Il progetto si propone di delineare le reti commerciali nell'Italia settentrionale durante l'Alto Medioevo, concentrando l'attenzione sull'analisi della pietra ollare come indicatore dell'economia dell'epoca. La pietra ollare, grazie alle sue caratteristiche mineralogiche distintive e alla sua stretta associazione con specifiche regioni di provenienza, consente di tracciare i percorsi commerciali che hanno facilitato la distribuzione dei suoi manufatti nel territorio. Gli obiettivi principali della ricerca si concentrano sulla comprensione dei flussi commerciali dei recipienti in pietra ollare, operando su diverse scale di analisi. Una vasta indagine archeologica eseguita su 676 siti di ritrovamento editi in Italia e oltre i confini nazionali ha permesso di esaminare l'evoluzione del sistema economico legato al commercio della pietra ollare nel periodo compreso tra il III e il XV secolo. Nonostante alcune problematiche evidenti nel confronto dei dati, è emerso che il periodo di maggior produzione e sviluppo di questo commercio è riconoscibile nell’Alto Medioevo (VI-XI secolo). Il secondo obiettivo della ricerca ha comportato un'analisi approfondita dei manufatti rinvenuti in tre siti archeologici dell'alto Medioevo (Villa Badia a Leno, Nogara e Piazza Marconi a Cremona) al fine di determinarne l'origine attraverso analisi archeometriche. A questo scopo, è stato sviluppato e testato un protocollo analitico in più fasi applicabile a un gran numero di campioni. Un primo screening mediante spettroscopia a fluorescenza di raggi X (3062 misure acquisite) e l'applicazione dell'algoritmo k-means cluster consente di selezionare i campioni più rappresentativi, la cui composizione mineralogica è successivamente determinata tramite spettroscopia micro-Raman e (11300 spettri acquisiti). Attraverso l'utilizzo dell'algoritmo PCA per confrontare i dati mineralogici acquisiti dai manufatti archeologici con quelli provenienti da campioni geologici prelevati da zone estrattive delle Alpi (Val Chiavenna, Val Bregaglia e Alta e Bassa Val Malenco), è possibile identificare l'area di provenienza dei manufatti archeologici e, di conseguenza, il flusso commerciale a cui appartenevano. È importante notare che l'accuratezza nell'attribuzione dell'origine tramite analisi archeometrica dipende dalla disponibilità e completezza del database delle aree estrattive.
Le reti commerciali nell'alto medioevo nell'italia settentrionale: studio multidisciplinare della pietra ollare
Maccadanza, Elisa
2024-01-01
Abstract
Il progetto si propone di delineare le reti commerciali nell'Italia settentrionale durante l'Alto Medioevo, concentrando l'attenzione sull'analisi della pietra ollare come indicatore dell'economia dell'epoca. La pietra ollare, grazie alle sue caratteristiche mineralogiche distintive e alla sua stretta associazione con specifiche regioni di provenienza, consente di tracciare i percorsi commerciali che hanno facilitato la distribuzione dei suoi manufatti nel territorio. Gli obiettivi principali della ricerca si concentrano sulla comprensione dei flussi commerciali dei recipienti in pietra ollare, operando su diverse scale di analisi. Una vasta indagine archeologica eseguita su 676 siti di ritrovamento editi in Italia e oltre i confini nazionali ha permesso di esaminare l'evoluzione del sistema economico legato al commercio della pietra ollare nel periodo compreso tra il III e il XV secolo. Nonostante alcune problematiche evidenti nel confronto dei dati, è emerso che il periodo di maggior produzione e sviluppo di questo commercio è riconoscibile nell’Alto Medioevo (VI-XI secolo). Il secondo obiettivo della ricerca ha comportato un'analisi approfondita dei manufatti rinvenuti in tre siti archeologici dell'alto Medioevo (Villa Badia a Leno, Nogara e Piazza Marconi a Cremona) al fine di determinarne l'origine attraverso analisi archeometriche. A questo scopo, è stato sviluppato e testato un protocollo analitico in più fasi applicabile a un gran numero di campioni. Un primo screening mediante spettroscopia a fluorescenza di raggi X (3062 misure acquisite) e l'applicazione dell'algoritmo k-means cluster consente di selezionare i campioni più rappresentativi, la cui composizione mineralogica è successivamente determinata tramite spettroscopia micro-Raman e (11300 spettri acquisiti). Attraverso l'utilizzo dell'algoritmo PCA per confrontare i dati mineralogici acquisiti dai manufatti archeologici con quelli provenienti da campioni geologici prelevati da zone estrattive delle Alpi (Val Chiavenna, Val Bregaglia e Alta e Bassa Val Malenco), è possibile identificare l'area di provenienza dei manufatti archeologici e, di conseguenza, il flusso commerciale a cui appartenevano. È importante notare che l'accuratezza nell'attribuzione dell'origine tramite analisi archeometrica dipende dalla disponibilità e completezza del database delle aree estrattive.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Le reti commerciali nell'Alto Medioevo nell'Italia settentrionale: studio multidisciplinare della pietra ollare
Tipologia:
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