Il contributo - dopo aver trattato dei nodi problematici generali inerenti la figura dell’esilio in età repubblicana nel suo divenire e stratificarsi storico (ma non ancora come pena autonoma) e dopo aver trattato di alcuni casi particolari di celebrazione del processo popolare in relazione all’auto-esilio dell’accusato (nel primi secoli condannato seppur assente, poi se assente non condannato ma solo interdetto aqua et igni ma non condannato: e ciò a differenza del regime previsto in seno alle questioni) - si sofferma sul caso di Furio Camillo (390 a.C.), indagandone taluni aspetti controversi nelle fonti (capo di accusa, autorità accusatrice, tribunale competente, pena proposta, collocazione temporale dell’esilio dell’accusato). La figura dell’esilio come auto-esclusione dalla comunità, con riguardo al caso particolare di Camillo, viene considerata sotto il profilo della perdita o meno della cittadinanza romana (e si conclude nel senso della permanenza della stessa, ancorché con limitazioni, tanto da giustificare la condanna in absentia), soprattutto con riguardo ai problemi relativi alle anomalie (determinate da fattori diversi da quello della perdita della cittadinanza) dittatura di Camillo, gerita dopo il volontario allontanamento da Roma presso gli Ardeati.
Furio Camillo, l’eroe a processo, l’eroe in esilio
Carlo Pelloso
2023-01-01
Abstract
Il contributo - dopo aver trattato dei nodi problematici generali inerenti la figura dell’esilio in età repubblicana nel suo divenire e stratificarsi storico (ma non ancora come pena autonoma) e dopo aver trattato di alcuni casi particolari di celebrazione del processo popolare in relazione all’auto-esilio dell’accusato (nel primi secoli condannato seppur assente, poi se assente non condannato ma solo interdetto aqua et igni ma non condannato: e ciò a differenza del regime previsto in seno alle questioni) - si sofferma sul caso di Furio Camillo (390 a.C.), indagandone taluni aspetti controversi nelle fonti (capo di accusa, autorità accusatrice, tribunale competente, pena proposta, collocazione temporale dell’esilio dell’accusato). La figura dell’esilio come auto-esclusione dalla comunità, con riguardo al caso particolare di Camillo, viene considerata sotto il profilo della perdita o meno della cittadinanza romana (e si conclude nel senso della permanenza della stessa, ancorché con limitazioni, tanto da giustificare la condanna in absentia), soprattutto con riguardo ai problemi relativi alle anomalie (determinate da fattori diversi da quello della perdita della cittadinanza) dittatura di Camillo, gerita dopo il volontario allontanamento da Roma presso gli Ardeati.File | Dimensione | Formato | |
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