Lo studio svolto nell’ambito del progetto Food and Wine in ancient Verona è focalizzato su una specifica tipologia di reperto archeologico emerso in vari scavi della zona del veronese, ovvero vinaccioli antichi di vite. L’obiettivo è quello di contribuire a comprendere meglio la storia della produzione viticola e del vino del territorio mediante indagini specifiche incentrate su questa tipologia di resti organici. Tra i vari reperti archeo-botanici i semi rappresentano il materiale sicuramente più rappresentato, essendo tipicamente organi molto resistenti che possono mantenere la propria vitalità anche per diversi anni resistendo a condizioni ambientali normalmente proibitive per la pianta. Questa tipologia di reperto è quindi estremamente utile nell’investigazione delle radici storiche antiche della coltivazione delle diverse colture vegetali. L’approccio più classico per l’analisi di questa tipologia di reperti è sicuramente quello botanico. Semi antichi oltre ad essere osservati per la loro integrità e catalogati possono essere comparati con varietà moderne sia domestiche che selvatiche, permettendo con un certo grado di affidabilità la discriminazione dei campioni antichi. I semi delle varietà di vite selvatica, per esempio, presentano tratti peculiari, con forme più rotondeggianti e becchi più corti rispetto alle varietà domestiche, dove troviamo invece semi più allungati con becchi più lunghi. La discriminazione subspecifica è pertanto quella più ovvia e facilmente applicabile, anche se approcci morfometrici più complessi, basati sull’analisi del profilo esterno dei semi usato come descrittore fenotipico, sono stati proposti per una discriminazione anche a livello varietale1. Questo studio ha voluto però approfondire in particolare il contributo di un diverso e innovativo metodo di indagine, basato sull’analisi del DNA antico (aDNA) dai semi ritrovati in scavi archeologici. Nell’ultimo decennio, infatti, la ricerca sull’aDNA è fortemente progredita, grazie allo sviluppo di metodi di estrazione avanzati per il recupero del DNA anche molto frammentato e grazie all’avvento delle tecnologie di sequenziamento ad alto rendimento, che consentono di ottenere fino a diversi miliardi di brevi sequenze di nucleotidi in pochi giorni, consentendo l’analisi anche delle corte frazioni di DNA conservate nei campioni antichi. Le ricerche hanno dimostrato che l’analisi dei polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) ottenuti attraverso il sequenziamento del DNA fornisce una elevata risoluzione filogenetica2. Il confronto dei profili SNP di campioni antichi con pannelli di profili SNP di grandi dimensioni derivati dalle attuali varietà, consente di studiare la relazione genetica tra i vitigni antichi e quelli moderni, di indagarne le possibili origini e di scoprire nuove importanti informazioni sulla viticoltura e la diffusione geografica delle diverse varietà di vite nei diversi periodi storici3. Nei campioni antichi l’aDNA oltre ad essere estremamente frammentato si presenta anchemodificato chimicamente. Tra le modifiche maggiormente riscontrate troviamo la deaminazione della citosina in uracile (analogo della timina)4 che aumenta tipicamente verso l’estremità del frammento. La presenza di questa tipologia di modifica tipica di un aDNA può essere facilmente verificata mediante sequenziamento. In questo capitolo descriveremo quindi l’applicazione di queste analisi nell’ambito del progetto Food and Wine in ancient Verona ai vinaccioli di vite ritrovati nei diversi siti archeologici veronesi studiati. Descriveremo prima i reperti ed i siti in cui sono stati ritrovati. Parleremo poi di come i reperti sono stati catalogati sfruttando l’osservazione microscopica e come abbiamo scelto sulla base dell’analisi morfometrica i campioni più promettenti per le successive indagini. Infine, descriveremo i risultati delle indagini genetiche condotte, includendo esempi per chiarire come tali indagini possono supportare l’identificazione anche varietale, contribuendo così a produrre informazioni utili per delineare meglio le basi storiche dell’evoluzione della viticoltura e produzione del vino a livello locale.

