Il 14 settembre 1969, nell’ambito del Festival Internazionale di Musica Contemporanea, si svolse presso il Teatro “La Fenice” di Venezia una serata dedicata al «Teatro Musicale di Mauricio Kagel». La parabola storica, i presupposti estetici, gli aspetti tecnici e la ricezione, prevalentemente tedesca, del teatro strumentale di questo compositore sono stati già studiati, mentre non lo è ancora la sua ricezione italiana, che parte proprio dalla serata del 1969. Obiettivo di questo contributo è colmare questa lacuna. Il contributo si baserà principalmente su fonti conservate nell’archivio ASAC de La Biennale (corrispondenza relativa alla produzione della serata; registrazioni audio-video; rassegna stampa) e sarà diviso in quattro parti. Nella prima si analizzeranno le premesse culturali dell’arrivo inaspettato di Kagel alla Biennale. Sulla base di tre pubblicazioni del 1969, tutte uscite per periodici musicali di ampia diffusione in Italia, ricostruirò come l’artista abbia tentato di preparare il terreno per un suo invito al Festival di quell’anno. La seconda parte sarà dedicata alla descrizione e ricostruzione del contenuto della recita del ’69, il cui programma è riportato dalle fonti d’archivio in maniera incoerente. La terza parte si concentrerà sull’analisi delle recensioni giornalistiche che, in maniera squisitamente bipartisan in un contesto politicamente spaccato, criticarono aspramente la serata. Nella quarta parte trarrò delle conclusioni di varia natura. Innanzitutto, mi concentrerò sulle critiche: sui loro ambienti di provenienza, sulle divergenze – poche – e sui consistenti tratti comuni esistenti tra critiche di orientamento politico opposto, sui pregiudizi gerarchici legati a forme teatrali diverse e già allora storicizzate che ancora indirizzavano i critici rispetto all’avanguardia. Così facendo, potrò ricostruire ex negativo le aspettative del pubblico di quel contesto storico e culturale – la Biennale Musica degli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 – che assistette a un Festival che aveva investito molto sul teatro musicale. In ultimo, sulla base della mole di recensioni analizzate, sul loro contenuto culturalmente rivelatore, sullo spoglio degli eventi teatrali dei Festival immediatamente successivi, dimostrerò la crucialità della la serata del 14 settembre ’69 sotto tre aspetti: come momento di emersione dello sperimentalismo musico-drammatico in Italia; come punto di svolta della “classicizzazione” in Italia di Kagel; come inizio del lungo – e meritorio - interesse de La Biennale per il teatro musicale d’avanguardia, che dagli anni ’70 arriva fino alla Biennale Musica 2022.

«In un teatro “normale”» : la ricezione di Mauricio Kagel alla Biennale Musica 1969

giovanni Meriani
In corso di stampa

Abstract

Il 14 settembre 1969, nell’ambito del Festival Internazionale di Musica Contemporanea, si svolse presso il Teatro “La Fenice” di Venezia una serata dedicata al «Teatro Musicale di Mauricio Kagel». La parabola storica, i presupposti estetici, gli aspetti tecnici e la ricezione, prevalentemente tedesca, del teatro strumentale di questo compositore sono stati già studiati, mentre non lo è ancora la sua ricezione italiana, che parte proprio dalla serata del 1969. Obiettivo di questo contributo è colmare questa lacuna. Il contributo si baserà principalmente su fonti conservate nell’archivio ASAC de La Biennale (corrispondenza relativa alla produzione della serata; registrazioni audio-video; rassegna stampa) e sarà diviso in quattro parti. Nella prima si analizzeranno le premesse culturali dell’arrivo inaspettato di Kagel alla Biennale. Sulla base di tre pubblicazioni del 1969, tutte uscite per periodici musicali di ampia diffusione in Italia, ricostruirò come l’artista abbia tentato di preparare il terreno per un suo invito al Festival di quell’anno. La seconda parte sarà dedicata alla descrizione e ricostruzione del contenuto della recita del ’69, il cui programma è riportato dalle fonti d’archivio in maniera incoerente. La terza parte si concentrerà sull’analisi delle recensioni giornalistiche che, in maniera squisitamente bipartisan in un contesto politicamente spaccato, criticarono aspramente la serata. Nella quarta parte trarrò delle conclusioni di varia natura. Innanzitutto, mi concentrerò sulle critiche: sui loro ambienti di provenienza, sulle divergenze – poche – e sui consistenti tratti comuni esistenti tra critiche di orientamento politico opposto, sui pregiudizi gerarchici legati a forme teatrali diverse e già allora storicizzate che ancora indirizzavano i critici rispetto all’avanguardia. Così facendo, potrò ricostruire ex negativo le aspettative del pubblico di quel contesto storico e culturale – la Biennale Musica degli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 – che assistette a un Festival che aveva investito molto sul teatro musicale. In ultimo, sulla base della mole di recensioni analizzate, sul loro contenuto culturalmente rivelatore, sullo spoglio degli eventi teatrali dei Festival immediatamente successivi, dimostrerò la crucialità della la serata del 14 settembre ’69 sotto tre aspetti: come momento di emersione dello sperimentalismo musico-drammatico in Italia; come punto di svolta della “classicizzazione” in Italia di Kagel; come inizio del lungo – e meritorio - interesse de La Biennale per il teatro musicale d’avanguardia, che dagli anni ’70 arriva fino alla Biennale Musica 2022.
In corso di stampa
Mauricio Kagel
ricezione
Biennale 1969
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1122039
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