La globalizzazione e il consolidamento delle politiche neoliberiste, trainate dal progresso tecnologico e dalla fiducia cieca nel produttivismo, hanno trasformato e compromesso irreversibilmente la sostenibilità delle azioni umane e la sopravvivenza della Vita stessa sul Pianeta. Il nesso tra cambiamenti climatici e la perdita di agro-biodiversità è stato ampiamente dimostrato essere significativo e imputabile alle azioni dell’essere umano, in particolare a causa dell’affermazione del modello di sviluppo occidentale. Da decenni, movimenti sociali di tutto il mondo denunciano gli effetti nefasti del sistema economico. Molti di essi, attraverso il lavoro culturale e pedagogico, hanno costruito cornici di senso e pratiche prefigurative che hanno via via favorito l’aumento della consapevolezza ecologista e lo sviluppo del paradigma agroecologico. Ciò nonostante, a livello istituzionale, le proposte avanzate non sembrano sufficienti né a contrastare nell’immediato, né tantomeno a immaginare futuri possibili ed eco-sostenibili. Da qui, la necessità di educare alla sostenibilità, all’ecologia, all’inclusione e alle diversità. L’agroecologia, come scienza e movimento sociale, ha portato innovazione ed è l’orizzonte trasformativo per molte esperienze tra Nord e Sud Globale, le quali attraverso il lavoro pedagogico cercano di trasformare la realtà circostante. A partire dal contributo dei pedagogico dei movimenti per l’agroecologia, il presente saggio cerca di delineare l’urgenza educativa di definire percorsi di formazione alla cittadinanza ecologica che superino la prospettiva antropocentrica ed eteronormativa. A tal proposito, verrà presentato il caso studio del Movimento Sem Terra (MST), il quale, non solo sta elaborando una proposta popolare di curricolo in agroecologia all’interno delle proprie scuole (di base e popolari) al fine di radicare sin dalla prima infanzia una nuova visione ecologica della Vita, ma che al contempo sta profondamente trasformando, proprio a partire dalla visione olistica dell’agroecologia, la lotta per la terra e contro le discriminazione e le forme di oppressione strutturali della società contemporanea (neoliberismo, patriarcato e razzismo). A tal proposito, tra il 2015 e il 2017, all’interno dello stesso movimento Sem Terra si costituisce un gruppo di studio e lavoro che ha poi dato origina al collettivo LGBT Sem Terra, nucleo che oggi ha una dimensione nazionale e non solo ha unito le lotte materialiste MST a quelle del movimento LGBT in Brasile, ma che svolge un profondo e determinante lavoro educativo nelle scuole riguardo rispetto alle bio-diversità (umane e non umane), ai generi, alla sessualità, alla rottura con i pilastri che reggono il contemporaneo sistema di esclusione sistemica capitalista.
Coltivare diritti: educazione, agroecologia e lotta LGBTQ+ nel Movimento Sem Terra
vittori
2025-01-01
Abstract
La globalizzazione e il consolidamento delle politiche neoliberiste, trainate dal progresso tecnologico e dalla fiducia cieca nel produttivismo, hanno trasformato e compromesso irreversibilmente la sostenibilità delle azioni umane e la sopravvivenza della Vita stessa sul Pianeta. Il nesso tra cambiamenti climatici e la perdita di agro-biodiversità è stato ampiamente dimostrato essere significativo e imputabile alle azioni dell’essere umano, in particolare a causa dell’affermazione del modello di sviluppo occidentale. Da decenni, movimenti sociali di tutto il mondo denunciano gli effetti nefasti del sistema economico. Molti di essi, attraverso il lavoro culturale e pedagogico, hanno costruito cornici di senso e pratiche prefigurative che hanno via via favorito l’aumento della consapevolezza ecologista e lo sviluppo del paradigma agroecologico. Ciò nonostante, a livello istituzionale, le proposte avanzate non sembrano sufficienti né a contrastare nell’immediato, né tantomeno a immaginare futuri possibili ed eco-sostenibili. Da qui, la necessità di educare alla sostenibilità, all’ecologia, all’inclusione e alle diversità. L’agroecologia, come scienza e movimento sociale, ha portato innovazione ed è l’orizzonte trasformativo per molte esperienze tra Nord e Sud Globale, le quali attraverso il lavoro pedagogico cercano di trasformare la realtà circostante. A partire dal contributo dei pedagogico dei movimenti per l’agroecologia, il presente saggio cerca di delineare l’urgenza educativa di definire percorsi di formazione alla cittadinanza ecologica che superino la prospettiva antropocentrica ed eteronormativa. A tal proposito, verrà presentato il caso studio del Movimento Sem Terra (MST), il quale, non solo sta elaborando una proposta popolare di curricolo in agroecologia all’interno delle proprie scuole (di base e popolari) al fine di radicare sin dalla prima infanzia una nuova visione ecologica della Vita, ma che al contempo sta profondamente trasformando, proprio a partire dalla visione olistica dell’agroecologia, la lotta per la terra e contro le discriminazione e le forme di oppressione strutturali della società contemporanea (neoliberismo, patriarcato e razzismo). A tal proposito, tra il 2015 e il 2017, all’interno dello stesso movimento Sem Terra si costituisce un gruppo di studio e lavoro che ha poi dato origina al collettivo LGBT Sem Terra, nucleo che oggi ha una dimensione nazionale e non solo ha unito le lotte materialiste MST a quelle del movimento LGBT in Brasile, ma che svolge un profondo e determinante lavoro educativo nelle scuole riguardo rispetto alle bio-diversità (umane e non umane), ai generi, alla sessualità, alla rottura con i pilastri che reggono il contemporaneo sistema di esclusione sistemica capitalista.| File | Dimensione | Formato | |
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