Il contributo prende in esame le vicende correlate al ruolo assunto da Margherita di Valois, duchessa di Savoia, nella protezione della comunità valdese del Piemonte, alla luce degli esiti della ricerca storiografica e di importanti documenti dell’epoca, in particolare la Requeste envoyée par les Vaudois à l’excell. Madame Marguerite, sur le fait de l’accord qui est commencé à traicter (1561) e due missive autografe della nobildonna indirizzate a membri del suo entourage. Precede l’analisi di tale documentazione una funzionale contestualizzazione della corte di Margherita presso il ducato sabaudo, in cui vengono evidenziate alcune delle sue caratteristiche precipue: la notevole abilità politica della duchessa “nel mantenere e orientare la politica sabauda in chiave filofrancese” (p. 230); i rapporti che ella intrattenne con illustri personaggi politici del tempo, quali Filippo di Savoia-Racconigi, Michel de l’Hospital e Caterina de’ Medici; nonché l’autonomia economica di cui godeva la nobildonna, che le consentì di accordare protezione a intellettuali riformati, sovente in esilio “religionis causa”, fra cui Jacques Grévin, Louis de Rochefort e Antoine de Chandieu. Per mezzo dell’analisi accurata dei testi cinquecenteschi e della bibliografia secondaria, si ricostruiscono i fatti e le circostanze che portarono dalla guerra contro i valdesi in Piemonte alla pace di Cavour (1561): l’origine delle persecuzioni contro tale minoranza religiosa sotto il governo di Emanuele Filiberto che, fin dall’inizio, intraprese una politica tesa a ripristinare “il vero culto divino della santa chiesa romana” (p. 233); l’inizio della guerra e la mediazione di “Madama Reale” presso il marito e non solo, in favore dei valdesi, nonché la vittoria di questi ultimi sulle truppe sabaude, grazie anche all’aiuto dei soldati francesi. Infine, lo studio dimostra come il trattato di Cavour sia “considerato un punto cardine nei processi di pacificazione, usato come modello, ma anche come strumento di propaganda internazionale” (p. 239) e come esso si configuri quale “emblema della politica di Margherita” (p. 240), del suo prestigio e della sua influenza nello scacchiere politico europeo.
La Paix de Madame: Margherita di Francia, duchessa di Savoia, e i Valdesi
Rosanna Gorris
2024-01-01
Abstract
Il contributo prende in esame le vicende correlate al ruolo assunto da Margherita di Valois, duchessa di Savoia, nella protezione della comunità valdese del Piemonte, alla luce degli esiti della ricerca storiografica e di importanti documenti dell’epoca, in particolare la Requeste envoyée par les Vaudois à l’excell. Madame Marguerite, sur le fait de l’accord qui est commencé à traicter (1561) e due missive autografe della nobildonna indirizzate a membri del suo entourage. Precede l’analisi di tale documentazione una funzionale contestualizzazione della corte di Margherita presso il ducato sabaudo, in cui vengono evidenziate alcune delle sue caratteristiche precipue: la notevole abilità politica della duchessa “nel mantenere e orientare la politica sabauda in chiave filofrancese” (p. 230); i rapporti che ella intrattenne con illustri personaggi politici del tempo, quali Filippo di Savoia-Racconigi, Michel de l’Hospital e Caterina de’ Medici; nonché l’autonomia economica di cui godeva la nobildonna, che le consentì di accordare protezione a intellettuali riformati, sovente in esilio “religionis causa”, fra cui Jacques Grévin, Louis de Rochefort e Antoine de Chandieu. Per mezzo dell’analisi accurata dei testi cinquecenteschi e della bibliografia secondaria, si ricostruiscono i fatti e le circostanze che portarono dalla guerra contro i valdesi in Piemonte alla pace di Cavour (1561): l’origine delle persecuzioni contro tale minoranza religiosa sotto il governo di Emanuele Filiberto che, fin dall’inizio, intraprese una politica tesa a ripristinare “il vero culto divino della santa chiesa romana” (p. 233); l’inizio della guerra e la mediazione di “Madama Reale” presso il marito e non solo, in favore dei valdesi, nonché la vittoria di questi ultimi sulle truppe sabaude, grazie anche all’aiuto dei soldati francesi. Infine, lo studio dimostra come il trattato di Cavour sia “considerato un punto cardine nei processi di pacificazione, usato come modello, ma anche come strumento di propaganda internazionale” (p. 239) e come esso si configuri quale “emblema della politica di Margherita” (p. 240), del suo prestigio e della sua influenza nello scacchiere politico europeo.File | Dimensione | Formato | |
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