Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha ritenuto di dare continuità al lavoro di P.I.P.P.I., avviato nel 2011, assicurando a un numero sempre maggiore di Ambiti Territoriali (ATS) di avere accesso a P.I.P.P.I., per garantirne equa diffusione a livello nazionale, tramite le seguenti nove tappe: 1. anni 2011-2012: Partecipazione delle Città riservatarie della Legge 285/97: Bologna, Bari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Venezia. 2. anni 2013-2014: Partecipazione delle Città riservatarie della Legge 285/97: Bolo- gna, Bari, Firenze, Genova, Milano, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Venezia. 3. anni 2014-2015: Avvio della fase di estensione alle Regioni, con ammissione di 17 Regioni, una Provincia Autonoma e 50 ATS, così come definiti dalla Legge 328/2000. Di questi, 10 sono le stesse Città riservatarie. 4. anni 2015-2016: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 18 Regioni (tutte tranne la Val d’Aosta e il Trentino Alto Adige) e 50 ATS. 5. anni 2016-2017: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 17 Regioni, 1 Provincia Autonoma e 56 ATS. 6. anni 2017-2018: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 17 Regioni, 1 Provincia Autonoma, 54 ATS e introduzione della differenziazione dei percorsi base e avanzato. 7. anni 2018-2020: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 16 Regioni, 1 Provincia Autonoma e 67 ATS. 8. anni 2019-2021: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 18 Regioni e 60 ATS. 9. anni 2020-2022: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 19 Regioni e 79 ATS. Il contesto della nona implementazione di P.I.P.P.I. è stato caratterizzato da due eventi particolarmente sfidanti, anche se in modo diverso tra loro. Il primo riguarda l’aver dato avvio all’implementazione in piena emergenza pandemica in cui, per ogni livello del programma, si è dovuto ripensare il “come” agire per garantire l’accompagna- mento delle famiglie, dei professionisti, degli ATS e delle Regioni. Il secondo riguarda il fatto che la fase conclusiva dell’implementazione ha visto l’ingresso del Programma nel PNRR, un’azione di risposta alla pandemia che affonda le sue radici nelle Linee di indirizzo nazionali L’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità (MLPS, 2017), che ha contribuito a determinare un riposizionamento di P.I.P.P.I. nelle po- licy nazionali: la nona implementazione è divenuta la prima che identifica P.I.P.P.I. come strumento (mezzo piuttosto che fine) per attuare un nuovo Livello Essenziale di Pre- stazione Sociale (LEPS), garantendo alle famiglie un nuovo diritto: il diritto di essere accompagnate ad affrontare le situazioni di vulnerabilità che le coinvolgono, tramite un approccio multidimensionale e intersettoriale che le veda protagoniste del loro progetto di cambiamento. Pertanto, mentre si portava a termine la nona edizione del programma, Regioni e ATS si sono visti interpellati dalla richiesta di proiettarsi in un futuro prossimo che prevede la diffusione capillare nel Paese di tale metodo. Nei 5 capitoli che costituiscono questo rapporto di sintesi relativo alla nona imple- mentazione, continuando la tradizione dei precedenti rapporti annuali, rendiamo conto della questione della valutazione, assunta sin dall’inizio come centrale in P.I.P.P.I., in quanto intesa nel duplice senso di valutazione della singola situazione familiare (assessment o, in italiano, analisi) e di valutazione dell’efficacia del Programma nel suo insieme. Per costruire una rappresentazione completa del processo di valutazione effettua- to, utilizziamo, nella struttura del rapporto, la stessa struttura del Modello logico pre- sentato nel primo capitolo: esso aiuta a comprendere quali e quanti soggetti (capi- tolo 2) hanno partecipato, in quali contesti (capitolo 3), realizzando quali processi (capitolo 4.2 e 4.3) che hanno permesso di raggiungere quali esiti (capitolo 4.1). Il fine è mettere a disposizione della comunità scientifica, di quella professionale e della comunità degli amministratori e dei decisori politici, i dati di processo e di esito relativi all’investimento di risorse economiche, culturali, tecnico professionali effettuato, rendendo pubbliche informazioni scientificamente accurate sulla valutazione sia di processo che di esito degli interventi realizzati dagli operatori implicati nella sperimentazione. La strada intrapresa è quella di portare avanti entrambe le azioni di valutazione, in modo coerente fra loro, facendo sì che non solo i ricercatori, quanto gli stessi operatori apprendano a valutare le singole situazioni familiari con un metodo e degli strumenti adatti a questo scopo. Tale sforzo permette, in un secondo momento, ai ricercatori di aggregare i dati rela- tivi alla valutazione delle singole situazioni familiari, per creare una base di dati che risponda alle istanze di conoscenza ed efficacia sia degli stessi professionisti che del decisore pubblico. Anche così, questo rapporto risponde all’intento di contri- buire a costruire un welfare “di precisione”, in cui la singola EM renda visibile, anche alle stesse famiglie, il modo in cui ogni singola famiglia è accompagnata e l’insieme della comunità di operatori abbia accesso all’informazione aggregata sul processo di intervento con l’insieme delle famiglie coinvolte. In questo modo, stiamo avanzando insieme nel costruire una cultura dell’agire progettuale-valutativo, che consente agli operatori di assumere decisioni informate, basate su dati di efficacia che possano sostenere i processi decisionali nel progetto di accompagnamento di future famiglie.
