In the light of the digital transition process and its impact on organisational and productive labour models, the research examines the different ways in which the Italian legal system protects the professional sphere of workers. In particular, the analysis aims to emphasise with an interdisciplinary approach to the issue of professionalism how the absence of adequate provisions for continuous training of the workforce throughout the course of working life ends up intensifying the effect of the negative externalities of technological progress, such as the increase in skill mismatch, skill shortage, and hard-to-fill vacancies, and cause delays in the adoption of the new technologies typical of the organisational and productive models of Industry 4.0. Drawing on the analysis of the impact of digitalisation and the topicality of the theory of transitional labour markets (TLM), the relevance of continuous training policies for a better adaptation of workers’ skills in the light of the current socio-economic and technological transformations is investigated. In this perspective, the research examines the regulatory and collective bargaining interventions that guarantee access to upskilling and reskilling measures not only in the employment relationship but also in the labour market. In this way, the analysis highlights the various ways in which the professionalism of workers is safeguarded. Particular attention is given – also through the examination of the model adopted in the French legal system – to the formal and operational recognition of an individual right to continuous training for workers as a means of increasing the employability of the workforce, namely an intrinsic and social safeguard of the professionalism of citizens that is granted regardless of their employment status. In this respect, the analysis finally focuses on the interventions necessary to make this individual right operative and effective in Italy as well.

Il lavoro di ricerca approfondisce, a fronte del processo di transizione digitale e del relativo impatto sui modelli organizzativi e produttivi del lavoro, le varie modalità con cui l’ordinamento italiano tutela la professionalità dei lavoratori. In particolare, l’analisi mira innanzitutto a sottolineare, avvalendosi anche di un approccio di carattere interdisciplinare al tema della professionalità, come l’assenza di adeguate previsioni in materia di formazione della forza lavoro durante tutto il corso della vita lavorativa finisca per intensificare l’effetto delle esternalità negative del progresso tecnologico, quali l’incremento di skill mismatch, skill shortage e hard-to-fill vacancies, e causare ritardi nell’adozione delle nuove tecnologie tipiche dei modelli organizzativi e produttivi dell’Industria 4.0. Muovendo la riflessione dall’analisi degli effetti della digitalizzazione e dalla teoria dei mercati transizionali del lavoro (TLM), viene approfondita l’importanza delle politiche di formazione continua dei lavoratori volte a promuoverne un migliore adattamento delle competenze alla luce delle attuali trasformazioni socioeconomiche e tecnologiche. In tal senso, vengono presi in esame gli interventi normativi e della contrattazione collettiva che garantiscono l’accesso a misure di accrescimento e riqualificazione professionale non solo nel rapporto lavorativo, ma anche nel mercato del lavoro. In questo modo, il lavoro di ricerca intende evidenziare le varie modalità con le quali viene tutelata la professionalità del lavoratore. Particolare attenzione viene attribuita – anche mediante un confronto analitico con il modello adottato nell’ordinamento francese – al riconoscimento sul piano giuridico di un diritto individuale alla formazione continua che sia funzionale a incrementare il livello di occupabilità, ovvero quale mezzo idoneo a garantire alla persona del lavoratore una tutela della professionalità intrinseca in chiave sociale a prescindere dalla condizione occupazionale. In tal senso, l’analisi si concentra da ultimo sugli interventi necessari a rendere operativo un simile diritto soggettivo anche nell’ordinamento giuridico italiano.

Formazione, professionalità e transizione digitale

Valenti Carlo
2023-01-01

Abstract

In the light of the digital transition process and its impact on organisational and productive labour models, the research examines the different ways in which the Italian legal system protects the professional sphere of workers. In particular, the analysis aims to emphasise with an interdisciplinary approach to the issue of professionalism how the absence of adequate provisions for continuous training of the workforce throughout the course of working life ends up intensifying the effect of the negative externalities of technological progress, such as the increase in skill mismatch, skill shortage, and hard-to-fill vacancies, and cause delays in the adoption of the new technologies typical of the organisational and productive models of Industry 4.0. Drawing on the analysis of the impact of digitalisation and the topicality of the theory of transitional labour markets (TLM), the relevance of continuous training policies for a better adaptation of workers’ skills in the light of the current socio-economic and technological transformations is investigated. In this perspective, the research examines the regulatory and collective bargaining interventions that guarantee access to upskilling and reskilling measures not only in the employment relationship but also in the labour market. In this way, the analysis highlights the various ways in which the professionalism of workers is safeguarded. Particular attention is given – also through the examination of the model adopted in the French legal system – to the formal and operational recognition of an individual right to continuous training for workers as a means of increasing the employability of the workforce, namely an intrinsic and social safeguard of the professionalism of citizens that is granted regardless of their employment status. In this respect, the analysis finally focuses on the interventions necessary to make this individual right operative and effective in Italy as well.
2023
training, professionalism, digital transition, digitalisation, individual right to lifelong learning
formazione, professionalità, transizione digitale, digitalizzazione, diritto soggettivo alla formazione
Il lavoro di ricerca approfondisce, a fronte del processo di transizione digitale e del relativo impatto sui modelli organizzativi e produttivi del lavoro, le varie modalità con cui l’ordinamento italiano tutela la professionalità dei lavoratori. In particolare, l’analisi mira innanzitutto a sottolineare, avvalendosi anche di un approccio di carattere interdisciplinare al tema della professionalità, come l’assenza di adeguate previsioni in materia di formazione della forza lavoro durante tutto il corso della vita lavorativa finisca per intensificare l’effetto delle esternalità negative del progresso tecnologico, quali l’incremento di skill mismatch, skill shortage e hard-to-fill vacancies, e causare ritardi nell’adozione delle nuove tecnologie tipiche dei modelli organizzativi e produttivi dell’Industria 4.0. Muovendo la riflessione dall’analisi degli effetti della digitalizzazione e dalla teoria dei mercati transizionali del lavoro (TLM), viene approfondita l’importanza delle politiche di formazione continua dei lavoratori volte a promuoverne un migliore adattamento delle competenze alla luce delle attuali trasformazioni socioeconomiche e tecnologiche. In tal senso, vengono presi in esame gli interventi normativi e della contrattazione collettiva che garantiscono l’accesso a misure di accrescimento e riqualificazione professionale non solo nel rapporto lavorativo, ma anche nel mercato del lavoro. In questo modo, il lavoro di ricerca intende evidenziare le varie modalità con le quali viene tutelata la professionalità del lavoratore. Particolare attenzione viene attribuita – anche mediante un confronto analitico con il modello adottato nell’ordinamento francese – al riconoscimento sul piano giuridico di un diritto individuale alla formazione continua che sia funzionale a incrementare il livello di occupabilità, ovvero quale mezzo idoneo a garantire alla persona del lavoratore una tutela della professionalità intrinseca in chiave sociale a prescindere dalla condizione occupazionale. In tal senso, l’analisi si concentra da ultimo sugli interventi necessari a rendere operativo un simile diritto soggettivo anche nell’ordinamento giuridico italiano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1093089
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