Che relazione può esserci tra la libertà e l’invisibile? L’invisibile libera? L’invisibile lega? Che relazione esiste tra i legami e la libertà? Se nel senso comune in Europa è ben radicata l’idea che la libertà sia un valore dell’individuo, cosa cambia quando, come suggerisce una poesia di Sandra Faith Erhabor, coautrice di questo testo, la libertà di una è libertà per tutte? In che modo se una si libera anche le altre si liberano? Queste domande ci hanno orientate nella riflessione sulle forme dell’invisibile in relazione alle lotte che sin dagli anni Novanta le donne Edo di nazionalità nigeriana hanno agito contro lo sfruttamento dei loro corpi, per l’affermazione della loro libertà. L’attualità e l’urgenza del dibattito sono date dal fatto che le cronache italiane continuano a riportare episodi di violenza contro le donne Edo legate al circuito di tratta mentre le statistiche denunciano un continuum degli arrivi di ragazze, anche minorenni, dai campi di concentramento libici. In questo quadro, di grande rilevanza è stato un evento eccezionale che ha avuto luogo il 9 marzo del 2018 quando l’Oba del Benin Ewuare II, la massima autorità religiosa nello stato Edo, ha esposto i voodoo che erano stati conservati nel palazzo per 800 anni e ha proclamato la liberazione di tutte le donne dai vincoli che le obbligavano alla prostituzione, contratti con il giuramento – il juju – scagliando allo stesso tempo una maledizione sui trafficanti e le madame che non rispettassero questo nuovo ordine.

Freedom of one is freedom for all. Raccontando l’invisibile si fa presente

Maria Livia Alga
2022-01-01

Abstract

Che relazione può esserci tra la libertà e l’invisibile? L’invisibile libera? L’invisibile lega? Che relazione esiste tra i legami e la libertà? Se nel senso comune in Europa è ben radicata l’idea che la libertà sia un valore dell’individuo, cosa cambia quando, come suggerisce una poesia di Sandra Faith Erhabor, coautrice di questo testo, la libertà di una è libertà per tutte? In che modo se una si libera anche le altre si liberano? Queste domande ci hanno orientate nella riflessione sulle forme dell’invisibile in relazione alle lotte che sin dagli anni Novanta le donne Edo di nazionalità nigeriana hanno agito contro lo sfruttamento dei loro corpi, per l’affermazione della loro libertà. L’attualità e l’urgenza del dibattito sono date dal fatto che le cronache italiane continuano a riportare episodi di violenza contro le donne Edo legate al circuito di tratta mentre le statistiche denunciano un continuum degli arrivi di ragazze, anche minorenni, dai campi di concentramento libici. In questo quadro, di grande rilevanza è stato un evento eccezionale che ha avuto luogo il 9 marzo del 2018 quando l’Oba del Benin Ewuare II, la massima autorità religiosa nello stato Edo, ha esposto i voodoo che erano stati conservati nel palazzo per 800 anni e ha proclamato la liberazione di tutte le donne dai vincoli che le obbligavano alla prostituzione, contratti con il giuramento – il juju – scagliando allo stesso tempo una maledizione sui trafficanti e le madame che non rispettassero questo nuovo ordine.
2022
9788869482380
pratiche narrative generative
autoetnografie dell'invisibile
differenza sessuale
antropologia della cura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1099226
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