Questa tesi tenta di rintracciare nelle figure del duello e della caccia due differenti mitologemi usati nella rappresentazione della guerra. Duello e caccia rispondono infatti a due modi diversi di concepire la guerra, considerare il nemico, organizzare strategie d’attacco, e quindi magnificare il fatto d’armi. Mitologemi dunque che, come tutti i mitologemi, non servono semplicemente alla descrizione della battaglia, al tramandamento dell’evento di cui il milite ha fatto esperienza, ma anche tentano di offrire un orizzonte di senso nella battaglia. Il duello infatti presuppone due hostes aequaliter justi et simili per diritto, civiltà, capacità tecniche; ma anche predispone un luogo, un tempo, delle regole dell’affrontamento, attraverso cui è possibile rinviare l’immagine di una guerra come con-flitto armonico e ordinato tra due avversari che si riconoscono come simili. Al contrario, la caccia è l’atto di guerra contro una specie creduta nettamente inferiore alla propria, svolta attraverso tattiche irregolari e mutevoli, con armi a lunga gittata, esche, trappole. Una guerra che viene presentata come l’avventuroso incontro con un’alterità irriducibile. Attraverso l’analisi della doppia radice di guerra, scissa tra il bellum dei latini e la wërra dei germani, nei primi due capitoli si cercherà di venire a capo di questa divisione, identificando le distanze etiche e strategiche che separano caccia e duello, con uno studio al confine tra etnografia e storia, filosofia ed etologia, diritto romano e strategia. Nel terzo e nel quarto capitolo si procederà invece a un’analisi dell’Iliade, il primo racconto di guerra dell’Occidente, in cui questa differenza tra caccia e duello acquisisce per la prima volta carattere archetipico. All’introduzione e alle conclusioni spetterà infine il compito di chiarire il significato dei due mitologemi e la filosofia che essi sottendono.
Guerra in figure. Caccia e duello come mitologemi nella rappresentazione della guerra.
Giacomo Mormino
2023-01-01
Abstract
Questa tesi tenta di rintracciare nelle figure del duello e della caccia due differenti mitologemi usati nella rappresentazione della guerra. Duello e caccia rispondono infatti a due modi diversi di concepire la guerra, considerare il nemico, organizzare strategie d’attacco, e quindi magnificare il fatto d’armi. Mitologemi dunque che, come tutti i mitologemi, non servono semplicemente alla descrizione della battaglia, al tramandamento dell’evento di cui il milite ha fatto esperienza, ma anche tentano di offrire un orizzonte di senso nella battaglia. Il duello infatti presuppone due hostes aequaliter justi et simili per diritto, civiltà, capacità tecniche; ma anche predispone un luogo, un tempo, delle regole dell’affrontamento, attraverso cui è possibile rinviare l’immagine di una guerra come con-flitto armonico e ordinato tra due avversari che si riconoscono come simili. Al contrario, la caccia è l’atto di guerra contro una specie creduta nettamente inferiore alla propria, svolta attraverso tattiche irregolari e mutevoli, con armi a lunga gittata, esche, trappole. Una guerra che viene presentata come l’avventuroso incontro con un’alterità irriducibile. Attraverso l’analisi della doppia radice di guerra, scissa tra il bellum dei latini e la wërra dei germani, nei primi due capitoli si cercherà di venire a capo di questa divisione, identificando le distanze etiche e strategiche che separano caccia e duello, con uno studio al confine tra etnografia e storia, filosofia ed etologia, diritto romano e strategia. Nel terzo e nel quarto capitolo si procederà invece a un’analisi dell’Iliade, il primo racconto di guerra dell’Occidente, in cui questa differenza tra caccia e duello acquisisce per la prima volta carattere archetipico. All’introduzione e alle conclusioni spetterà infine il compito di chiarire il significato dei due mitologemi e la filosofia che essi sottendono.| File | Dimensione | Formato | |
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