Quando si parla di valutazione, specialmente in contesto scolastico, è spontaneo richiamare contestualmente parole come “compito in classe”, “interrogazione”, “voto”, “pagella”, “esame”. Questa terminologia mette in luce due distorsioni dell’accezione con cui comunemente è intesa questa parola: da un lato il fatto che l’oggetto della valutazione sia sempre e solo l’apprendente, dall’altro l’idea che valutare significhi rapportare numericamente (o tramite brevi giudizi omologati) la posizione occupata dall’apprendente nei confronti dei pari, scattandogli una specie di “foto” che lo immortali in un punto X del percorso di apprendimento. Proponiamo invece in questo capitolo un’idea di valutazione che recuperi l’etimologia del “dare valore”, intendendola quindi come uno strumento prezioso che permette di valorizzare e mettere in luce le caratteristiche dell’intero sistema formativo di cui l’apprendente è uno degli attori.
Monitorare e valutare
Alice FIORENTINO;Paola Celentin;
2023-01-01
Abstract
Quando si parla di valutazione, specialmente in contesto scolastico, è spontaneo richiamare contestualmente parole come “compito in classe”, “interrogazione”, “voto”, “pagella”, “esame”. Questa terminologia mette in luce due distorsioni dell’accezione con cui comunemente è intesa questa parola: da un lato il fatto che l’oggetto della valutazione sia sempre e solo l’apprendente, dall’altro l’idea che valutare significhi rapportare numericamente (o tramite brevi giudizi omologati) la posizione occupata dall’apprendente nei confronti dei pari, scattandogli una specie di “foto” che lo immortali in un punto X del percorso di apprendimento. Proponiamo invece in questo capitolo un’idea di valutazione che recuperi l’etimologia del “dare valore”, intendendola quindi come uno strumento prezioso che permette di valorizzare e mettere in luce le caratteristiche dell’intero sistema formativo di cui l’apprendente è uno degli attori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.