Questo libro è diviso in due Parti. La I muove dal dibattito recente sulla cura di sé, riprendendo le suggestioni e le proposte di lettura avanzate in merito sul pensiero antico, soprattutto socratico e platonico, sia da importanti studiosi accademici (fra gli altri Gadamer, Foucault e Heidegger), sia entro le cosiddette pratiche filosofiche. Delineato così quanto oggi inteso per epimèleia heautoû, la I Parte torna indietro, nell’ultimo Capitolo, a verificare l’eventuale presenza e la fisionomia pluri-prospettica nei Dialoghi platonici stessi di tale nozione, prescindendo però intanto dall’Alcibiade I. È la II Parte a entrare invece nel merito di tale testo, ancora oggetto di ampia discussione, sia per la figura storica dell’ateniese Alcibiade, sia per l’autenticità stessa del dialogo. L’approccio filosofico qui privilegiato e il suo puntare al nodo teorico appunto della cura-conoscenza di sé e dell’altro motiva la cautela metodica a cercare la nozione in parola prima nel corpus platonico creduto autentico e poi in Alc. I. Il dialogo è infine ri-tradotto e commentato per intero, focalizzandosi non solo sui tratti storico-filologici, ma soprattutto su quelli filosofici, scanditi nelle divisioni e titolazioni proposte dei suoi passaggi (secondo la numerazione classica dell’editio princeps Stephanus). Il tratto teorico appunto della cura di sé e dell’altro pare non solo non smentire il pensiero platonico reputato autentico, ma ribadirlo e arricchirlo, con ricadute non irrilevanti anche sulla sua possibile attualità: questa pare però tanto più interessante quanto meno sia banalizzata in letture posteriori talora frettolose, incaute o meno rispettose del testo – chiunque ne sia l’autore – e della sua coerenza filosofica. I testi antichi e moderni citati sono tradotti e corsivizzati, salvo diversa specifica, dall’autrice. Le abbreviazioni per i testi antichi sono specificate nella Bibliografia finale. Per una lettura a più livelli e con competenze diverse, il greco antico è ridato in traslitterazione nelle parti colloquiali o solo teoriche e invece nell’originale dove centrale sia l’approccio filologico-linguistico (la II Parte reca, passaggio dopo passaggio, l’originale greco di Alc. I nella versione di John Burnet del 1903). I molti rinvii a studi dell’autrice degli ultimi 10-15 anni sono motivati non da presunzione o autocelebrazione, ma dal loro taglio spesso introduttivo ai temi svolti qui, al confronto già condottovi con la letteratura critica e al fatto che gli esiti teorici propostivi non siano stati oggetto di critica (in tal caso qui considerata e ri-discussa). Da ribadire l’impressione del rilievo e del suggestivo fascino di un filosofo il cui pensiero pare – pur dopo uno studio pluri-decennale – ancora inesauribile e oggi più che mai ‘parlante’.

Platone e la cura di sé e dell'altro. Con nuovi traduzione e commento dell'Alcibiade I

Linda Napolitano
2024-01-01

Abstract

Questo libro è diviso in due Parti. La I muove dal dibattito recente sulla cura di sé, riprendendo le suggestioni e le proposte di lettura avanzate in merito sul pensiero antico, soprattutto socratico e platonico, sia da importanti studiosi accademici (fra gli altri Gadamer, Foucault e Heidegger), sia entro le cosiddette pratiche filosofiche. Delineato così quanto oggi inteso per epimèleia heautoû, la I Parte torna indietro, nell’ultimo Capitolo, a verificare l’eventuale presenza e la fisionomia pluri-prospettica nei Dialoghi platonici stessi di tale nozione, prescindendo però intanto dall’Alcibiade I. È la II Parte a entrare invece nel merito di tale testo, ancora oggetto di ampia discussione, sia per la figura storica dell’ateniese Alcibiade, sia per l’autenticità stessa del dialogo. L’approccio filosofico qui privilegiato e il suo puntare al nodo teorico appunto della cura-conoscenza di sé e dell’altro motiva la cautela metodica a cercare la nozione in parola prima nel corpus platonico creduto autentico e poi in Alc. I. Il dialogo è infine ri-tradotto e commentato per intero, focalizzandosi non solo sui tratti storico-filologici, ma soprattutto su quelli filosofici, scanditi nelle divisioni e titolazioni proposte dei suoi passaggi (secondo la numerazione classica dell’editio princeps Stephanus). Il tratto teorico appunto della cura di sé e dell’altro pare non solo non smentire il pensiero platonico reputato autentico, ma ribadirlo e arricchirlo, con ricadute non irrilevanti anche sulla sua possibile attualità: questa pare però tanto più interessante quanto meno sia banalizzata in letture posteriori talora frettolose, incaute o meno rispettose del testo – chiunque ne sia l’autore – e della sua coerenza filosofica. I testi antichi e moderni citati sono tradotti e corsivizzati, salvo diversa specifica, dall’autrice. Le abbreviazioni per i testi antichi sono specificate nella Bibliografia finale. Per una lettura a più livelli e con competenze diverse, il greco antico è ridato in traslitterazione nelle parti colloquiali o solo teoriche e invece nell’originale dove centrale sia l’approccio filologico-linguistico (la II Parte reca, passaggio dopo passaggio, l’originale greco di Alc. I nella versione di John Burnet del 1903). I molti rinvii a studi dell’autrice degli ultimi 10-15 anni sono motivati non da presunzione o autocelebrazione, ma dal loro taglio spesso introduttivo ai temi svolti qui, al confronto già condottovi con la letteratura critica e al fatto che gli esiti teorici propostivi non siano stati oggetto di critica (in tal caso qui considerata e ri-discussa). Da ribadire l’impressione del rilievo e del suggestivo fascino di un filosofo il cui pensiero pare – pur dopo uno studio pluri-decennale – ancora inesauribile e oggi più che mai ‘parlante’.
2024
9791222308951
Platone Alcibiade I cura di sé cura dell'altro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1153268
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