Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, si afferma come scrittrice negli anni Cinquanta. Donna anticonformista, decide, lei bolognese di Galliera, di essere una donna delle Dolomiti. Vive a Cortina, ma non ama il mondo del turismo; il suo cuore batte per la gente più umile del Cadore, argomento principale della sua narrativa, e per la casa tra i larici e i prati che vorrebbe costruirsi a Borca, sotto l’Antelao, la montagna dove era salita durante la sua partecipazione alla Resistenza e dove, finita la guerra, aveva costruito e gestito un rifugio. In questo libro, frutto di ricerche condotte nell'Archivio Zangrandi di Pieve di Cadore, viene pubblicata un'ampia scelta dei diari, finora inediti, che la scrittrice comincia a tenere con regolarità quando l’uscita del suo primo romanzo per Mondadori le apre la strada della letteratura. Al diario «Anna» affida i suoi amori e le sue rabbie, le sue consapevolezze e i suoi progetti, come il magico «specchio verde» delle leggende ladine, che permette di conoscere il cuore degli altri. E soprattutto la sua passione per la montagna, palestra di avventura ma anche luogo di confronto con il Dio «immenso e lontano» che lei, ribelle e nemica delle religioni organizzate, percepisce con certezza nella Natura.
Giovanna Zangrandi, La mia montagna. Diari 1952-1962, a cura di Giuseppe Sandrini
Giuseppe Sandrini
2024-01-01
Abstract
Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, si afferma come scrittrice negli anni Cinquanta. Donna anticonformista, decide, lei bolognese di Galliera, di essere una donna delle Dolomiti. Vive a Cortina, ma non ama il mondo del turismo; il suo cuore batte per la gente più umile del Cadore, argomento principale della sua narrativa, e per la casa tra i larici e i prati che vorrebbe costruirsi a Borca, sotto l’Antelao, la montagna dove era salita durante la sua partecipazione alla Resistenza e dove, finita la guerra, aveva costruito e gestito un rifugio. In questo libro, frutto di ricerche condotte nell'Archivio Zangrandi di Pieve di Cadore, viene pubblicata un'ampia scelta dei diari, finora inediti, che la scrittrice comincia a tenere con regolarità quando l’uscita del suo primo romanzo per Mondadori le apre la strada della letteratura. Al diario «Anna» affida i suoi amori e le sue rabbie, le sue consapevolezze e i suoi progetti, come il magico «specchio verde» delle leggende ladine, che permette di conoscere il cuore degli altri. E soprattutto la sua passione per la montagna, palestra di avventura ma anche luogo di confronto con il Dio «immenso e lontano» che lei, ribelle e nemica delle religioni organizzate, percepisce con certezza nella Natura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.