Laberintos da testi di Octavio Paz e Luigi Pirandello Laberintos. Labirinti. Strade della città, sentieri della mente, labirinti della vita. Le strade che percorriamo ogni giorno, apparentemente vuote, sono intrise di alterità. Io, l’altro. Noi, loro. L’esperienza del gruppo di teatro universitario in lingua spagnola ha preso le prime mosse da un atto volontario di smarrimento nel “Labirinto della Solitudine”, a partire dall’omonimo saggio del Premio Nobel Octavio Paz. Guidati dall’intensa poesia del maestro, questo percorso di ricerca ci ha fatto intravedere vite/labirinti densi di parole e immagini, aprendo spiragli che ci hanno consentito di avvicinarci alla cultura messicana: dalla leggendaria figura dell’interprete di Hernán Cortés, la Malinche, all’ermetismo dell’uomo messicano, il pachuco, alla figura della donna bistrattata, la chingada. Per orientarci nel labirinto, ci siamo affidati ai testi di un altro grande maestro, Luigi Pirandello: le sue maschere teatrali ci hanno aiutato a scoprire identità altre a partire dalla creazione dei personaggi, e si sono trasformate in porte e ponti verso la comunione. L’uomo è nostalgia e ricerca di comunione. L’amore è sete di comunione. La vita, l’amore. Il gioco. Gli spettatori assisteranno a una partita del Gioco dell’Oca, nella quale i personaggi/pedine si giocano la vita nel Gioco della Frontiera. È notte fonda e si sente il ruggito del Río Bravo. E proprio attraverso il fiume, i personaggi penetrano nella frontiera e cadono nella casella del labirinto. Il loro destino è vincolato all’inesorabile responso dei dadi, sapientemente manipolati dal Capitán Malinche e da Doña Marina. Quale sarà la prossima casella? A chi toccherà la sorte di arrivare per primo? Un percorso di incontro e de/costruzione dell’identità condurrà i personaggi all’ultima casella, inevitabile punto di incontro tra solitudine e comunione. Si chiude il sipario, ma laggiù, nel labirinto, risuonano ancora echi di voci in cerca di identità. Con: Francesco Alarico Quarta, Dalila Crobu, Roberta Morese, Marco Petralia, Fausto Sestini, Federica Soro, Marilisa Travo. Coordinamento: Isabel Fernández García, Maria Giovanna Biscu, Claudio Bendazzoli.

"Laberintos" da testi di Octavio Paz e Luigi Pirandello.

Claudio Bendazzoli;
2008-01-01

Abstract

Laberintos da testi di Octavio Paz e Luigi Pirandello Laberintos. Labirinti. Strade della città, sentieri della mente, labirinti della vita. Le strade che percorriamo ogni giorno, apparentemente vuote, sono intrise di alterità. Io, l’altro. Noi, loro. L’esperienza del gruppo di teatro universitario in lingua spagnola ha preso le prime mosse da un atto volontario di smarrimento nel “Labirinto della Solitudine”, a partire dall’omonimo saggio del Premio Nobel Octavio Paz. Guidati dall’intensa poesia del maestro, questo percorso di ricerca ci ha fatto intravedere vite/labirinti densi di parole e immagini, aprendo spiragli che ci hanno consentito di avvicinarci alla cultura messicana: dalla leggendaria figura dell’interprete di Hernán Cortés, la Malinche, all’ermetismo dell’uomo messicano, il pachuco, alla figura della donna bistrattata, la chingada. Per orientarci nel labirinto, ci siamo affidati ai testi di un altro grande maestro, Luigi Pirandello: le sue maschere teatrali ci hanno aiutato a scoprire identità altre a partire dalla creazione dei personaggi, e si sono trasformate in porte e ponti verso la comunione. L’uomo è nostalgia e ricerca di comunione. L’amore è sete di comunione. La vita, l’amore. Il gioco. Gli spettatori assisteranno a una partita del Gioco dell’Oca, nella quale i personaggi/pedine si giocano la vita nel Gioco della Frontiera. È notte fonda e si sente il ruggito del Río Bravo. E proprio attraverso il fiume, i personaggi penetrano nella frontiera e cadono nella casella del labirinto. Il loro destino è vincolato all’inesorabile responso dei dadi, sapientemente manipolati dal Capitán Malinche e da Doña Marina. Quale sarà la prossima casella? A chi toccherà la sorte di arrivare per primo? Un percorso di incontro e de/costruzione dell’identità condurrà i personaggi all’ultima casella, inevitabile punto di incontro tra solitudine e comunione. Si chiude il sipario, ma laggiù, nel labirinto, risuonano ancora echi di voci in cerca di identità. Con: Francesco Alarico Quarta, Dalila Crobu, Roberta Morese, Marco Petralia, Fausto Sestini, Federica Soro, Marilisa Travo. Coordinamento: Isabel Fernández García, Maria Giovanna Biscu, Claudio Bendazzoli.
2008
teatro universitario, spagnolo, Messico, Octavio Paz, Luigi Pirandello, migrazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1144335
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