Il contributo esplora una esperienza di ricerca condotta tra il 2015 e il 2021 sulle pratiche di accompagnamento di madri e famiglie considerate vulnerabili e a rischio di esclusione sociale, specialmente nel periodo perinatale (gravidanza, nascita e primi sei anni di vita). Il gruppo interdisciplinare che ha condotto la ricerca, composto per lo più da donne, professioniste ed esperte del lavoro sociale e di cura, si è chiesto: che sguardo portare sulle “eroiche dis/ avventure” delle madri e dei bambini? Come raccontare le vulnerabilità che emergono nella riflessione delle madri, operatrici ed utenti? Come mantenere la complessità dei punti di vista mettendo a fuoco la consapevolezza dei rapporti di potere in gioco? Chi avrebbe scritto le storie e gli esiti della ricerca, con quali linguaggi? Quali pratiche di restituzione avremmo adottato? La ricerca ha preso avvio in occasione della partecipazione al progetto europeo Erasmus+ Taking care of vulnerable women during perinatality. Gli obiettivi generali del progetto erano: formulare una definizione comune della vulnerabilità; individuare gli strumenti per identificare, analizzare e monitorare i fattori di vulnerabilità; elaborare strumenti specifici di accompagnamento; definire le competenze professionali per gestire al meglio le situazioni a rischio, in particolare in caso di grave precarietà, dipendenze, gravidanza in adolescenza, prostituzione. L’output principale è stata la composizione di moduli di formazione iniziali e/o continua. Il filo rosso è stata la sperimentazione della narrazione orale e scritta come forma di ricerca azione e pratica del partire da sé nei luoghi del lavoro sociale, nei gruppi di donne e nei setting formativi. Durante la ricerca è stato evidente che per il gruppo di lavoro in Italia questa metodologia risultava essere la più fruttuosa per mettere a lavoro le asimmetrie che possono avere luogo nella relazione tra professioniste e utenti dei servizi: occupare una posizione nella quale si ha il mandato di definire i bisogni degli altri rappresenta una forma di potere. Pur mantenendo una chiarezza nelle funzioni, come possono le professioniste predisporsi ad aprire e condividere queste forme di potere nell’offerta dei servizi e nelle pratiche di accompagnamento e valutazione? Quali contesti di incontro consentono alle operatrici e alle donne utenti dei servizi di negoziare la propria presenza? Nella geometria relazionale tra la madre, i bambini e le operatrici, come si configurano regole d’interazione (distribuzione della possibilità di parola, di definizione ed uso delle categorie), pratiche educative e valutative messe in atto? Il saggio è un itinerario attraverso alcune figure mitologiche (Persefone, Demetra, La Llorona) per esplorare le contraddizioni vitali vissute dalle donne, nel tentativo di decolonizzare e depatriarcalizzare gli immaginari intorno alle maternità.

La maternità è una prova. Come creare contesti per riconoscere e comprendere situazioni vulnerabili.

Maria Livia Alga
2022-01-01

Abstract

Il contributo esplora una esperienza di ricerca condotta tra il 2015 e il 2021 sulle pratiche di accompagnamento di madri e famiglie considerate vulnerabili e a rischio di esclusione sociale, specialmente nel periodo perinatale (gravidanza, nascita e primi sei anni di vita). Il gruppo interdisciplinare che ha condotto la ricerca, composto per lo più da donne, professioniste ed esperte del lavoro sociale e di cura, si è chiesto: che sguardo portare sulle “eroiche dis/ avventure” delle madri e dei bambini? Come raccontare le vulnerabilità che emergono nella riflessione delle madri, operatrici ed utenti? Come mantenere la complessità dei punti di vista mettendo a fuoco la consapevolezza dei rapporti di potere in gioco? Chi avrebbe scritto le storie e gli esiti della ricerca, con quali linguaggi? Quali pratiche di restituzione avremmo adottato? La ricerca ha preso avvio in occasione della partecipazione al progetto europeo Erasmus+ Taking care of vulnerable women during perinatality. Gli obiettivi generali del progetto erano: formulare una definizione comune della vulnerabilità; individuare gli strumenti per identificare, analizzare e monitorare i fattori di vulnerabilità; elaborare strumenti specifici di accompagnamento; definire le competenze professionali per gestire al meglio le situazioni a rischio, in particolare in caso di grave precarietà, dipendenze, gravidanza in adolescenza, prostituzione. L’output principale è stata la composizione di moduli di formazione iniziali e/o continua. Il filo rosso è stata la sperimentazione della narrazione orale e scritta come forma di ricerca azione e pratica del partire da sé nei luoghi del lavoro sociale, nei gruppi di donne e nei setting formativi. Durante la ricerca è stato evidente che per il gruppo di lavoro in Italia questa metodologia risultava essere la più fruttuosa per mettere a lavoro le asimmetrie che possono avere luogo nella relazione tra professioniste e utenti dei servizi: occupare una posizione nella quale si ha il mandato di definire i bisogni degli altri rappresenta una forma di potere. Pur mantenendo una chiarezza nelle funzioni, come possono le professioniste predisporsi ad aprire e condividere queste forme di potere nell’offerta dei servizi e nelle pratiche di accompagnamento e valutazione? Quali contesti di incontro consentono alle operatrici e alle donne utenti dei servizi di negoziare la propria presenza? Nella geometria relazionale tra la madre, i bambini e le operatrici, come si configurano regole d’interazione (distribuzione della possibilità di parola, di definizione ed uso delle categorie), pratiche educative e valutative messe in atto? Il saggio è un itinerario attraverso alcune figure mitologiche (Persefone, Demetra, La Llorona) per esplorare le contraddizioni vitali vissute dalle donne, nel tentativo di decolonizzare e depatriarcalizzare gli immaginari intorno alle maternità.
2022
9788835138853
vulnerabilità
spazi terzi
geografie femministe
culture matriarcale
pedagogie decoloniali
pratiche narrative
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1101026
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