Il saggio nasce da un progetto espositivo frutto di un lavoro di équipe che ha visto lavorare insieme le direzioni scientifiche dell’archivio Arnaldo Pomodoro e della galleria ABC-Arte. Il saggio restituisce un percorso a tappe, attraverso diversi momenti della ricerca dello scultore montefeltrino (nato a Morciano di Romagna nel 1926, cresciuto a Pesaro e milanese dal 1954), testimoniati da una trentina di opere che coprono un arco cronologico di quasi sessant’anni. L'obiettivo del saggio è quello di indagare le tensioni plastiche e visive che dal muro, dalla parete simbolica delle tavole, tende verso l’espansione e l’esplorazione dello spazio. Dalla bidimensionalità appena incrinata nei primi rilievi a parete, con uno sguardo ai disegni preparatori e agli studi grafici, si passa ai grandi fregi e alle solide grandi tavole polimateriche: vere e propri complessi plastici murali. Le dimensioni sempre più vaste dei rilievi, che si confrontano inevitabilmente con l’architettura classica arcaica, vengono ribaltate nello spazio da pochi corpi scultorei a tutto tondo, selezionati appositamente per la loro forza comunicativa di segnali che attraversano obliquamente lo spazio: cunei, frecce, scudi, astrolabi.
La deriva dei segni di Arnaldo Pomodoro: origine e fuga, dal muro allo spazio-ambiente
Luca Bochicchio
2025-01-01
Abstract
Il saggio nasce da un progetto espositivo frutto di un lavoro di équipe che ha visto lavorare insieme le direzioni scientifiche dell’archivio Arnaldo Pomodoro e della galleria ABC-Arte. Il saggio restituisce un percorso a tappe, attraverso diversi momenti della ricerca dello scultore montefeltrino (nato a Morciano di Romagna nel 1926, cresciuto a Pesaro e milanese dal 1954), testimoniati da una trentina di opere che coprono un arco cronologico di quasi sessant’anni. L'obiettivo del saggio è quello di indagare le tensioni plastiche e visive che dal muro, dalla parete simbolica delle tavole, tende verso l’espansione e l’esplorazione dello spazio. Dalla bidimensionalità appena incrinata nei primi rilievi a parete, con uno sguardo ai disegni preparatori e agli studi grafici, si passa ai grandi fregi e alle solide grandi tavole polimateriche: vere e propri complessi plastici murali. Le dimensioni sempre più vaste dei rilievi, che si confrontano inevitabilmente con l’architettura classica arcaica, vengono ribaltate nello spazio da pochi corpi scultorei a tutto tondo, selezionati appositamente per la loro forza comunicativa di segnali che attraversano obliquamente lo spazio: cunei, frecce, scudi, astrolabi.File | Dimensione | Formato | |
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