Il reimpianto mediante tecniche microchirurgiche di seg- menti digitali amputati rappresenta una procedura ormai routinaria nei maggiori centri traumatologici. La chirurgia dei reimpianti ha fatto notevoli progressi: l’ affinamento delle tecniche microchirurgiche, conseguen- te anche al miglioramento dello strumentario, delle suture microchirurgiche e dei sistemi di ingrandimento intra-ope- ratorio, hanno consentito il continuo miglioramento dei ri- sultati, non solo per l’aumento delle percentuali di soprav- vivenza e la riduzione dell’incidenza delle complicanze, ma anche per il miglioramento del recupero funzionale del segmento reimpiantato. Nonostante le maggiori difficoltà tecniche rispetto ai reimpianti più prossimali, attualmente le percentuali di so- pravvivenza dei reimpianti digitali riportate dalla letteratu- ra internazionale superano l’85%1-5. Pertanto possiamo at- tualmente considerare che, nelle condizioni ideali per il reimpianto, le problematiche di tecnica microchirurgica connesse al ripristino della vascolarizzazione di un seg- mento digitale rivestano un ruolo di importanza relativa ri- spetto alle problematiche di ricostruzione ossea e tendinea ed al ripristino della sensibilità. Da queste ultime variabili dipende la possibilità di utilizzo del dito reimpiantato ed il recupero della funzionalità complessiva della mano, ob- biettivo primario dell’intervento di reimpianto digitale. Infatti, affinché un intervento di reimpianto digitale raggiunga un risultato finale utile è fondamentale che ven- gano soddisfatte due condizioni: 1. Che il recupero di mobilità e sensibilità consenta alla mano lesa una funzionalità migliore rispetto all’alterna- tiva della regolarizzazione del moncone di amputazione; 2. Che il paziente dimostri6,7 buona accettazione e soddi- sfazione.

Reimpianto delle dita lunghe

Pignatti M;
2007-01-01

Abstract

Il reimpianto mediante tecniche microchirurgiche di seg- menti digitali amputati rappresenta una procedura ormai routinaria nei maggiori centri traumatologici. La chirurgia dei reimpianti ha fatto notevoli progressi: l’ affinamento delle tecniche microchirurgiche, conseguen- te anche al miglioramento dello strumentario, delle suture microchirurgiche e dei sistemi di ingrandimento intra-ope- ratorio, hanno consentito il continuo miglioramento dei ri- sultati, non solo per l’aumento delle percentuali di soprav- vivenza e la riduzione dell’incidenza delle complicanze, ma anche per il miglioramento del recupero funzionale del segmento reimpiantato. Nonostante le maggiori difficoltà tecniche rispetto ai reimpianti più prossimali, attualmente le percentuali di so- pravvivenza dei reimpianti digitali riportate dalla letteratu- ra internazionale superano l’85%1-5. Pertanto possiamo at- tualmente considerare che, nelle condizioni ideali per il reimpianto, le problematiche di tecnica microchirurgica connesse al ripristino della vascolarizzazione di un seg- mento digitale rivestano un ruolo di importanza relativa ri- spetto alle problematiche di ricostruzione ossea e tendinea ed al ripristino della sensibilità. Da queste ultime variabili dipende la possibilità di utilizzo del dito reimpiantato ed il recupero della funzionalità complessiva della mano, ob- biettivo primario dell’intervento di reimpianto digitale. Infatti, affinché un intervento di reimpianto digitale raggiunga un risultato finale utile è fondamentale che ven- gano soddisfatte due condizioni: 1. Che il recupero di mobilità e sensibilità consenta alla mano lesa una funzionalità migliore rispetto all’alterna- tiva della regolarizzazione del moncone di amputazione; 2. Che il paziente dimostri6,7 buona accettazione e soddi- sfazione.
2007
reimpianto
microchirurgia
dita
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