Pur essendo considerato da Aristotele un personaggio a tutti gli effetti, già gli interpreti rinascimentali di Orazio interpretavano il Coro come il depositario di un sapere autoriale riconducibile a una funzione prevalentemente diegetica e di commento. Gli studi sul punto di vista nel dramma, da Richardson a McIntyre, tendono ad assimilare il Coro al Prologo, cui è in genere demandata la funzione di stabilire le coordinate interpretative per il pubblico. Ma la funzione del Coro, già nel dramma antico, varia a seconda che appartenga al genere comico o tragico o che segua il modello greco o senecano. Nel dramma neo-secano inglese, prima di diventare tutt’uno con il Prologo verso la fine del XVI secolo, il Coro è un personaggio collettivo all’interno del dramma, e quando si muove ai suoi margini partecipa della fluidità di altre porzioni segnatamente non organiche, testualmente mobili e trasferibili da un dramma all’altro. Questa molteplicità di funzioni interne al testo quando non collocate nella cornice del dramma suggerisce uno scenario complesso, con diversi gradi e tipologie di focalizzazione, intra- ed extradiegetiche. Il saggio presenta alcuni casi esemplari di come il Coro possa diventare il portatore di una focalizzazione autoriale in una fase di transizione dal modello antico a una istanza eminentemente prologica, liminale tra scena e pubblico, sollevando questioni che più in generale concernono la presenza di focalizzatori nel dramma.
Tra attore e autore: coro e focalizzazione nel dramma inglese del Rinascimento
Bigliazzi
2022-01-01
Abstract
Pur essendo considerato da Aristotele un personaggio a tutti gli effetti, già gli interpreti rinascimentali di Orazio interpretavano il Coro come il depositario di un sapere autoriale riconducibile a una funzione prevalentemente diegetica e di commento. Gli studi sul punto di vista nel dramma, da Richardson a McIntyre, tendono ad assimilare il Coro al Prologo, cui è in genere demandata la funzione di stabilire le coordinate interpretative per il pubblico. Ma la funzione del Coro, già nel dramma antico, varia a seconda che appartenga al genere comico o tragico o che segua il modello greco o senecano. Nel dramma neo-secano inglese, prima di diventare tutt’uno con il Prologo verso la fine del XVI secolo, il Coro è un personaggio collettivo all’interno del dramma, e quando si muove ai suoi margini partecipa della fluidità di altre porzioni segnatamente non organiche, testualmente mobili e trasferibili da un dramma all’altro. Questa molteplicità di funzioni interne al testo quando non collocate nella cornice del dramma suggerisce uno scenario complesso, con diversi gradi e tipologie di focalizzazione, intra- ed extradiegetiche. Il saggio presenta alcuni casi esemplari di come il Coro possa diventare il portatore di una focalizzazione autoriale in una fase di transizione dal modello antico a una istanza eminentemente prologica, liminale tra scena e pubblico, sollevando questioni che più in generale concernono la presenza di focalizzatori nel dramma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.