L’uso dell’IA da parte del datore di lavoro nell’esercizio dei propri poteri pone per il lavoratore principalmente due problemi: può aumentare il rischio di violazione dei suoi diritti; può rendere difficile individuare e dimostrare tale violazione. Alla radice si collocano tre caratteristiche che possono connotare, in diverso grado, un sistema di IA: la complessità, l’autonomia e la dipendenza dai dati. A risposta si delineano, nell’approccio regolativo Ue, precise scelte di contenuto e di metodo: da un lato, l’individuazione, quali pietre angolari, delle garanzie di sorveglianza umana e di trasparenza, volte rispettivamente a prevenire il rischio di violazione dei diritti e a rafforzarne l’effettività; dall’altro, l’adozione di un modello risk-based. L’indagine, volta a ricostruire, lungo tali meridiani, un quadro integrato di regole a protezione del lavoratore, evidenzia il ruolo egemonico di fonti di matrice non strettamente giuslavoristica: de iure condito, il GDPR, de iure condendo, l’AI Act. La diffusione dell'impronta del diritto del lavoro si può d’altra parte sviluppare a più livelli: nella necessaria integrazione con le fonti in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di promozione della dimensione collettiva delle tutele, ma anche nell'esigenza che il moto che guida la funzionalità del GDPR e dell’AI Act alla tutela del lavoratore ne incontri un altro, volto a imprimere le “qualità” lavoristiche alle categorie e agli strumenti giuridici impiegati: dalla declinazione dell’approccio basato sul rischio alla grammatica dei diritti fondamentali.

Intelligenza artificiale e lavoro. Uno studio su poteri datoriali e tecniche di tutela

Marco Peruzzi
2023-01-01

Abstract

L’uso dell’IA da parte del datore di lavoro nell’esercizio dei propri poteri pone per il lavoratore principalmente due problemi: può aumentare il rischio di violazione dei suoi diritti; può rendere difficile individuare e dimostrare tale violazione. Alla radice si collocano tre caratteristiche che possono connotare, in diverso grado, un sistema di IA: la complessità, l’autonomia e la dipendenza dai dati. A risposta si delineano, nell’approccio regolativo Ue, precise scelte di contenuto e di metodo: da un lato, l’individuazione, quali pietre angolari, delle garanzie di sorveglianza umana e di trasparenza, volte rispettivamente a prevenire il rischio di violazione dei diritti e a rafforzarne l’effettività; dall’altro, l’adozione di un modello risk-based. L’indagine, volta a ricostruire, lungo tali meridiani, un quadro integrato di regole a protezione del lavoratore, evidenzia il ruolo egemonico di fonti di matrice non strettamente giuslavoristica: de iure condito, il GDPR, de iure condendo, l’AI Act. La diffusione dell'impronta del diritto del lavoro si può d’altra parte sviluppare a più livelli: nella necessaria integrazione con le fonti in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di promozione della dimensione collettiva delle tutele, ma anche nell'esigenza che il moto che guida la funzionalità del GDPR e dell’AI Act alla tutela del lavoratore ne incontri un altro, volto a imprimere le “qualità” lavoristiche alle categorie e agli strumenti giuridici impiegati: dalla declinazione dell’approccio basato sul rischio alla grammatica dei diritti fondamentali.
2023
979-12-211-5172-5
intelligenza artificiale
potere datoriale
protezione dei dati personali
salute e sicurezza sul lavoro
valutazione del rischio
sorveglianza umana
trasparenza
discriminazioni
tutela del lavoratore
coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori
diritti fondamentali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1095367
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