Il tarantismo era l'esempio che gli scrittori di medicina della prima età moderna riportavano più di frequente quando discutevano dell'influenza della musica e della danza sulla salute dell'uomo; mentre le radici storiche di questa malattia straordinaria, che veniva spiegata come la conseguenza del morso di un ragno, erano in Puglia, gli scrittori accademici ne discutevano fin nel più lontano nord, in Scandinavia. Dalla fine del XVII sino al XVIII secolo, numerose tesi mediche collocarono il tarantismo tra le epidemie coreiche, paragonandolo a volte espressamente con il ballo di san Vito. Per esempio, alcuni autori di medicina ritenevano che, mentre le persone affette dal ballo di san Vito non potevano controllare l'agitazione dei loro corpi, i tarantati, perlomeno in una certa misura, sceglievano di ballare; si veniva così a introdurre nel loro comportamento una componente di inganno, o perlomeno di consapevole terapia fatta in proprio. Soprattutto il tarantismo, secondo un'interpretazione molto diffusa, era visto come una forma di malattia mentale. Tuttavia, gli scrittori del tempo potevano interpretare i disturbi legati alla danza in termini di malattia mentale senza mettere in discussione l'autenticità del fenomeno: la forza dell'immaginazione umana era in proposito un concetto medico-filosofico chiave, che fornì anche una base di discussione teorica per la musicoterapia, considerando il potere che tradizionalmente si attribuiva alla musica sulla fantasia umana.
La danza tra malattia e cura: il medico e la tarantella
Arcangeli, Alessandro
2022-01-01
Abstract
Il tarantismo era l'esempio che gli scrittori di medicina della prima età moderna riportavano più di frequente quando discutevano dell'influenza della musica e della danza sulla salute dell'uomo; mentre le radici storiche di questa malattia straordinaria, che veniva spiegata come la conseguenza del morso di un ragno, erano in Puglia, gli scrittori accademici ne discutevano fin nel più lontano nord, in Scandinavia. Dalla fine del XVII sino al XVIII secolo, numerose tesi mediche collocarono il tarantismo tra le epidemie coreiche, paragonandolo a volte espressamente con il ballo di san Vito. Per esempio, alcuni autori di medicina ritenevano che, mentre le persone affette dal ballo di san Vito non potevano controllare l'agitazione dei loro corpi, i tarantati, perlomeno in una certa misura, sceglievano di ballare; si veniva così a introdurre nel loro comportamento una componente di inganno, o perlomeno di consapevole terapia fatta in proprio. Soprattutto il tarantismo, secondo un'interpretazione molto diffusa, era visto come una forma di malattia mentale. Tuttavia, gli scrittori del tempo potevano interpretare i disturbi legati alla danza in termini di malattia mentale senza mettere in discussione l'autenticità del fenomeno: la forza dell'immaginazione umana era in proposito un concetto medico-filosofico chiave, che fornì anche una base di discussione teorica per la musicoterapia, considerando il potere che tradizionalmente si attribuiva alla musica sulla fantasia umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.