Programma di Intervento per la prevenzione dell'Istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.) - Report di valutazione nona implementazione (2020-2022)
Diego Di Masi;Paola Milani
;Sità Chiara
2023-01-01
Abstract
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha ritenuto di dare continuità al lavoro di P.I.P.P.I., avviato nel 2011, assicurando a un numero sempre maggiore di Ambiti Territoriali (ATS) di avere accesso a P.I.P.P.I., per garantirne equa diffusione a livello nazionale, tramite le seguenti nove tappe: 1. anni 2011-2012: Partecipazione delle Città riservatarie della Legge 285/97: Bologna, Bari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Venezia. 2. anni 2013-2014: Partecipazione delle Città riservatarie della Legge 285/97: Bolo- gna, Bari, Firenze, Genova, Milano, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Venezia. 3. anni 2014-2015: Avvio della fase di estensione alle Regioni, con ammissione di 17 Regioni, una Provincia Autonoma e 50 ATS, così come definiti dalla Legge 328/2000. Di questi, 10 sono le stesse Città riservatarie. 4. anni 2015-2016: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 18 Regioni (tutte tranne la Val d’Aosta e il Trentino Alto Adige) e 50 ATS. 5. anni 2016-2017: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 17 Regioni, 1 Provincia Autonoma e 56 ATS. 6. anni 2017-2018: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 17 Regioni, 1 Provincia Autonoma, 54 ATS e introduzione della differenziazione dei percorsi base e avanzato. 7. anni 2018-2020: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 16 Regioni, 1 Provincia Autonoma e 67 ATS. 8. anni 2019-2021: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 18 Regioni e 60 ATS. 9. anni 2020-2022: Continuazione dell’estensione alle Regioni, con partecipazione di 19 Regioni e 79 ATS. Il contesto della nona implementazione di P.I.P.P.I. è stato caratterizzato da due eventi particolarmente sfidanti, anche se in modo diverso tra loro. Il primo riguarda l’aver dato avvio all’implementazione in piena emergenza pandemica in cui, per ogni livello del programma, si è dovuto ripensare il “come” agire per garantire l’accompagna- mento delle famiglie, dei professionisti, degli ATS e delle Regioni. Il secondo riguarda il fatto che la fase conclusiva dell’implementazione ha visto l’ingresso del Programma nel PNRR, un’azione di risposta alla pandemia che affonda le sue radici nelle Linee di indirizzo nazionali L’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità (MLPS, 2017), che ha contribuito a determinare un riposizionamento di P.I.P.P.I. nelle po- licy nazionali: la nona implementazione è divenuta la prima che identifica P.I.P.P.I. come strumento (mezzo piuttosto che fine) per attuare un nuovo Livello Essenziale di Pre- stazione Sociale (LEPS), garantendo alle famiglie un nuovo diritto: il diritto di essere accompagnate ad affrontare le situazioni di vulnerabilità che le coinvolgono, tramite un approccio multidimensionale e intersettoriale che le veda protagoniste del loro progetto di cambiamento. Pertanto, mentre si portava a termine la nona edizione del programma, Regioni e ATS si sono visti interpellati dalla richiesta di proiettarsi in un futuro prossimo che prevede la diffusione capillare nel Paese di tale metodo. Nei 5 capitoli che costituiscono questo rapporto di sintesi relativo alla nona imple- mentazione, continuando la tradizione dei precedenti rapporti annuali, rendiamo conto della questione della valutazione, assunta sin dall’inizio come centrale in P.I.P.P.I., in quanto intesa nel duplice senso di valutazione della singola situazione familiare (assessment o, in italiano, analisi) e di valutazione dell’efficacia del Programma nel suo insieme. Per costruire una rappresentazione completa del processo di valutazione effettua- to, utilizziamo, nella struttura del rapporto, la stessa struttura del Modello logico pre- sentato nel primo capitolo: esso aiuta a comprendere quali e quanti soggetti (capi- tolo 2) hanno partecipato, in quali contesti (capitolo 3), realizzando quali processi (capitolo 4.2 e 4.3) che hanno permesso di raggiungere quali esiti (capitolo 4.1). Il fine è mettere a disposizione della comunità scientifica, di quella professionale e della comunità degli amministratori e dei decisori politici, i dati di processo e di esito relativi all’investimento di risorse economiche, culturali, tecnico professionali effettuato, rendendo pubbliche informazioni scientificamente accurate sulla valutazione sia di processo che di esito degli interventi realizzati dagli operatori implicati nella sperimentazione. La strada intrapresa è quella di portare avanti entrambe le azioni di valutazione, in modo coerente fra loro, facendo sì che non solo i ricercatori, quanto gli stessi operatori apprendano a valutare le singole situazioni familiari con un metodo e degli strumenti adatti a questo scopo. Tale sforzo permette, in un secondo momento, ai ricercatori di aggregare i dati rela- tivi alla valutazione delle singole situazioni familiari, per creare una base di dati che risponda alle istanze di conoscenza ed efficacia sia degli stessi professionisti che del decisore pubblico. Anche così, questo rapporto risponde all’intento di contri- buire a costruire un welfare “di precisione”, in cui la singola EM renda visibile, anche alle stesse famiglie, il modo in cui ogni singola famiglia è accompagnata e l’insieme della comunità di operatori abbia accesso all’informazione aggregata sul processo di intervento con l’insieme delle famiglie coinvolte. In questo modo, stiamo avanzando insieme nel costruire una cultura dell’agire progettuale-valutativo, che consente agli operatori di assumere decisioni informate, basate su dati di efficacia che possano sostenere i processi decisionali nel progetto di accompagnamento di future famiglie.File | Dimensione | Formato | |
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