Il contributo delle analisi morfometriche e genetiche condotte sui vinaccioli

Giada Bolognesi
Investigation
;
Martina Marini
Investigation
;
Diana Bellin
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01

Abstract

Lo studio svolto nell’ambito del progetto Food and Wine in ancient Verona è focalizzato su una specifica tipologia di reperto archeologico emerso in vari scavi della zona del veronese, ovvero vinaccioli antichi di vite. L’obiettivo è quello di contribuire a comprendere meglio la storia della produzione viticola e del vino del territorio mediante indagini specifiche incentrate su questa tipologia di resti organici. Tra i vari reperti archeo-botanici i semi rappresentano il materiale sicuramente più rappresentato, essendo tipicamente organi molto resistenti che possono mantenere la propria vitalità anche per diversi anni resistendo a condizioni ambientali normalmente proibitive per la pianta. Questa tipologia di reperto è quindi estremamente utile nell’investigazione delle radici storiche antiche della coltivazione delle diverse colture vegetali. L’approccio più classico per l’analisi di questa tipologia di reperti è sicuramente quello botanico. Semi antichi oltre ad essere osservati per la loro integrità e catalogati possono essere comparati con varietà moderne sia domestiche che selvatiche, permettendo con un certo grado di affidabilità la discriminazione dei campioni antichi. I semi delle varietà di vite selvatica, per esempio, presentano tratti peculiari, con forme più rotondeggianti e becchi più corti rispetto alle varietà domestiche, dove troviamo invece semi più allungati con becchi più lunghi. La discriminazione subspecifica è pertanto quella più ovvia e facilmente applicabile, anche se approcci morfometrici più complessi, basati sull’analisi del profilo esterno dei semi usato come descrittore fenotipico, sono stati proposti per una discriminazione anche a livello varietale1. Questo studio ha voluto però approfondire in particolare il contributo di un diverso e innovativo metodo di indagine, basato sull’analisi del DNA antico (aDNA) dai semi ritrovati in scavi archeologici. Nell’ultimo decennio, infatti, la ricerca sull’aDNA è fortemente progredita, grazie allo sviluppo di metodi di estrazione avanzati per il recupero del DNA anche molto frammentato e grazie all’avvento delle tecnologie di sequenziamento ad alto rendimento, che consentono di ottenere fino a diversi miliardi di brevi sequenze di nucleotidi in pochi giorni, consentendo l’analisi anche delle corte frazioni di DNA conservate nei campioni antichi. Le ricerche hanno dimostrato che l’analisi dei polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) ottenuti attraverso il sequenziamento del DNA fornisce una elevata risoluzione filogenetica2. Il confronto dei profili SNP di campioni antichi con pannelli di profili SNP di grandi dimensioni derivati dalle attuali varietà, consente di studiare la relazione genetica tra i vitigni antichi e quelli moderni, di indagarne le possibili origini e di scoprire nuove importanti informazioni sulla viticoltura e la diffusione geografica delle diverse varietà di vite nei diversi periodi storici3. Nei campioni antichi l’aDNA oltre ad essere estremamente frammentato si presenta anchemodificato chimicamente. Tra le modifiche maggiormente riscontrate troviamo la deaminazione della citosina in uracile (analogo della timina)4 che aumenta tipicamente verso l’estremità del frammento. La presenza di questa tipologia di modifica tipica di un aDNA può essere facilmente verificata mediante sequenziamento. In questo capitolo descriveremo quindi l’applicazione di queste analisi nell’ambito del progetto Food and Wine in ancient Verona ai vinaccioli di vite ritrovati nei diversi siti archeologici veronesi studiati. Descriveremo prima i reperti ed i siti in cui sono stati ritrovati. Parleremo poi di come i reperti sono stati catalogati sfruttando l’osservazione microscopica e come abbiamo scelto sulla base dell’analisi morfometrica i campioni più promettenti per le successive indagini. Infine, descriveremo i risultati delle indagini genetiche condotte, includendo esempi per chiarire come tali indagini possono supportare l’identificazione anche varietale, contribuendo così a produrre informazioni utili per delineare meglio le basi storiche dell’evoluzione della viticoltura e produzione del vino a livello locale.
2024
9788854915213
semi di vite, ancientDNA, territorio veronese
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1144293
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