Si affrontano in dodici capitoli gli aggiornamenti degli studi e ricerche presentate nella prima edizione del volume edito nel 2005, il quale assume una veste rinnovata anche nel repertorio fotografico e negli apparati, nella grafica. Si illustrano, innanzitutto, il nuovo allestimento museografico della Scuola dei Battuti, conseguente al deposito degli arazzi della manifattura di Oudenarde circa 1560 da parte dei Musei Civici veneziani, e gli interventi conservativi, in particolare del soffitto ligneo. Si ricostruisce la fase d’attività di Francesco da Milano del primo e secondo decennio del Cinquecento, ossia precedente e contemporanea all’esecuzione da parte del pittore lombardo del ciclo dei Battuti, con novità attributive, cronologiche. Si delinea il contesto degli anni della guerra di Cambrai, durante i quali Conegliano ospita temporaneamente le corti di Bartolomeo d’Alviano e della moglie Pentasilea Baglioni. Si delinea il contesto coneglianese attingendo ai diari di Marin Sanudo. Il ciclo di affreschi del da Milano segna una rinascita post-bellica con il suo rinnovamento di linguaggio e il significato delle sistematiche riprese da Dürer (e Schongauer) di nuovo verificate alla luce dei più recenti repertori catalografici. Un capitolo è dedicato ai rapporti di Tiziano Vecellio con Conegliano attestati dal problematico disegno di Düsseldorf del 1521. Verifiche d’archivio riguardano il ritrovato contratto con Giacomo Rota del 1592 per la decorazione della facciata della Scuola, realizzata l’anno seguente dal Pozzoserrato. Si chiariscono le difformità iconografiche delle due soluzioni. Entro questo contesto si riconsidera con nuovi confronti il ciclo di affreschi delle Storie della Genesi e dell’infanzia di Gesù. Un capitolo è dedicato alle novità conoscitive su Pozzoserrato, in particolare alle scoperte messe a segno a Treviso nella prospettiva delle opere coneglianesi. Si illustra con inedita documentazione il vasto ciclo perduto della chiesa di Santa Maria del Gesù, oggetto di interesse per il suo salvataggio da parte di Luigi Bailo e Girolamo Botter, quasi a voler ripetere agli inizi del Novecento quello riuscito degli affreschi di Tomaso da Modena in Santa Margherita. Si amplia il profilo della pittura del tardo manierismo Coneglianese con nuove attribuzioni tra i pittori delle “sette maniere”, definendo il contesto e le personalità dei mecenati illustri. Emergono i rapporti di Cesare Vecellio con in nobile Pietro Montalban e l’influenza su quest’ultimo di altri committenti, ossia dei mercanti e finanziatori bergamaschi operanti a Venezia, Bartolomeo e Grazioso Bontempelli del Calice, con residenza anche a Conegliano, dove si rivelano sostenitori specie di Sante Peranda e di Leonardo Corona. L’ultimo capitolo, affatto inedito, riguarda la Sacra conversazione di Giambattista Cima del 1493 e la centralità del suo messaggio visivo per la chiesa di Santa Maria Nuova dei Battuti, con riferimento alla tematica degli affreschi coevi dell’interno e a quelli della facciata della Scuola del Pozzoserrato di un secolo dopo. Si documentano con materiali d’archivio inediti le successive collocazioni della pala del Cima entro lo spazio sacro, con particolare riguardo per l’inedito progetto disegnativo assegnato a Giorgio Massari del 1756 circa.
Gli affreschi della Scuola dei Battuti di Conegliano
Fossaluzza, Giorgio
2023-01-01
Abstract
Si affrontano in dodici capitoli gli aggiornamenti degli studi e ricerche presentate nella prima edizione del volume edito nel 2005, il quale assume una veste rinnovata anche nel repertorio fotografico e negli apparati, nella grafica. Si illustrano, innanzitutto, il nuovo allestimento museografico della Scuola dei Battuti, conseguente al deposito degli arazzi della manifattura di Oudenarde circa 1560 da parte dei Musei Civici veneziani, e gli interventi conservativi, in particolare del soffitto ligneo. Si ricostruisce la fase d’attività di Francesco da Milano del primo e secondo decennio del Cinquecento, ossia precedente e contemporanea all’esecuzione da parte del pittore lombardo del ciclo dei Battuti, con novità attributive, cronologiche. Si delinea il contesto degli anni della guerra di Cambrai, durante i quali Conegliano ospita temporaneamente le corti di Bartolomeo d’Alviano e della moglie Pentasilea Baglioni. Si delinea il contesto coneglianese attingendo ai diari di Marin Sanudo. Il ciclo di affreschi del da Milano segna una rinascita post-bellica con il suo rinnovamento di linguaggio e il significato delle sistematiche riprese da Dürer (e Schongauer) di nuovo verificate alla luce dei più recenti repertori catalografici. Un capitolo è dedicato ai rapporti di Tiziano Vecellio con Conegliano attestati dal problematico disegno di Düsseldorf del 1521. Verifiche d’archivio riguardano il ritrovato contratto con Giacomo Rota del 1592 per la decorazione della facciata della Scuola, realizzata l’anno seguente dal Pozzoserrato. Si chiariscono le difformità iconografiche delle due soluzioni. Entro questo contesto si riconsidera con nuovi confronti il ciclo di affreschi delle Storie della Genesi e dell’infanzia di Gesù. Un capitolo è dedicato alle novità conoscitive su Pozzoserrato, in particolare alle scoperte messe a segno a Treviso nella prospettiva delle opere coneglianesi. Si illustra con inedita documentazione il vasto ciclo perduto della chiesa di Santa Maria del Gesù, oggetto di interesse per il suo salvataggio da parte di Luigi Bailo e Girolamo Botter, quasi a voler ripetere agli inizi del Novecento quello riuscito degli affreschi di Tomaso da Modena in Santa Margherita. Si amplia il profilo della pittura del tardo manierismo Coneglianese con nuove attribuzioni tra i pittori delle “sette maniere”, definendo il contesto e le personalità dei mecenati illustri. Emergono i rapporti di Cesare Vecellio con in nobile Pietro Montalban e l’influenza su quest’ultimo di altri committenti, ossia dei mercanti e finanziatori bergamaschi operanti a Venezia, Bartolomeo e Grazioso Bontempelli del Calice, con residenza anche a Conegliano, dove si rivelano sostenitori specie di Sante Peranda e di Leonardo Corona. L’ultimo capitolo, affatto inedito, riguarda la Sacra conversazione di Giambattista Cima del 1493 e la centralità del suo messaggio visivo per la chiesa di Santa Maria Nuova dei Battuti, con riferimento alla tematica degli affreschi coevi dell’interno e a quelli della facciata della Scuola del Pozzoserrato di un secolo dopo. Si documentano con materiali d’archivio inediti le successive collocazioni della pala del Cima entro lo spazio sacro, con particolare riguardo per l’inedito progetto disegnativo assegnato a Giorgio Massari del 1756 circa.File | Dimensione | Formato | |
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