Accanto al saggio, la lettera rappresenta per Algarotti la forma di comunicazione privilegiata; è infatti il genere che esalta al meglio, nel tono colloquiale e nell’agilità del dettato, i differenti aspetti di una carriera letteraria all’insegna della mobilità stilistica e tematica, su cui influirono gli interessi enciclopedici e una vita intensa di viaggi e relazioni. Il catalogo algarottiano può dunque esibire, accanto ai "Viaggi di Russia", che rielaborano in forma epistolare un originario materiale diaristico, un nutrito numero di lettere ‘didascaliche’ (pittura, architettura, etc.), nonché le "Lettere di Polianzio ad Ermogene" sulla traduzione dell’Eneide di Annibal Caro. Altrettanto fittizie, benché indirizzate a interlocutori reali, le epistole in versi sono il pretesto per la trattazione di molteplici argomenti nella nuova maniera poetica dello sciolto. Non prive di interesse sono inoltre le lettere di dedica delle opere in prosa più significative, che, anche per ragioni di opportunità, vengono di volta in volta ridatate e modificate in occasione di una nuova stampa; il caso più noto è rappresentato dal "Newtonianismo per le dame" (uscito nel 1737 con una dedicatoria a Fontenelle, sostituita, a partire dall’edizione del 1750, da una lettera in francese a Federico II). Completano il quadro gli inserti di missive in prose di diverso statuto, come il "Congresso di Citera" (1745).
Strategie di comunicazione: la tipologia epistolare di Francesco Algarotti
Salvade', Anna Maria
2017-01-01
Abstract
Accanto al saggio, la lettera rappresenta per Algarotti la forma di comunicazione privilegiata; è infatti il genere che esalta al meglio, nel tono colloquiale e nell’agilità del dettato, i differenti aspetti di una carriera letteraria all’insegna della mobilità stilistica e tematica, su cui influirono gli interessi enciclopedici e una vita intensa di viaggi e relazioni. Il catalogo algarottiano può dunque esibire, accanto ai "Viaggi di Russia", che rielaborano in forma epistolare un originario materiale diaristico, un nutrito numero di lettere ‘didascaliche’ (pittura, architettura, etc.), nonché le "Lettere di Polianzio ad Ermogene" sulla traduzione dell’Eneide di Annibal Caro. Altrettanto fittizie, benché indirizzate a interlocutori reali, le epistole in versi sono il pretesto per la trattazione di molteplici argomenti nella nuova maniera poetica dello sciolto. Non prive di interesse sono inoltre le lettere di dedica delle opere in prosa più significative, che, anche per ragioni di opportunità, vengono di volta in volta ridatate e modificate in occasione di una nuova stampa; il caso più noto è rappresentato dal "Newtonianismo per le dame" (uscito nel 1737 con una dedicatoria a Fontenelle, sostituita, a partire dall’edizione del 1750, da una lettera in francese a Federico II). Completano il quadro gli inserti di missive in prose di diverso statuto, come il "Congresso di Citera" (1745).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Carte false.pdf
non disponibili
Descrizione: saggio
Tipologia:
Versione dell'editore
Licenza:
Accesso ristretto
Dimensione
157.45 kB
Formato
Adobe PDF
|
157.45 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.