Dalla loro introduzione nel mercato finanziario statunitense degli anni Settanta del secolo scorso, i fondi comuni monetari hanno affrontato recessioni economiche, crisi finanziarie e, da ultimo, carenze di liquidità dovute all’emergenza pandemica, dichiarando default in due soli casi. Si potrebbe, quindi, affermare che questo veicolo di investimento rappresenti una punta di diamante del mercato dei capitali, una soluzione di impiego del denaro contante pressoché priva di rischio. Come insegna il relativismo, l’apparenza, a volte, inganna. Sebbene questi fondi di investimento non siano stati sottoposti a procedure concorsuali, soltanto nel corso degli ultimi 12 anni hanno subito ben due episodi di corse collettive al rimborso delle quote da parte del pubblico degli investitori che sono stati risolti soltanto dall’intervento delle Banche centrali. Gli strumenti prudenziali predisposti dalla regolamentazione in tema di fondi comuni monetari non sono riusciti a evitare il diffondersi di fenomeni di panico nei confronti del corretto operare del settore in esame. In tale contesto, il presente lavoro si prefigge il compito di analizzare in chiave critica le norme in tema di fondi monetari al fine di orientare la riforma del diritto esistente verso tecniche giuridiche diverse che potrebbero realizzare meglio la funzione di correzione delle disfunzioni di mercato. Dopo aver ripercorso la storia dei fondi monetari e le prime reazioni normative alla crisi finanziaria del 2007-2008, il lavoro analizza la normativa attualmente in vigore negli Stati Uniti e nell’Unione europea, mettendo in mostra similitudini e differenze. Nel procedere in tal senso, un’attenzione particolare viene dedicata alle disposizioni di natura prudenziale nel tempo introdotte per contenere i rischi sistemici derivanti dall’attività di trasformazione delle scadenze esercitata dai fondi comuni monetari. Nonostante le misure introdotte dai legislatori statunitense ed europeo abbiano aumentato la capacità di resilienza dei fondi monetari a scenari di mercato avversi, si sostiene che altre soluzioni giuridiche avrebbero potuto raggiungere tale scopo in maniera più efficiente.

La regolamentazione dei fondi comuni monetari in Europa e negli Stati Uniti

Mattia Mengoni
2023-01-01

Abstract

Dalla loro introduzione nel mercato finanziario statunitense degli anni Settanta del secolo scorso, i fondi comuni monetari hanno affrontato recessioni economiche, crisi finanziarie e, da ultimo, carenze di liquidità dovute all’emergenza pandemica, dichiarando default in due soli casi. Si potrebbe, quindi, affermare che questo veicolo di investimento rappresenti una punta di diamante del mercato dei capitali, una soluzione di impiego del denaro contante pressoché priva di rischio. Come insegna il relativismo, l’apparenza, a volte, inganna. Sebbene questi fondi di investimento non siano stati sottoposti a procedure concorsuali, soltanto nel corso degli ultimi 12 anni hanno subito ben due episodi di corse collettive al rimborso delle quote da parte del pubblico degli investitori che sono stati risolti soltanto dall’intervento delle Banche centrali. Gli strumenti prudenziali predisposti dalla regolamentazione in tema di fondi comuni monetari non sono riusciti a evitare il diffondersi di fenomeni di panico nei confronti del corretto operare del settore in esame. In tale contesto, il presente lavoro si prefigge il compito di analizzare in chiave critica le norme in tema di fondi monetari al fine di orientare la riforma del diritto esistente verso tecniche giuridiche diverse che potrebbero realizzare meglio la funzione di correzione delle disfunzioni di mercato. Dopo aver ripercorso la storia dei fondi monetari e le prime reazioni normative alla crisi finanziaria del 2007-2008, il lavoro analizza la normativa attualmente in vigore negli Stati Uniti e nell’Unione europea, mettendo in mostra similitudini e differenze. Nel procedere in tal senso, un’attenzione particolare viene dedicata alle disposizioni di natura prudenziale nel tempo introdotte per contenere i rischi sistemici derivanti dall’attività di trasformazione delle scadenze esercitata dai fondi comuni monetari. Nonostante le misure introdotte dai legislatori statunitense ed europeo abbiano aumentato la capacità di resilienza dei fondi monetari a scenari di mercato avversi, si sostiene che altre soluzioni giuridiche avrebbero potuto raggiungere tale scopo in maniera più efficiente.
2023
Fondi comuni monetari, shadow banking system, rischio di liquidità
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