Come minimo contributo a una storia, ancora tutta da fare, delle antologie di poesia italiana pubblicate in Francia e per la Francia, il saggio si concentra sull’Anthologie des poètes italiens (1880-1920) di Jean Chuzeville (1921), la prima a dare «l’idea di una nostra letteratura seguita al Pascoli e al D’Annunzio» (Emilio Cecchi). Di essa ricostruisce e studia il contesto di produzione e di ricezione, la struttura, gli orientamenti critici, il contenuto (bipartito dalla scansione secolare: 1880-1900, con nell’ordine Carducci, Pascoli, D’Annunzio, De Bosis e Verga, e 1900-1920, con ventun poetae novi disposti in successione alfabetica, da Bacchelli a Ungaretti). Si sofferma sulla consacrazione di Ungaretti, presentato come «classico» della poesia italiana del nuovo secolo, sulle modalità di traduzione in francese delle liriche proposte, sulle fonti utilizzate (soprattutto gli allora recentissimi Poeti d’oggi di Papini e Pancrazi), sulla contrastata ricezione del volume, che fu buona in Francia ma non altrettanto in Italia (con l’eccezione di Cecchi e Prezzolini), suscitando un dibattito chiuso nel luglio del 1922 da una replica autoapologetica in cui Chuzeville riconobbe, tra l’altro, il debito contratto con Ungaretti nel lavoro di compilazione. Riflette infine, anche a paragone di altre antologie precedenti e successive, sul focus bifronte dell’antologia chuzevilliana, studiandolo alla luce dell’inclusione di De Bosis tra i cinque maiores dell’ultimo ventennio dell’Ottocento, «étoile» della «constellation post-carducienne» in triade con Pascoli e D’Annunzio

Antologia e canone nella Francia di primo Novecento. I Poètes italians contemporains di Jean Chuzeville (1921)

Corrado Viola
2024-01-01

Abstract

Come minimo contributo a una storia, ancora tutta da fare, delle antologie di poesia italiana pubblicate in Francia e per la Francia, il saggio si concentra sull’Anthologie des poètes italiens (1880-1920) di Jean Chuzeville (1921), la prima a dare «l’idea di una nostra letteratura seguita al Pascoli e al D’Annunzio» (Emilio Cecchi). Di essa ricostruisce e studia il contesto di produzione e di ricezione, la struttura, gli orientamenti critici, il contenuto (bipartito dalla scansione secolare: 1880-1900, con nell’ordine Carducci, Pascoli, D’Annunzio, De Bosis e Verga, e 1900-1920, con ventun poetae novi disposti in successione alfabetica, da Bacchelli a Ungaretti). Si sofferma sulla consacrazione di Ungaretti, presentato come «classico» della poesia italiana del nuovo secolo, sulle modalità di traduzione in francese delle liriche proposte, sulle fonti utilizzate (soprattutto gli allora recentissimi Poeti d’oggi di Papini e Pancrazi), sulla contrastata ricezione del volume, che fu buona in Francia ma non altrettanto in Italia (con l’eccezione di Cecchi e Prezzolini), suscitando un dibattito chiuso nel luglio del 1922 da una replica autoapologetica in cui Chuzeville riconobbe, tra l’altro, il debito contratto con Ungaretti nel lavoro di compilazione. Riflette infine, anche a paragone di altre antologie precedenti e successive, sul focus bifronte dell’antologia chuzevilliana, studiandolo alla luce dell’inclusione di De Bosis tra i cinque maiores dell’ultimo ventennio dell’Ottocento, «étoile» della «constellation post-carducienne» in triade con Pascoli e D’Annunzio
2024
979-12-985004-0-2
antologie francesi, poesia italiana del primo Novecento, Jean Chuzeville, Giuseppe Ungaretti, Adolfo De Bosis
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