione del progetto della Facoltà medica veronese è ricostruita attraverso un saggio storico di Federico Bozzini e una relazione, purtroppo incompleta, scritta da Giambattista Rossi una ventina d'anni dopo gli avvenimenti narrati. Il curatore del volume, fratello del presidente degli Istituti Ospitalieri, ha poi inserito nell'opera il diario personale nel quale Rossi appuntava scrupolosamente tutti gli incontri e gli avvenimenti legati al progetto, oltre che le sue riflessioni personali, dalla fine del 1965 alla fine del 1968, allegando anche alcuni documenti ufficiali importanti tra cui la convenzione istitutiva della Facoltà medica. Completano il volume due saggi del curatore, l'uno sull'avvio del secondo triennio di studi medici, l'altro sull'avvio del primo triennio e del corso di laurea in Odontoiatria, e una relazione presentata da Giambattista Rossi nel 1976, dopo i primi sette anni di attività del triennio clinico. Il volume, di piacevole lettura, contiene delle parti interessanti, come ad esempio il diario di Giambattista Rossi, dal quale emergono i molteplici interessi in gioco e le difficoltà di vario tipo implicate in un'iniziativa di rilievo come la fondazione di una Facoltà universitaria, ma anche la passione e il coinvolgimento personale dei protagonisti della vicenda. Come sottolinea il curatore nella presentazione, questo volume rappresenta un'occasione per «rivivere quell'esperienza e ricordare un periodo così fecondo della vita veronese», ma costituisce anche un ottimo punto di partenza per gli storici interessati a ricostruire nel dettaglio le vicende dell'Università di Verona, nel contesto della situazione politica e sociale della seconda metà del Novecento italiano. Marco Bresadola

La Nascita della Facoltà di Medicina a Verona

ROSSI, Filippo
2002-01-01

Abstract

Nel 2002 è stato celebrato il ventennale dell'istituzione dell'Università di Verona, articolata inizialmente nelle tre Facoltà di Medicina e chirurgia, Economia e commercio e Magistero, e tra le pubblicazioni apparse in quell'occasione vi è anche questo volume, curato da Filippo Rossi, a lungo professore di Patologia generale nell'Ateneo scaligero. In realtà, tutte e tre queste Facoltà esistevano già prima del 1982, come strutture didattiche dell'Università di Padova decentrate a Verona, e quella di Medicina e chirurgia funzionava dall'anno accademico 1969-70, anche se limitatamente al secondo triennio di studi. Lo sdoppiamento degli insegnamenti clinici padovani a Verona e la loro collocazione nelle nuove strutture ospedaliere di Borgo Roma furono seguiti, dopo cinque anni, dall'apertura dei corsi del terzo anno e poi, a partire dal 1983-84, dal completamento della Facoltà, che nel frattempo era divenuta autonoma rispetto all'Ateneo patavino. Il volume ripercorre la storia della Facoltà medica veronese a partire dai primi progetti risalenti alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Figura centrale in questa storia è quella di Giambattista Rossi, all'epoca presidente degli Istituti Ospitalieri di Verona, che nel 1965 matura l'idea di fare del nuovo ospedale di Borgo Roma, allora in fase di costruzione, un Policlinico universitario al fine di elevare la qualità dell'assistenza sanitaria veronese e di creare un grande polo ospedaliero di riferimento non solo per il Veneto, ma per tutto il nord-est d'Italia. Inizialmente il progetto di Rossi, che immagina lo sdoppiamento a Verona della Facoltà di Medicina di Padova, desta l'interesse dell'amministrazione locale, peraltro preoccupata dei costi elevati e di possibili problemi che l'iniziativa avrebbe potuto creare a livello politico, ma si scontra con la forte resistenza opposta dai medici ospedalieri, che temono di perdere il loro primato sulla sanità veronese a scapito degli universitari padovani. Questi ultimi, invece, intravedono nel progetto di Rossi una grande opportunità di sviluppo per le loro carriere, schierandosi da subito a favore dell'iniziativa, che avrebbe anche consentito di alleggerire il numero degli studenti iscritti a Padova, cresciuto negli ultimi anni in modo preoccupante. Nei tre anni successivi Rossi lavora intensamente al progetto, superando via via tutti gli ostacoli di ordine burocratico ed economico e le difficoltà politiche che, sia a livello locale che nazionale, si frapponevano alla realizzazione dell'iniziativa, e il 31 ottobre 1968 viene firmata una convenzione tra gli Istituti Ospitalieri di Verona, il Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli studi universitari in Verona e l'Università di Padova per «la istituzione ed il funzionamento in Verona di corsi paralleli raddoppiati del secondo triennio del corso di laurea in Medicina e chirurgia» dell'Università di Padova. La fase di elaborazione e realizzazione del progetto della Facoltà medica veronese è ricostruita attraverso un saggio storico di Federico Bozzini e una relazione, purtroppo incompleta, scritta da Giambattista Rossi una ventina d'anni dopo gli avvenimenti narrati. Il curatore del volume, fratello del presidente degli Istituti Ospitalieri, ha poi inserito nell'opera il diario personale nel quale Rossi appuntava scrupolosamente tutti gli incontri e gli avvenimenti legati al progetto, oltre che le sue riflessioni personali, dalla fine del 1965 alla fine del 1968, allegando anche alcuni documenti ufficiali importanti tra cui la convenzione istitutiva della Facoltà medica. Completano il volume due saggi del curatore, l'uno sull'avvio del secondo triennio di studi medici, l'altro sull'avvio del primo triennio e del corso di laurea in Odontoiatria, e una relazione presentata da Giambattista Rossi nel 1976, dopo i primi sette anni di attività del triennio clinico. Il volume, di piacevole lettura, contiene delle parti interessanti, come ad esempio il diario di Giambattista Rossi, dal quale emergono i molteplici interessi in gioco e le difficoltà di vario tipo implicate in un'iniziativa di rilievo come la fondazione di una Facoltà universitaria, ma anche la passione e il coinvolgimento personale dei protagonisti della vicenda. Come sottolinea il curatore nella presentazione, questo volume rappresenta un'occasione per «rivivere quell'esperienza e ricordare un periodo così fecondo della vita veronese», ma costituisce anche un ottimo punto di partenza per gli storici interessati a ricostruire nel dettaglio le vicende dell'Università di Verona, nel contesto della situazione politica e sociale della seconda metà del Novecento italiano. Marco Bresadola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/15160
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