Secondo un modello ampiamente diffuso in Europa, che vede Parigi e Londra all’avanguardia, anche a Verona nel corso dell’Ottocento si diffondono importanti trasformazioni e innovazioni nell’ambito del commercio. Alle botteghe artigiane, che uniscono produzione e vendita, collocata in prossimità della porta o sulla strada, dove è esposta la merce, si affiancano i moderni negozi, dove le transazioni occupano spazi privati e le merci sono collocate in eleganti vetrine. L’attività della bottega artigiana coinvolge generalmente tutta la famiglia: il nuovo modello può prevedere la presenza dei coniugi, ma anche quello di commesse e commessi. Accanto a queste imprese solidamente strutturate si affiancano forme più precarie: sia piccole e modeste botteghe: sorte con scarsi capitali, sia banchi del mercato, sia banchetti nelle piazze o per le strade, sia la vendita ambulante. Un commercio povero di prodotti alimentari, manufatti artigianali e oggetti d’uso quotidiano. In tali ambiti agli inizi del Novecento le donne trovano spazi di autonomia: è infatti sufficiente un assenso preliminare da parte del marito per intraprendere l’attività commerciale. Con il boom economico e la crescita dei consumi la presenza femminile trova nuove possibilità di espressione. Sono via via più numerosi gli esercizi anche di prestigio guidati da donne, soprattutto nel campo della moda, della cultura e dell’artigianato: fenomeno che crescerà nel tempo dopo la seconda metà del XX secolo.

Commercianti. La maggior visibilità nel lavoro.

Maria Luisa Ferrari;Elisa Dalla rosa
2023-01-01

Abstract

Secondo un modello ampiamente diffuso in Europa, che vede Parigi e Londra all’avanguardia, anche a Verona nel corso dell’Ottocento si diffondono importanti trasformazioni e innovazioni nell’ambito del commercio. Alle botteghe artigiane, che uniscono produzione e vendita, collocata in prossimità della porta o sulla strada, dove è esposta la merce, si affiancano i moderni negozi, dove le transazioni occupano spazi privati e le merci sono collocate in eleganti vetrine. L’attività della bottega artigiana coinvolge generalmente tutta la famiglia: il nuovo modello può prevedere la presenza dei coniugi, ma anche quello di commesse e commessi. Accanto a queste imprese solidamente strutturate si affiancano forme più precarie: sia piccole e modeste botteghe: sorte con scarsi capitali, sia banchi del mercato, sia banchetti nelle piazze o per le strade, sia la vendita ambulante. Un commercio povero di prodotti alimentari, manufatti artigianali e oggetti d’uso quotidiano. In tali ambiti agli inizi del Novecento le donne trovano spazi di autonomia: è infatti sufficiente un assenso preliminare da parte del marito per intraprendere l’attività commerciale. Con il boom economico e la crescita dei consumi la presenza femminile trova nuove possibilità di espressione. Sono via via più numerosi gli esercizi anche di prestigio guidati da donne, soprattutto nel campo della moda, della cultura e dell’artigianato: fenomeno che crescerà nel tempo dopo la seconda metà del XX secolo.
2023
Storia delle donne, imprenditoria femminile, storia del lavoro, Verona, Otto- Novecento
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1120309
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact