Il prefisso 'ultra' comunica al lemma, cui si lega, l’idea del ‘superamento’, conferendogli un’attraente ‘mobilità’ concettuale. Nell’incontro con la giustizia, la più sacra fra le voci del diritto, l’'ultra' promette l’accesso ad uno spazio definitorio altro dallo spazio comune. L’'ultra'-giustizia si sporge, infatti, al di là delle codifiche ordinamentali per riscrivere le coordinate essenziali del ‘giusto’ nell’'oltre' dell’immaginario. In "Die Panne" di Friedrich Dürrenmatt, un ‘tribunale per gioco’ diventa, per abile manipolazione narrativa, un ‘tribunale della coscienza’, cui è impossibile sottrarsi: la confessione diviene un bisogno insopprimibile e l’esecuzione della sentenza una vocazione esistenziale, tesa sino al sacrificio ultimo, che la giustizia vera mai avrebbe osato pretendere. Ne L’'allodola' di Silvano Girardello un battito d’ali segna la conquista dell’ultimo spazio di luce fra il vortice della realtà e l’enigma dell’oltre. La sospensione nel crepuscolo, nella zona di mezzo fra giorno e notte, fra verità e immaginario, fra giustizia e 'ultra'-giustizia, è una ‘panne in cielo’ di rara potenza espressiva. Nel chiarore magnetico dell’alba, prima che la favola svanisca e la luce prenda possesso delle cose, un condannato a morte si toglie la vita per non ricadere nell’anonimato dell’innocenza.
Tribunali notturni. L''ultra'-giustizia in "Die Panne" di Friedrich Dürrenmatt
Cecilia Pedrazza Gorlero
2024-01-01
Abstract
Il prefisso 'ultra' comunica al lemma, cui si lega, l’idea del ‘superamento’, conferendogli un’attraente ‘mobilità’ concettuale. Nell’incontro con la giustizia, la più sacra fra le voci del diritto, l’'ultra' promette l’accesso ad uno spazio definitorio altro dallo spazio comune. L’'ultra'-giustizia si sporge, infatti, al di là delle codifiche ordinamentali per riscrivere le coordinate essenziali del ‘giusto’ nell’'oltre' dell’immaginario. In "Die Panne" di Friedrich Dürrenmatt, un ‘tribunale per gioco’ diventa, per abile manipolazione narrativa, un ‘tribunale della coscienza’, cui è impossibile sottrarsi: la confessione diviene un bisogno insopprimibile e l’esecuzione della sentenza una vocazione esistenziale, tesa sino al sacrificio ultimo, che la giustizia vera mai avrebbe osato pretendere. Ne L’'allodola' di Silvano Girardello un battito d’ali segna la conquista dell’ultimo spazio di luce fra il vortice della realtà e l’enigma dell’oltre. La sospensione nel crepuscolo, nella zona di mezzo fra giorno e notte, fra verità e immaginario, fra giustizia e 'ultra'-giustizia, è una ‘panne in cielo’ di rara potenza espressiva. Nel chiarore magnetico dell’alba, prima che la favola svanisca e la luce prenda possesso delle cose, un condannato a morte si toglie la vita per non ricadere nell’anonimato dell’innocenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.