Il contributo è dedicato alla tragedia Elettra (1903) di Hugo von Hofmannsthal, opera controversa sin dalle sue prime rappresentazioni, che continua a dividere la critica. È noto che nel tentativo di rinnovare la tragedia Hofmannsthal recepisce la visione dionisiaca e anticlassicista della Nascita della tragedia, ma probabilmente – questa la tesi – si ispira a Nietzsche anche per quanto riguarda il tipo e la modalità di ricerca del tragico, una ricerca proiettiva e creativa di sé, legata a processi di intima trasformazione che, come tale, mostra tutte le sue ambivalenze e aporie. Il dramma dello scrittore viennese rappresenta in questa prospettiva il tentativo di una rinascita della tragedia in epoca moderna, ma lo spasmodico trionfo della protagonista, espresso nella “danza senza nome” del finale, conclude un’opera problematica e sintomatica. La coreografa lasciva dell’Elettra di Hofmannsthal sembra partecipare alla cosiddetta “invenzione dell’“isteria” (Didi-Huberman), espressione della malattia di fine secolo; più che una parodia può essere considerata una ‘conversione’ della tragedia che porta alla luce la contaminazione del pathos tragico con la patologia che contraddistingue la modernità
Lo “spasmodico trionfo” di Elettra. La tragedia di Hugo von Hofmannsthal, in: “Incipit tragoedia” – “Incipit parodia”. Tragedia e parodia nella Wiener Moderne.
schiffermuller
2024-01-01
Abstract
Il contributo è dedicato alla tragedia Elettra (1903) di Hugo von Hofmannsthal, opera controversa sin dalle sue prime rappresentazioni, che continua a dividere la critica. È noto che nel tentativo di rinnovare la tragedia Hofmannsthal recepisce la visione dionisiaca e anticlassicista della Nascita della tragedia, ma probabilmente – questa la tesi – si ispira a Nietzsche anche per quanto riguarda il tipo e la modalità di ricerca del tragico, una ricerca proiettiva e creativa di sé, legata a processi di intima trasformazione che, come tale, mostra tutte le sue ambivalenze e aporie. Il dramma dello scrittore viennese rappresenta in questa prospettiva il tentativo di una rinascita della tragedia in epoca moderna, ma lo spasmodico trionfo della protagonista, espresso nella “danza senza nome” del finale, conclude un’opera problematica e sintomatica. La coreografa lasciva dell’Elettra di Hofmannsthal sembra partecipare alla cosiddetta “invenzione dell’“isteria” (Didi-Huberman), espressione della malattia di fine secolo; più che una parodia può essere considerata una ‘conversione’ della tragedia che porta alla luce la contaminazione del pathos tragico con la patologia che contraddistingue la modernitàFile | Dimensione | Formato | |
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