Nowadays, the distinction between ‘right’ or ‘wrong’, ‘true’ or ‘false’, ‘natural’ or ‘artificial’ is mainly based on perception and is made at the dizzying speed of a massive and uncritical consensus. The time and the space for the assessment are reduced to a minimum by the ‘bulimia’ of data and images. In this context, the distinction between utopia and dystopia seems fated to vanish: the boundaries between utopias and dystopias are blurred and the institutional models they offer become confused and interchangeable. Cinema takes up the challenge to depict the general disorientation caused by the ambiguity of dystopia. This ambiguity mirrors a deeper and more insidious one that belongs to the human being as such and refers to the indissoluble combination of good and evil.

Nell’epoca attuale la distinzione fra ‘ragione’ o ‘torto’, ‘vero’ o ‘falso’, ‘naturale’ o ‘artificiale’ è prevalentemente basata sulla percezione e decisa alla velocità vertiginosa dell’acquisizione di un consenso massivo e acritico. Il tempo e lo spazio della verifica sono ridotti al minimo dalla ‘bulimia’ di informazioni e di immagini. La distinzione fra utopia e distopia sembra, in tale realtà, destinata a venir meno: utopie e distopie perdono la nettezza dei loro confini e i modelli istituzionali che propongono si fanno confusi e intercambiabili. Il cinema raccoglie la sfida di rappresentare il generale smarrimento dinanzi all’ambiguità della distopia, specchio di un’ambiguità più profonda e insidiosa che appartiene all’essere umano in quanto tale, nel quale bene e male si combinano in forma indissolubile.

Nella tana del Bianconiglio: visioni distopiche fra diritto e cinema

C. Pedrazza Gorlero
2021-01-01

Abstract

Nowadays, the distinction between ‘right’ or ‘wrong’, ‘true’ or ‘false’, ‘natural’ or ‘artificial’ is mainly based on perception and is made at the dizzying speed of a massive and uncritical consensus. The time and the space for the assessment are reduced to a minimum by the ‘bulimia’ of data and images. In this context, the distinction between utopia and dystopia seems fated to vanish: the boundaries between utopias and dystopias are blurred and the institutional models they offer become confused and interchangeable. Cinema takes up the challenge to depict the general disorientation caused by the ambiguity of dystopia. This ambiguity mirrors a deeper and more insidious one that belongs to the human being as such and refers to the indissoluble combination of good and evil.
2021
978-88-495-4675-0
Utopia, Dystopia, Cinema, Diritto
Utopia, Distopia, Cinema, Diritto
Nell’epoca attuale la distinzione fra ‘ragione’ o ‘torto’, ‘vero’ o ‘falso’, ‘naturale’ o ‘artificiale’ è prevalentemente basata sulla percezione e decisa alla velocità vertiginosa dell’acquisizione di un consenso massivo e acritico. Il tempo e lo spazio della verifica sono ridotti al minimo dalla ‘bulimia’ di informazioni e di immagini. La distinzione fra utopia e distopia sembra, in tale realtà, destinata a venir meno: utopie e distopie perdono la nettezza dei loro confini e i modelli istituzionali che propongono si fanno confusi e intercambiabili. Il cinema raccoglie la sfida di rappresentare il generale smarrimento dinanzi all’ambiguità della distopia, specchio di un’ambiguità più profonda e insidiosa che appartiene all’essere umano in quanto tale, nel quale bene e male si combinano in forma indissolubile.
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