In questo contributo propongo delle riflessioni morali sull’applicazione della scienza e della tecnica in ambito medico, a partire dal risultato fantascientifico narrato nel Frankenstein di Shelley: a tale scopo, mi soffermerò inizialmente sul contesto culturale che portò l’autrice all’idea di mettere in scena la “creazione della vita” in un corpo morto. Nel corso del Settecento e dell’Ottocento il metodo sperimentale diventò fondamentale in ambito medico e mostrerò, con un esempio, come sia talvolta labile il limite tra il ruolo del medico e quello dello sperimentatore, quando il primo si lascia trasportare dallo scopo scientifico della sua ricerca, dimenticando di salvaguardare l’umanità del paziente: mi riferisco al trattamento che subivano i malati di mente negli ospedali parigini nella seconda metà dell’Ottocento. Infine, richiamando il pensiero del medico e filosofo Karl Jaspers, mostrerò quali sono i rischi cui è sottoposto il medico nell’età della tecnica, una questione che risulta estremamente attuale: viviamo infatti in un’epoca che conduce studi sul genoma umano, che ha realizzato clonazioni di animali e che è volta alla medicina predittiva e alla genetica migliorativa.
Uomo di scienza o “sperimentatore dilettante”? Riflessioni morali sull’applicazione della scienza e della tecnica in ambito medico
Giulia Battistoni
2022-01-01
Abstract
In questo contributo propongo delle riflessioni morali sull’applicazione della scienza e della tecnica in ambito medico, a partire dal risultato fantascientifico narrato nel Frankenstein di Shelley: a tale scopo, mi soffermerò inizialmente sul contesto culturale che portò l’autrice all’idea di mettere in scena la “creazione della vita” in un corpo morto. Nel corso del Settecento e dell’Ottocento il metodo sperimentale diventò fondamentale in ambito medico e mostrerò, con un esempio, come sia talvolta labile il limite tra il ruolo del medico e quello dello sperimentatore, quando il primo si lascia trasportare dallo scopo scientifico della sua ricerca, dimenticando di salvaguardare l’umanità del paziente: mi riferisco al trattamento che subivano i malati di mente negli ospedali parigini nella seconda metà dell’Ottocento. Infine, richiamando il pensiero del medico e filosofo Karl Jaspers, mostrerò quali sono i rischi cui è sottoposto il medico nell’età della tecnica, una questione che risulta estremamente attuale: viviamo infatti in un’epoca che conduce studi sul genoma umano, che ha realizzato clonazioni di animali e che è volta alla medicina predittiva e alla genetica migliorativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.