Giulia Beghini propone una nuova lettura di Virgilio, Aen. 5.353-58: la scenetta messa in atto da Niso alla fine della gara di corsa rappresenta un raro caso di autoironia divertente con funzione socializzante. Tale forma di humour, inattesa per il genere epico, è individuata grazie alla sinergia tra un approccio linguistico e stilistico e uno pragmatico. L’analisi del linguaggio verbale e non verbale, insieme alla valutazione del contesto e delle relazioni tra i personaggi, mostra che Niso, quando presenta la propria caduta e la scorrettezza ai danni di Salio come eventi dovuti alla fortuna inimica, intende prestare un’immagine paradossale di sé al divertimento degli astanti ed ottenere così un premio da Enea. La lettura pragmatica permette di superare l’ipotesi di quanti nel comportamento di Niso hanno visto un tentativo di ingannare i presenti, occultando l’accaduto. Un segnale dell’intento ironico dell’eroe è il disallineamento fra il contenuto basso del suo messaggio (rinforzato peraltro dal gesto svilente di mostrarsi sporco di fimo) e lo stile verbale che riecheggia la lingua epica nelle sue formulazioni più auliche e patetiche. Tanto più se si nota come espressioni di questo tipo nell’Eneide normalmente accompagnino la gestualità del pianto in contesti dolenti, mentre nell’episodio di Niso si associano al riso nel quadro disteso e gioioso dei ludi. Alla luce dell’analisi pragmatica di questo sistema interattivo, inoltre, emergono elementi utili alla valutazione del riso di Enea, un gesto isolato nel poema virgiliano e variamente interpretato dalla critica negli ultimi anni.

Presenze inattese: autoironia e divertimento nell'Eneide (Aen. 5.353-38)

Giulia Beghini
2023-01-01

Abstract

Giulia Beghini propone una nuova lettura di Virgilio, Aen. 5.353-58: la scenetta messa in atto da Niso alla fine della gara di corsa rappresenta un raro caso di autoironia divertente con funzione socializzante. Tale forma di humour, inattesa per il genere epico, è individuata grazie alla sinergia tra un approccio linguistico e stilistico e uno pragmatico. L’analisi del linguaggio verbale e non verbale, insieme alla valutazione del contesto e delle relazioni tra i personaggi, mostra che Niso, quando presenta la propria caduta e la scorrettezza ai danni di Salio come eventi dovuti alla fortuna inimica, intende prestare un’immagine paradossale di sé al divertimento degli astanti ed ottenere così un premio da Enea. La lettura pragmatica permette di superare l’ipotesi di quanti nel comportamento di Niso hanno visto un tentativo di ingannare i presenti, occultando l’accaduto. Un segnale dell’intento ironico dell’eroe è il disallineamento fra il contenuto basso del suo messaggio (rinforzato peraltro dal gesto svilente di mostrarsi sporco di fimo) e lo stile verbale che riecheggia la lingua epica nelle sue formulazioni più auliche e patetiche. Tanto più se si nota come espressioni di questo tipo nell’Eneide normalmente accompagnino la gestualità del pianto in contesti dolenti, mentre nell’episodio di Niso si associano al riso nel quadro disteso e gioioso dei ludi. Alla luce dell’analisi pragmatica di questo sistema interattivo, inoltre, emergono elementi utili alla valutazione del riso di Enea, un gesto isolato nel poema virgiliano e variamente interpretato dalla critica negli ultimi anni.
2023
9788855536066
Virgilio, Eneide, Niso, ludi, gara di corsa, ironia, autoironia, riso, pragmatica della comunicazione
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