Verso il futuro della lingua spagnola: aspetti etici del pluricentrismo normativo

Agli albori del XXI secolo e dinnanzi alle prossime sfide dell’evoluzione umana, il valore di una lingua internazionale come bene immateriale sembra stare più nell’essenza stessa del rapporto sovraregionale che essa stabilisce fra i suoi diversificati parlanti, che nella particolaristica specificazione delimitativa dei suoi centri d’irradiazione normativa. Le istituzioni che in tutto il mondo ispanofono orientano l’uso della lingua (Accademie ed altri enti) appaiono, dunque, sempre più impegnate nell’agire intessendo relazioni – che non riguardano soltanto gli individui appartenenti alla specie umana ma anche questi e le macchine –, almeno quanto lo sono nella tradizionale attività di normazione della propria varietà locale (mediante la pubblicazione di grammatiche, dizionari e altre guide linguistiche). L’intenzione del presente lavoro è quella di riflettere su quest’esplicitazione via via sempre maggiore, mettendola in relazione con la normatività della lingua, ovvero con il pluricentrismo linguistico. Ci proponiamo, dunque, di considerare quali aspetti etici emergano nell’attività di relazione che la molteplicità di centri obbliga a intessere.