«Il vuoto aurorale non indica una mancanza: non è un vuoto da riempire. Non è neppure il risultato di uno svuotamento che azzera tutto. Piuttosto è l'esito di un evento inaspettato: la conseguenza di un inciampo sullo scoglio dell'esistenza che ridimensiona tutte le aspettative, le aspirazioni, i bisogni, gli impegni e i ruoli che ruotano attorno all'inessenziale. Così facendo, permette l'emergere di una nuova forma di orientamento e fa spazio a una dimensione dell'esperienza che altrimenti rimarrebbe inaccessibile. Si tratta pertanto di un vuoto carico di promesse che, anziché oggettivare qualcosa che esiste già, consente la nascita di qualcosa che sta ancora sorgendo. Invece di soffermarmi a descrivere direttamente tale esperienza, ho preferito farne solo un accenno per poi arrivare a ricostruirla percorrendo una via più indiretta, cercando cioè tracce di essa nella tradizione filosofica. Questo mi ha portato a ritornare su alcuni temi da sempre al centro della filosofia, ma per ripensarli nella nuova prospettiva del vuoto aurorale. Ne è risultato il tentativo di rintracciare le diverse fasi di un possibile esercizio filosofico di trasformazione. Un percorso di crescita personale e di maturazione emotiva che porta alla riscoperta di un nuovo senso di sé non attraverso una lineare ascesa verso l'alto, ma a partire da quei momenti di smarrimento in cui ci si sente mancare la terra sotto i piedi».

Vuoto aurorale

cusinato
2025-01-01

Abstract

«Il vuoto aurorale non indica una mancanza: non è un vuoto da riempire. Non è neppure il risultato di uno svuotamento che azzera tutto. Piuttosto è l'esito di un evento inaspettato: la conseguenza di un inciampo sullo scoglio dell'esistenza che ridimensiona tutte le aspettative, le aspirazioni, i bisogni, gli impegni e i ruoli che ruotano attorno all'inessenziale. Così facendo, permette l'emergere di una nuova forma di orientamento e fa spazio a una dimensione dell'esperienza che altrimenti rimarrebbe inaccessibile. Si tratta pertanto di un vuoto carico di promesse che, anziché oggettivare qualcosa che esiste già, consente la nascita di qualcosa che sta ancora sorgendo. Invece di soffermarmi a descrivere direttamente tale esperienza, ho preferito farne solo un accenno per poi arrivare a ricostruirla percorrendo una via più indiretta, cercando cioè tracce di essa nella tradizione filosofica. Questo mi ha portato a ritornare su alcuni temi da sempre al centro della filosofia, ma per ripensarli nella nuova prospettiva del vuoto aurorale. Ne è risultato il tentativo di rintracciare le diverse fasi di un possibile esercizio filosofico di trasformazione. Un percorso di crescita personale e di maturazione emotiva che porta alla riscoperta di un nuovo senso di sé non attraverso una lineare ascesa verso l'alto, ma a partire da quei momenti di smarrimento in cui ci si sente mancare la terra sotto i piedi».
2025
Void, person, emotion, Plato, Pierre Hadot, personal growth
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