Una quindicina di anni dopo il ritorno degli Stuart sul trono inglese, John Banks (1652/3-1706), studente di legge datosi alla carriera di drammaturgo, scrive una tragedia destinata a non vedere mai la scena e intitolata The Island Queens, or, The Death of Mary Queen of Scotland. Pubblicato nel 1684, all’indomani della cosiddetta Congiura Papista e della Exclusion Crisis – il cui nome deriva dai tentativi parlamentari di escludere Giacomo, duca di York, dalla successione – il play fu proibito per ragioni intuibili sebbene mai del tutto chiarite, che l’autore attribuì a oscure macchinazioni di taluni «evil Spirits». Precursore della più tarda e lacrimevole tradizione delle she-tragedies, il dramma si snoda, tra autenticità storica e invenzione, attorno alle note vicende del tormentato rapporto tra Elisabetta I e Maria Stuarda. Partendo da una contestualizzazione storica della tragedia negli anni difficili che portarono, nel 1685, all’incoronazione del re cattolico Giacomo II Stuart, si indagheranno gli intrecci discorsivi, di mostruosità e orrore da una parte e di martirio e seduzione dall’altra, che danno vita, nel dramma, a un interseco problematico nel quale menzogna e verità si mescolano fino a confondersi, tra politica, religione e patetismo. Le due regine protagoniste intrattengono una relazione ambigua all’interno della quale ognuna si appropria, talora con (apparente) riluttanza, di un ruolo predefinito da una lettura della Storia che vorrebbe essere, senza tuttavia riuscirvi, favorevole alla bisnonna del re Stuart allora sul trono. Omaggio mancato alla dinastia regnante, il dramma risente piuttosto di una situazione politica malcerta dove verità e finzione sono continuamente sottoposte a scrutinio, e si attorce in un gioco di rappresentazione e autorappresentazione che rende la categoria del reale permeabile a interpretazioni multiformi e cangianti.
«So good, so perfect and so fair». La figura di Maria Stuarda nell’Inghilterra della Restaurazione
Calvi, L.
2023-01-01
Abstract
Una quindicina di anni dopo il ritorno degli Stuart sul trono inglese, John Banks (1652/3-1706), studente di legge datosi alla carriera di drammaturgo, scrive una tragedia destinata a non vedere mai la scena e intitolata The Island Queens, or, The Death of Mary Queen of Scotland. Pubblicato nel 1684, all’indomani della cosiddetta Congiura Papista e della Exclusion Crisis – il cui nome deriva dai tentativi parlamentari di escludere Giacomo, duca di York, dalla successione – il play fu proibito per ragioni intuibili sebbene mai del tutto chiarite, che l’autore attribuì a oscure macchinazioni di taluni «evil Spirits». Precursore della più tarda e lacrimevole tradizione delle she-tragedies, il dramma si snoda, tra autenticità storica e invenzione, attorno alle note vicende del tormentato rapporto tra Elisabetta I e Maria Stuarda. Partendo da una contestualizzazione storica della tragedia negli anni difficili che portarono, nel 1685, all’incoronazione del re cattolico Giacomo II Stuart, si indagheranno gli intrecci discorsivi, di mostruosità e orrore da una parte e di martirio e seduzione dall’altra, che danno vita, nel dramma, a un interseco problematico nel quale menzogna e verità si mescolano fino a confondersi, tra politica, religione e patetismo. Le due regine protagoniste intrattengono una relazione ambigua all’interno della quale ognuna si appropria, talora con (apparente) riluttanza, di un ruolo predefinito da una lettura della Storia che vorrebbe essere, senza tuttavia riuscirvi, favorevole alla bisnonna del re Stuart allora sul trono. Omaggio mancato alla dinastia regnante, il dramma risente piuttosto di una situazione politica malcerta dove verità e finzione sono continuamente sottoposte a scrutinio, e si attorce in un gioco di rappresentazione e autorappresentazione che rende la categoria del reale permeabile a interpretazioni multiformi e cangianti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.