Il testo analizza i processi storici, culturali, espressivi e tecnici alla base della realizzazione delle opere, stabilendo un imprescindibile collegamento tra il lavoro con la ceramica e quello realizzato da Baj con altri media; mette inoltre in luce quanto, negli stessi anni, avviene nella ricerca scultorea in ceramica in Italia e in un contesto internazionale, del quale Baj è sempre stato consapevole e del quale è stato egli stesso un protagonista indiscusso. Uno dei tratti distintivi e identificativi dell’opera di Enrico Baj (Milano, 1924-Vergiate, 2003) – considerata nell’ampio arco del suo sviluppo, che ha coinciso in sostanza con l’intera seconda metà del Novecento – è il ricorso alla manipolazione, all’assemblaggio, all’uso e al riuso di un’estesa gamma di immagini, materie e materiali. Da questo punto di vista la ceramica ha assunto un ruolo certamente importante, seppure trascurato rispetto alle numerosissime alternative espressive su cui l’artista, e di conseguenza la critica, si sono soffermati. L’esperienza di Baj con la ceramica inizia con le sculture e i rilievi realizzati ad Albissola Marina durante l’Incontro Internazionale della Ceramica dell’estate 1954, al quale partecipano anche Asger Jorn, Sergio Dangelo, Karel Appel, Corneille, Roberto Sebastian Matta. Il volume, promosso dall’Archivio Baj e dalla Fondazione Marconi, esce in edizione bilingue italiano e inglese e raccoglie la schedatura completa delle 120 opere in ceramica realizzate negli anni da Baj. Introduce il catalogo ragionato un saggio ampiamente illustrato a firma del curatore.
Enrico Baj. Catalogo ragionato delle opere ceramiche-Catalogue raisonné of ceramic works
Luca Bochicchio
2024-01-01
Abstract
Il testo analizza i processi storici, culturali, espressivi e tecnici alla base della realizzazione delle opere, stabilendo un imprescindibile collegamento tra il lavoro con la ceramica e quello realizzato da Baj con altri media; mette inoltre in luce quanto, negli stessi anni, avviene nella ricerca scultorea in ceramica in Italia e in un contesto internazionale, del quale Baj è sempre stato consapevole e del quale è stato egli stesso un protagonista indiscusso. Uno dei tratti distintivi e identificativi dell’opera di Enrico Baj (Milano, 1924-Vergiate, 2003) – considerata nell’ampio arco del suo sviluppo, che ha coinciso in sostanza con l’intera seconda metà del Novecento – è il ricorso alla manipolazione, all’assemblaggio, all’uso e al riuso di un’estesa gamma di immagini, materie e materiali. Da questo punto di vista la ceramica ha assunto un ruolo certamente importante, seppure trascurato rispetto alle numerosissime alternative espressive su cui l’artista, e di conseguenza la critica, si sono soffermati. L’esperienza di Baj con la ceramica inizia con le sculture e i rilievi realizzati ad Albissola Marina durante l’Incontro Internazionale della Ceramica dell’estate 1954, al quale partecipano anche Asger Jorn, Sergio Dangelo, Karel Appel, Corneille, Roberto Sebastian Matta. Il volume, promosso dall’Archivio Baj e dalla Fondazione Marconi, esce in edizione bilingue italiano e inglese e raccoglie la schedatura completa delle 120 opere in ceramica realizzate negli anni da Baj. Introduce il catalogo ragionato un saggio ampiamente illustrato a firma del curatore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.