Giorgio Colli meditò sul pensiero di Leopardi non solo negli anni giovanili, ulteriormente stimolato dall’assidua frequentazione dei testi di Nietzsche, ma riservò al Recanatese parole di profonda stima filosofica anche nei decenni successivi, ad esempio in occasione della pubblicazione delle Operette morali all’interno della collana “Enciclopedia di autori classici” per l’editore Boringhieri, da lui ideata e diretta. Quello che, d’altra parte, sembra esser sfuggito all’acume ermeneutico del filosofo torinese è che Leopardi fece propria una concezione distruttiva della ragione umana, intesa come arma di dissoluzione di credenze e saperi, che Colli certamente si trovava a condividere. Il presente saggio si propone, dunque, di tematizzare il confronto tra le due diverse fisionomie di ragione distruttiva, indagando dapprima il significato, la genesi e gli usi di una siffatta concezione della ragione (§ 2), e in seguito analizzandone gli esiti e le possibili soluzioni (§ 3). Ciò che emergerà è un’inedita convergenza di tematiche e strategie argomentative, in parte derivate da comuni influenze storico-filosofiche, e anche una sostanziale continuità di prospettive sul ruolo dell’arte e, più in generale, dell’estetico.
La ragione come “strumento di distruzione”: Leopardi e Colli (con G.M. Cavalli)
Boi, Ludovica
2025-01-01
Abstract
Giorgio Colli meditò sul pensiero di Leopardi non solo negli anni giovanili, ulteriormente stimolato dall’assidua frequentazione dei testi di Nietzsche, ma riservò al Recanatese parole di profonda stima filosofica anche nei decenni successivi, ad esempio in occasione della pubblicazione delle Operette morali all’interno della collana “Enciclopedia di autori classici” per l’editore Boringhieri, da lui ideata e diretta. Quello che, d’altra parte, sembra esser sfuggito all’acume ermeneutico del filosofo torinese è che Leopardi fece propria una concezione distruttiva della ragione umana, intesa come arma di dissoluzione di credenze e saperi, che Colli certamente si trovava a condividere. Il presente saggio si propone, dunque, di tematizzare il confronto tra le due diverse fisionomie di ragione distruttiva, indagando dapprima il significato, la genesi e gli usi di una siffatta concezione della ragione (§ 2), e in seguito analizzandone gli esiti e le possibili soluzioni (§ 3). Ciò che emergerà è un’inedita convergenza di tematiche e strategie argomentative, in parte derivate da comuni influenze storico-filosofiche, e anche una sostanziale continuità di prospettive sul ruolo dell’arte e, più in generale, dell’estetico.| File | Dimensione | Formato | |
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